Montefibre, slitta la «cassa» (ma solo per qualche giorno) di Francesco Bullo

Montefibre, slitta la «cassa» (ma solo per qualche giorno) Le lettere non partono, il sindacato non cambia posizione Montefibre, slitta la «cassa» (ma solo per qualche giorno) ROMA — I problemi dell'occupazione e del rilancio produttivo per la Montefibre sono slati ancora una volta rinviati. Il -caso» resta quindi aperto e al momento non si vedono possibili sbocchi positivi, anche se si allontana di qualche ora lo spettro della cassa integrazione. Oggi scadevano infatti i dieci giorni concessi dall'azienda, prima di passare alle sospensioni degli «esuberanti», in attesa di un incontro al ministero del Lavoro, ma l'appuntamento nel pomeriggio di ieri non era ancora stato fissato da Foschi, nonostante le sollecitazioni e le pressioni della Fulc (la Federazione unitaria dei chimici). Il sindacato era infatti preoccupato della ..latitanza» del governo e temeva che l'azienda ne approfittasse per prendere una decisione unilaterale: l'avvio della procedura per la «cassa» con la spedizione delle lettere ai 1131 lavoratori della Montefibre e ai 205 della Taban. Un pencolo che per ora non esiste. La società ha fatto sapere che «i dieci giorni» non vanno interpretati in modo tassativo ma indicano genericamente un periodo breve entro il quale occorre prendere decisioni, discutere gli assetti produttivi per evitare che la situazione si aggravi in modo irreparabile. In altre parole la Montefibre concede un ulteriore respiro alla Fulc. non fa della data (30 aprile) una questione di principio, ma neppure modifica di un millimetro la propria posizione: oltre ai 1700 dipendenti attualmente sospesi, ci sono altri 1336 unità eccedenti. Il nuovo ricorso alla cassa integrazione riguarda 110 dipendenti dello stabilimento di Ivrea. 419 a Pallanza. 96 a Vercelli. 506 a Marghera: a questi si aggiungono 205 lavoratori della Taban (194 a Pallanza e 11 a Vercelli). Anche il sindacato però non intende far marcia indietro. Accusa l'azienda e chiama in causa il governo. -La Montefibre crede che aver accolto l'invito a sospendere per dieci giorni l'ulteriore casra integrazione — dice Arnaldo Mariani segretario nazionale Fulc — sia un passo per raffreddare il nostro profondo dissenso nei confronti della sua posizione. Si sbaglia, troverà intatto il nostro "no" al suo piano per una serie di motivi». In altre parole è il rifiuto di riduzioni occupazionali superiori anche alle decisioni del Cipe. di un programma che - tende a recuperare margini di economicità non con innovazioni tecnologiche ina con tagli di posti-lavoro». di ridiscutere il livello dell'organico già concordato. Per Mariani, e quindi per la Fulc. Montefibre deve - venire al tavolo delle trattative con un progetto industriale stabilito nei suoi tempi; il fumo sugli investimenti, anche di grosse dimensioni, non serve più. L'azienda deve dire chiaramente dove e quando fa gli investimenti; quali impegni assume sulla ricerca per l'acrilico, il poliestere e il poliammidico; quali strumenti alternativi alla cassa ed ai "licenziamenti" utilizzare per definire l'assetto dell'occupazione; in/ine quali sono le alternative industriali nelle aree dei disinvestimenti sia al Nord che al Sud». -Se Montefibre non cliiarisce queste cose in un momento di ripresa del settore — conclude Mariani — la nostra linea di rifiuto non muta». E per dar forza alla delegazione che andrà a trattare al tavolo del governo oggi è stalo proclamalo uno sciopero in lutti gli stabilimenti del gruppo (le modalità sono decise dai singoli consigli di fabbrica). Un secco richiamo anche al governo: -Deve essere chiaro che è responsabile della "non politica" nel settore nonostante le decisioni del Cipi. Si faccia carico dei problemi e imponga, invece di mediare, le linee di programmazione alla Montefibre. altrimenti anch'esso diventa una nostra inevitabile controparte». Lo scontro quindi è solo rinviato. Francesco Bullo

Persone citate: Arnaldo Mariani, Foschi, Mariani, Taban

Luoghi citati: Ivrea, Pallanza, Roma, Vercelli