Forse Moretti e Fenzi a Milano preparavano il sequestro Cirillo

Forse Moretti e Fenzi a Milano preparavano il sequestro Cirillo Forse Moretti e Fenzi a Milano preparavano il sequestro Cirillo Il professor Senzani, già implicato nel rapimento del giudice DUrso, avrebbe continuato l'opera dei compagni - Vertice con Rognoni in Prefettura a Napoli: «Necessaria la massima unità delle forze politiche» Qualche perplessità nel fronte della «fermezza»? - La misteriosa talpa DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE NAPOLI — Dopo la rivendicazione, si attendono ora le richieste. Cosa chiederanno le Brigate rosse in cambio della vita dell'assessore Ciro Cirillo? L'interrogativo, non meno angosciante che in altre precedenti occasioni, questa volta crea negli inquirenti e nel governo preoccupazioni ancora maggiori. Nel volantino fatto recapitare assieme alla foto dell'assessore ripreso nella -prigione del popolo», le Br hanno fatto intendere chiaramente quali sono i temi nuovi della loro «campagna di primavera» da portare avanti nella zona del terremoto: case per i senzatetto e lavoro per gli emarginati. Due problemi che, da soli, potrebbero riscuotere preoccupanti consensi in una città ormai al limite del collasso economico e sociale. Non appare difficile, in questo quadro, prevedere dunque il contenuto del ricatto delle Brigate rosse: requisizioni di case e posti di lavoro. Per rispondere alla probabile richiesta e per concordare, soprattutto, una risposta unitaria a livello istituzionale oltre che politico, ieri mattina, nel palazzo della Prefettura, si è svolto un vertice presieduto dal ministro dell'Interno. Alla riunione hanno preso parte, con Rognoni, il sottosegretario Sanza, il commissario per le zone terremotate Zamberletti, il capo della polizia Coronas. il prefetto di Napoli Biondo, il procuratore della Repubblica Cetrangolo, il procuratore generale presso la Corte d'Appello Barbieri, il generale dei carabinieri Siracusano ed il capo dell'Ucigos De Franciscis. Al termine dell'incontro, Rognoni, che prima del vertice si era consultato con lo stato maggiore della de parlando prima con Piccoli, poi con De Mita e infine con Gava, non sembrava del tutto soddisfatto. «Quella di stamane — ha dichiarato ai cronisti — è stata una riunione operativa sulle cui conclusioni ritengo doveroso da parte mia il massimo riserbo'. «Non mi stancherò mai di dire — ha comunque aggiunto — che è necessario in queste occasioni la massima unità delle forse politiche unitamente ad una massiccia mobilitazione dell'opinione pubblica». Ma sul tema della «fermezza» c'è il rischio che il fronte sia destinato a incrinarsi. La minaccia proviene proprio dal Consiglio regionale di cui l'assessore Cirillo fa parte. Dice infatti il presidente della giunta, De Feo: -D'accordo anche con gli altri consiglieri abbiamo deciso pressoché all'unanimità di fare tutto il possibile per riavere Cirillo tra noi». Poi aggiunge con malizia: -Vuol dire che faremo un altro caso D'Urso... E li i suoi colleghi, i magistrati, si sono dati da fare L'allusione rimane sospesa. Il discorso scivola sulla presunta «talpa» alla Regione. Nel covo di Casoria, scoper¬ to dopo l'assassinio di Pino Amato, l'assessore ucciso da un commando delle Br nel maggio dello scorso anno, gli inquirenti sequestrarono diversi documenti che contenevano informazioni sugli uffici della Regione giudicate abbastanza riservate. Nel «volantone» di oltre cento pagine fatto trovare dai terroristi insieme alla foto di Cirillo e al comunicato numero 1 pare vi siano altri particolari sulla Regione che solo poche persone potevano conoscere. Ancora: Ciro Cirillo quando è stato sequestrato (lunedì sera intorno alle 21,30) era tornato a Napoli da poche ore. Era stato quattro o cinque giorni negli Stati Uniti ed era rientrato domenica sera. Chi, ancora una volta, aveva per tempo informato i brigatisti? «Io non ci credo — dice De Feo — certo che a questo punto il problema della "talpa" ce lo siamo posto. Ma come si fa?...». Gli inquirenti invece non parlano. E solo ora si viene a sapere che il documento di 132 pagine fatto pervenire dalle Br con la foto di Cirillo altro non è se non la risoluzione strategica numero 14: una copia di essa fu trovata in possesso di Enrico Fenzi il 4 aprile scorso quando venne arrestato a Milano insieme con Mario Moretti. Si fa quindo l'ipotesi che Moretti e Fenzi fossero a Milano per reclutare il commando armato che doveva compiere l'agguato a Napoli. Alla cattura in Lombardia è sfuggito il professor Senzani (già coinvolto nel sequestro D'Urso): forse proprio lui ha completato il piano iniziato da Fenzi e Moretti. Sin d'allora al Viminale si sapeva che l'attenzione delle Br si era spostata dal «carcerario» al «problema Sud» e delle zone terremotate in particolare. Non solo, ma gli inquirenti erano anche al corrente che Giovanni Senzani aveva insegnato per tre anni (dal '70 al '73) proprio a Torre del Greco nella stessa via Cimaglia dove abita Ciro Cirillo. Nella cittadina campana Senzani ha conservato ancora alcuni amici con due dei quali, pare, l'estate scorsa è andato in vacanza in Calabria. Sul piano delle indagini vere e proprie non ci sono novità di rilievo. Secondo una ricostruzione effettuata dai carabinieri, almeno quindici persone avrebbero preso parte all'azione. Ruggero Conteduca di 36 anni. Messo a soqquadro l'appartamento, i malviventi rastrellavano contante e gioielli per un valore di quaranta milioni. Intanto la signora Liani riusciva ad azionare l'allarme, collegato con la centrale dei vigili notturni dell'Urbe, che intervenivano con alcune auto di pronto impiego. Anche alcune pattuglie del commissariato Flaminio Nuovo accorrevano in via Cassia. Dinanzi al 531, dove abita la famiglia Liani. si radunavano numerose persone. I due rapinatori, che erano stati bloccati dai vigili e dai poliziotti mentre uscivano dall'appartamento dell'industriale, una volta in strada venivano circondati da una folla minacciosa. Solo il deciso intervento delle forze dell'ordine riusciva ad evitare gravi conseguenze.