Autonomia minaccia i testi del sette aprile di Giuliano Marchesini

Autonomia minaccia i testi del sette aprile Nuove tensioni e paure a Padova Autonomia minaccia i testi del sette aprile L'aggressione a Gianni Canova ha interrotto un periodo di tranquillità - Una scritta contro esponenti comunisti e della Cgil - Il pei: «Chi fornisce ai terroristi informazioni segrete?» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE PADOVA — Gianni Canova, testimone nell'inchiesta «7 Aprile.., ha passato mezz'ora nello spavento, venerdì notte: aggredito e «interrogato- da un gruppo di terroristi, che gli hanno messo al collo un cartello con la scritta: •'Sono una povera spio». Cosi Padova torna ad essere inquieta, dopo una tregua piuttosto lunga, che aveva dato alla città un senso di sollievo. Uno dei componenti il commando ha scattato una foto di Gianni Canova, poi qualcuno s'è incaricato di far pervenire questa immagine avvilente al «Mattino di Padova*. Il teste dell'istruttoria a carico dell'Autonomia appare cosparso di una poltiglia di colla e piume, una pistola a canna lunga puntata contro una tempia. Sul retro della fotografia, c'è il secco comunicato del gruppo d'assalto: dice che Canova -ha amìnesso di essere un agente provocatore di Tamburino e del pcU, aggiunge che -il processo è stato registrato» e che seguirà un verbale. «Per noi — concludono gli aggressori — il 25 aprile verrà festeggiato quando tutti i compagni usciranno dalle galere». Questa impresa è stata firmata dal «Fronte comunista per il contropotere», che non è nuovo nel panorama del terrorismo del Veneto: la stessa formazione mise alla gogna, il 22 ottobre scorso, un caporeparto del petrolchimico della Montedison di Porto Marghera, costretto a reggere la scritta: «Sono uno sfruttatore della classe operaia». Stavolta, il «Fronte comunista per il contropotere» è andato a colpire tra coloro che hanno dato sostegno, con le loro dichiarazioni, all'inchiesta sull'Autonomia condotta dal sostituto procuratore della Repubblica Pietro Calogero. E nella rivendica uaiogero. a neua rivendica- zione è messo di mezzo anche Giovanni Tamburino, il giudice che sette anni fa scavò nell'organizzazione eversiva fascista «Rosa dei venti». Che c'entra questo magistrato?, si è chiesta la gente. Tamburino ha spiegato perché anch'egli è divenuto un bersaglio: -Conoscevo Gianni Canova, e quando seppi della sua intensione di testimoniare sui fatti interessanti l'istruttoria sull'Autonomia organizsata, allora già in fase formale, lo indirizzai, come mio dovere, al giudice istruttore». Nessuno, fino alla settimana scorsa, s'era interessato di Canova: nel quadro delle testimonianze a carico dell'Autonomia padovana quest'uomo sembrava avere un posto marginale. Il commando del «Fronte comunista per il contropotere» lo ha inspiegabilmente «pescato» nella lista dei testi. In questo episodio, c'è qualcosa che forse indica un'altra svolta, nelle vicende di Padova. Per parecchio tempo, mentre tirava avanti l'indagine sull'Autonomia, la città è rimasta abbastanza tranquilla. Un segno inquietante di ripresa s'è avuto il 10 aprile, quando una carica di tritolo ha squassato una sezione padovana della de. Poco dopo quell'attacco, il segretario provinciale comunista. Franco Longo. rilasciò una dura dichiarazione contro l'Autonomia: «Gli autori dell'attentato — disse l'esponente del pei — si sono ricollegati certamente all'anniversario del 7 aprile. L'incapacità di andare alla mobilitazione di massa li ha spinti a prendere la riinncita sul terreno a loro più tradizionale. Questo episodio dimostra che la lotta all'Autonomia organizzata non è mai conclusa, al di là di certi positivi risultati». Quindici giorni dopo, il par¬ (Quindici giorni dopo, il par- tito comunista è stato l'obiettivo del «Fronte». Nel rilasciare Gianni Canova, uno del commando ha tracciato sul muro una scritta che riguarda altri testimoni di Calogero: «Pavanello. Romito. Troilo e Cecchinato, per voi non c'è domani». Troilo è capogruppo consiliare del pei in Comune, gli altri sono sindacalisti della Cgil. Il partito comunista replica con una nota in cui manifesta, tra l'altro, preoccupazione -per l'evidente possibilità dei terroristi di utilizzare informazioni coperte dal segreto istruttorio». Giuliano Marchesini

Luoghi citati: Padova, Veneto