Come sempre, a primavera

Come sempre, a primavera Come sempre, a primavera Si avvicina il mese degli scrutini e degli esami e gli insegnanti annunciano che intendono bloccare la regolare conclusione dell'anno scolastico. E' un rito che si ripete puntualmente. Nel giugno dell'80 iallora ministro della Pubblica Istruzione Sarti aveva minacciato «provvedimenti straordinari- per risoli-ere una situazione che si faceva pesante. Dopo disagi per studenti e famiglie, delusione e stanchezza per i docenti si era giunti ad un accordo accettato da tutti i sindacati della scuola. L'accordo non è stato rispettato, e siamo da capo con gli scioperi. Le colpe delle inadempienze sono attribuite al governo, troppo lento nel rispettare i punti concordati, al Parlamento che non trova il tempo per esaminare e approvare i disegni di legge. I partiti si accusano a incenda di «mancanza di sensibilità e di volontà politica». E' la paralisi legislativa che avviluppa l'intero Paese. In più si aggiunge la crisi economica, che induce il governo a rinviare l'attuazione degli accordi stipulati dai singoli ministri con i settori del pubblico impiego, nel tentativo dichiarato di rompere la spirale dell'inflazione. In tanto disordine il caso della scuola fa spicco. Si scon¬ tano l'eccessiva faciloneria di partiti e sindacati nell'accogliere tutte le richieste, senza scegliere il buono dal demagogico, l'incapacità dell'esecutivo di far previsioni e di sciogliere i nodi a mano a mano che si presentano. Con scrutini e esami rinviati il danno è evidente. Ma peggio ancora è il discredito che cade sull'insegnamento, e smorza tutte le buone intenzioni, e il cattivo esempio che si dà ai giovani. Che educazione ricevono se già nella scuola apprendono che è necessario ricorrere alla forza per far valere i propri diritti? K. tr.