Biasini: tocca alle Regioni la tutela delle arti contemporanea e popolare di Angelo Dragone

Biasini: tocca alle Regioni la tutela delle arti contemporanea e popolare Intervista con il ministro sulla legge per i beni culturali Biasini: tocca alle Regioni la tutela delle arti contemporanea e popolare Le Soprintendenze lamentano carenze di personale, ma «gli organici sono quelli previsti» Siamo l'unico Paese a non vendere guide e cartoline nei musei - «Ora si tratta con i sindacati per risolvere il problema» - Previsti contributi dello Stato per chi possiede beni culturali TORINO — E' stato a Torino, per una serie di incontri regionali, il ministro per i Beni culturali. Oddo Biasini. Ha parlato di «Istituzioni e Beni culturali in Italia e in Piemonte», consentendo a rispondere ad alcune domande clie gli abbiamo rivolto su argomenti di particolare attualità, come l'elaborazione della legge di tutela dei Beni culturali tuttora in gestazione. «Vi faceva riferimento l'art. 48 del Dpr n. 616 che ne prevedeva il compimento entro la fine del 79» ha fatto notare il ministro. «Si tratta dunque di un importante adempimento che. tra l'altro, dovrà stabilire, in materia di Beni culturali, le competenze di Regioni ed Enti locali». — Qua! è il motivo ispiratore che dovrebbe caratterizzare la nuova legge? «Quello di superare ogni contrasto puramente ideologico che possa insorgere tra Stato e Regioni nel fissare obiettivi comuni pur nelle rispettive, diverse funzioni. In effetti la legge tenderebbe a distinguere tra la "tutela"che spetta prevalentemente, ma non esclusivamente, allo Stato e la "valorizzazione" che dovrebbe competere prevalentemente, ma non esclusiva¬ mente, alle Regioni». — Quali sono i concetti innovati, rispetto alla vigente legislazione? «Intanto, lo stesso concetto di Bene culturale: si è di fatto rinunciato a darne una definizione filosofica, preferendo intenderlo nella sua concretezza come "manifestazione significativa della creatività, della conoscenza e del lavoro umano". Un altro concetto nuovo, non di astratto carattere giuridico, ma anch'esso attento al concreto, è quello che nell'azione di tutela considera proprie dell'oggetto le qualità che ne fanno un "bene culturale"; titolo che non gli deriva quindi dall'imposizione del vincolo. Di fatto è ciò che implica una più larga possibilità di fruizione pubblica, cui corrisponde una necessaria limitazione delle prerogative di proprietà. Ne discende però — ed è un altro elemento nuovo — una serie di obblighi particolari che lo Stato doterebbe assumersi nei confronti dei possessori di beni culturali, in favore dei quali si prospettano facilitazioni, contributi e sgravi fiscali. Un complesso di norme di cui, d'accordo col ministro delle Finanze Reviglio, si potrebbe anche decidere di anticipare gli effetti, per mettere al più presto l'Italia al passo con le altre nazioni, in questa materia». — Quali potranno essere i compiti specifici di tutela affidati alle Regioni? «Ad esempio la catalogazione dei Beni culturali, ma secondo norme previste in sede centrale, per assicurare al lavoro la necessaria uniformità sull'intero territorio nazionale. Poi, compiti di tutela nel campo delle arti popolari e per l'arte contemporanea che per la prima volta viene presa in considerazione da una legge di tutela». — L'arte antica allo Stato, dunque, l'arte moderna alle Regioni? «Capisco che qualcuno potrebbe pensare che in tal modo si rischia di suddividere un patrimonio culturale in due categorie, con opere d'arte di serie A ed altre di serie B. Nello spirito della legge si è viceversa inteso riconoscere il diverso carattere che distingue le opere d'arte contemporanea, con i loro particolari criteri dì fruizione. Qualcosa in materia potrà ancora essere discusso prima della presentazione al Consiglio dei ministri e al Parlamento». — Non se ne riparlerà in se- de di Consiglio Nazionale dei Beni culturali? «Lo si deve ancora decidere, ma con le ultime elezioni si è costituito un nuovo Consiglio ed è quindi probabile che lo si riveda proprio in questa sede». — A parte la nuova legge, vi sono interventi di grande importanza che impegnano il ministero e i suoi uffici periferici. E' il caso, tra l'altro, del castello della Venaria Reale. Quale supporto potrebbe dare il ministero alla Soprintendenza che da anni procede sulla via di un restauro di cui. attualmente nessuno saprebbe prevedere la conclusione? «Un restauro complessivo, si è calcolato, costerebbe intorno ai 20 miliardi. Per il castello e la eh iesa di San t'Uberto il finanziamento è stato portata per l'81, a un miliardo e mezzo. Oltre un miliardo è previsto per V82 e un miliardo ancora per l'anno seguente. Il problema sta però anche nel trovare una destinazione attuale consona ali 'edificio». — Si ha l'impressione che. pur disponendo attualmente di un maggior numero di custodi e di funzionari direttivi, le Soprintendenze abbiano ancor oggi notevoli difficoltà per il personale. I nuovi assunti chiedono spesso di rientrare nei luoghi di provenienza, città dell'Italia centro-meridionale. E così si è di nuovo in crisi. «Non ne è però responsabile il ministero che assume, come vuole la legge, per concorso-. — Le Soprintendenze lamentano l'insufficienza del personale intermedio: nelle segreterie, assistenti, restauratori. Non si potrebbe fare anche in questo settore quel che il ministro Spadolini aveva stabilito per ovviare alla mancanza di custodi e personale scientifico? • Gli organici ,sono quelli previsti». — Ma perché non si cambia una legge inadeguata affinché possa assicurare il normale funzionamento degli organismi che ci si ripromette? Non le sembra assurdo, per esempio, che da dieci anni, unico Paese al mondo, soltanto in Italia non si riesca a vendere all'interno dei musei statali neppure una cartolina o una diapositiva? «Non è un problema che non si possa risolvere. E' il risvolto di una legge sostanzialmente giusta, la cui applicazione ha però portato all'irrigidimento delle categorie interessate. Da qualche mese sono però state riprese le trattative con i sindacati. Potrebbe essere la volta buona per uscire da una situazione di indubbio disagio». Angelo Dragone

Persone citate: Biasini, Oddo, Reviglio, Spadolini

Luoghi citati: Italia, Piemonte, Torino, Venaria Reale