Tra Breznev e Gheddafi un solo screzio: le armi di Fabio Galvano

Tra Breznev e Gheddafi un solo screzio: le armi Mosca avrebbe rifiutato nuove forniture alla Libia Tra Breznev e Gheddafi un solo screzio: le armi □AL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Se il successo di una visita ufficiale si potesse misurare unicamente dalle formalità protocollari, quella di Gheddafi a Mosca entrerebbe sicuramente nell'albo d'oro del Cremlino. Nonostante la pioggia battente. Breznev (col ministro degli Esteri Gromyko e col membro del Politburo Ponomarev) ha accompagnato l'ospU.e fino alla scaletta dell'aereo che lo riportava in Libia: già era stato a Vnukovo. nonostante il peso dei suoi 74 anni, a riceverlo tre giorni fa. e gli aveva dedicato un intero pomeriggio e una serata (lunedi) e una mattinata (martedì), cosa che al Cremlino non avviene mollo di frequente. Le parole dei brindisi ufficiali e del comunicato congiunto, poi. hanno messo in risalto un'identità politica (soprattutto in funzione anti-americana) che forse Tripoli e Mosca non avevano mai sospettato. Ma e davvero stato un incontro senza screzi? Dopo l'ultimo colloquio che Gheddafi ha avuto ieri mattina con il premier Nikolai Tichonov (la Tass comunica che si è esaminalo lo «sviluppo dei rapporti fra i due Paesi in campi diversi»), si è saputo che fra Urss e Libia (è ancora la Tass a darne notizia) è slato firmalo un protocollo di collaborazione tpcnico-commerciale. E non sembra mollo, dopo lo «show» di amicizia di quesii giorni. D'altra parie il comunicalo congiunto non ha potuto ufficializzare quello che è sulla lingua di tutti negli ambienti diplomatici della capitale sovietica, e cioè che Gheddafi e venuto a chiedere armi. Questo, anzi, e un discorso che Mosca non gradisce. Impegnata nella sua «offensiva di pace» (la visita di Gheddafi è addirittura servila a Breznev per illustrare il suo «codice di condotta» verso i Paesi del Terzo Mondo), non potrebbe mai ammettere che dietro le parole di pace possa esserci stato un discorso militare. Lo si vede anche dalla prontezza con la quale la Tass ha censuralo ieri il parigino Les Kchos. secondo il quale Mosca avrebbe chiesto al leader libico basi militari in Libia, e Gheddafi avrebbe rifiutato. « Una menzogna», scrive l'agenzia ufficiale sovietica, precisando che «sono gli Stati Uniti e altre potenze occidentali, non l'Unione Sovietica, ad avere basi militari in Africa e nel Medio Oriente». Di basi forse no. ma di armi si e sicuramente parlato. L'Urss. come rivelano i dati del Military Balance e del Sipri. è la maggiore fornitrice di materiale bellico alla Libia di Gheddafi. Si dice che la Libia già disponga di alcuni modernissimi caccia sovietici Mig-25. e che altri ne voglia. Si dice che intenda ammodernare il suo schieramento di carri armali e di semoventi lanciamissili. Si dice che voglia — in breve — contrastare le vendite di armi americane all'Egitto e all'Arabia Saudita. Ma si dice anche che Mosca ritenga già sufficiente l'armamento libico. Di tulio questo il comunicato congiunto, diramato a tarda sera, non parla. Sottolinea invece lutti i punti di politica estera sui quali Mosca e Tripoli non potrebbero non concordare, dalle generiche aspirazioni di pace alle mire dei «circoli imperialisti» Usa. dai «pericoli» del Medio Oriente al problema più specifico rappresentato dagli accordi di Camp David, dalle minacce in Libano, nel Golfo Persico e nell'Oceano Indiano (la base Usa di Diego Garcia. per esempio) al problema afghano (con la formula bene accetta a tulli della «fine di tutte le forme di interferenza esterna»). Un comunicalo fatto per sotlolineare l'amicizia formale all'ombra della quale si sono svolli gli incontri. Fabio Galvano