Primo contatto coi dipartimenti

Primo contatto coi dipartimenti All'Università e al Politecnico Primo contatto coi dipartimenti Nate le commissioni d'ateneo, organismipercoordiriarH All'Università e al Politecnico sono nate le commissioni di Ateneo. Le compongono rappresentanti dei professori ordinari, degli associandi (tutti coloro che attendono di essere riconosciuti associati) e dei ricercatori, indicati dai consigli di facoltà. Si possono paragonare a un ponte fra l'attuale struttura accademica e quella che scaturirà dall'applicazione della legge sulla riforma della docenza approvata nel luglio '80. Sono, in pratica, gli organismi tecnici preposti al coordinamento e al controllo della sperimentazione didattica e alla formazione dei dipartimenti previsti a partire dal prossimo novembre. All'Università la commissione d'Ateneo è presieduta dal prof. Rigault di Scienze: suo vice è Bruno Maggi di Magistero, i componenti sono 72. Spiega Rigault: «Compito specifico della commissione è di coordinare le richieste delle facoltà, ma anche di sorvegliare che la trasformazione non sia solo apparente. Non tanto per sfiducia, ma piuttosto perché ci si dolora muovere su un terreno completamente nuovo. Toccherà poi al Senato accademico e al consiglio di amministrazione. ciascuno per le proprie competenze, approvare le iniziative». Il primo «appuntamento dì lavoro» avverrà entro maggio. Le facoltà che lo desiderano devono presentare alla commissione, che sarà il primo filtro, le proposte dì dipartimento. Quante cominceranno la sperimentazione? Come si configureranno i primi dipartimenti? «E' impossibile fare previsioni — spiega il prof. Rigault —. / dipartimenti sono "chiacchierati" da anni, ma per scoprire come funzioneranno praticamente occorre attendere i suggerimenti delle facoltà. La legge infatti, anche in nome dell'autonomia, lascia libero spazio alla fantasia degli Atenei. Sono i docenti a dolerli inventare, ovviamente sulla base delle esigenze, delle situazioni, delle strutture». Le uniche indicazioni, per grandi linee, dicono che il di¬ partimento organizza uno o più settori di ricerca omogenei per fini o per metodo ed i relativi insegnamenti anche riguardanti più corsi di laurea o di più facoltà. Dovrebbe cioè raggruppare, cervelli e strutture, attorno ad argomenti specifici di alta specializzazione. Spiega Rigault: «In pratica le direttrici su cui possono camminare i dipartimenti sono due. Una è fondata sul raggruppamento di tipo tematico come potrebbe essere lo studio del farmaco a livello dì ricerca. L'altro potrebbe, invece, corrispondere ad una aggregazione di tipo disciplinare dando vita ad un dipartimento fisico-chimico. Sono soltanto due esempi indicatila, fra i molti proponibili». Al Politecnico la commissione d'Ateneo è presieduta dal prof. Stragiotti di Ingegneria, suo vice è il prof. Gabetti di Architettura. Spiega il prof. Stragiotti: «Stiamo distribuendo un documento a tutti i componenti del Politecnico. Chiediamo loro di restituirlo entro metà maggio con idee e proposte complete o anche semplici suggerimenti. Sarà un primo contatto per arrivare poi alla formulazione del dipartimento». Che accadrà dopo? «I dipartimenti dell'Università e del Politecnico sono sperimentali — chiarisce Stragiotti — la prova dura un massimo di quattro anni. E' un periodo di transizione che si è aperto nel luglio scorso con le norme sul riordino della docenza e con il "permesso" di sperimentazione. Si è voluto cosi iniziare a fornire la materia prima, i professori, (diventeranno 30 mila in Italia nei prossimi dieci anni) e cercare una strada che in un quadriennio indichi chiaramente quale dovrà essere la riforma completa degli A tenei. Il dipartimento in prospettiva sostituirà gli attuali istituti, così come le facoltà dovrebbero lasciare il passo ai consigli di corso di laurea». Il dipartimento raggruppando servizi, apparecchiature e uomini, offre vantaggi organizzativi ed assicura un migliore sfruttamento. Maria Valabrega

Persone citate: Bruno Maggi, Gabetti, Maria Valabrega, Stragiotti

Luoghi citati: Italia