Schmidt a Riad con tre «assi» di Tito Sansa
Schmidt a Riad con tre «assi» OSSERVATORIO Schmidt a Riad con tre «assi» Un'importanza «vitale'» e forse «decisiva» per il futuro economico della Germania Federale viene attribuito negli ambienti politici di Bonn alla visita di due giorni che il cancelliere Helmut Schmidt ha cominciato ieri nell'Arabia Saudita. Il governo di Riad — si dice nella capitale tedesca — ha tre assi nella manica, con i quali è in grado di «estorcere» dalla Germania quel «know lia\v>> tecnologico e quelle armi di cui ha bisogno: le forniture di petrolio per il prossimo ventennio, la concessione di credili per miliardi alle casse dissestate di Bonn e l'affidamento di commesse per altre decine di miliardi di marchi all'industria tedesca in fase recessiva. Nel giugno dell'anno scorso, durante la sua visita a Bonn, il re dell'Arabia Saudita Khaled riusci u strappare al cancelliere Helmut Schmidt la promessa che la Germania avrebbe fornito al suo Paese 300 esemplari del carro armato «Leopard 2". considerato dagli esperti militari il migliore carro da combattimento esistente al mondo. Da quel giorno sono cominciati i guai per Schmidt. che non soltanto Israele è insorta, ma anche a Bonn forti correnti politiche hanno protestato, richiamando il governo ai propri impegni di non vendere armamenti in «zone di tensione^. Da gennaio, da aitando il settimanale Der spiegel ha rivelato la promessa falla da Schmidt al re saudita, la discussione si è andata accentuando e non è terminala neppure al momento della partenza del cancelliere per Riad. '•affronto agli israeliani') gridano molti so¬ cialdemocratici, «pericolo di guerra nel Medio Oriente') affermano molti democristiani, "mania tedesca di grandezza') dicono altri, nel criticare la promessa fornitura dei carri armati. La clobbyo della grande industria e diversi uomini politici democristiani e liberali — al contrario — sono dell'avviso che «non si può venir meno alla parola data", che ciò sarebbe «uno schiaffo per gli arabi». Il socialdemocratico Wisehnewski parla di «interessi della pace nel Medio Oriente) che possono venire garantiti soltanto aiutando Riad nella sua difesa. Ma dietro alle belle parole, stanno la preoccupazione dei politici responsabili, delle grandi banche e dell'industria che gli arabi sauditi possano « vendicarsi■> per la mancala fornitura dei carri «Leopani" rifiutando la garanzia per le forniture del petrolio, stralciando i loro programmi di crediti «da mille e una notte') e soprattutto affidando ad altri (giapponesi, coreani, inglesi, francesi, italiani) le commesse che i tedeschi si aspettano in cambio dei «panzer". la posta in gioco è enorme: il governo di Riad ha pronto un piano quinquennale con una spesa di 250 miliardi di dollari, più del doppio dell'intero bilancio dello Stalo tedesco per l'anno 1981. E Helmut Schmid! si trova in un dilemma che sembra insolubile: se tiene fede alla parola data e dà il nulla osta per i < Leopard - si crea nemici in patria e all'estero, se invece nega il suo consenso, mene in difficolta l'industria e l'intera economia della Germania federale. Tito Sansa Schmid!: dilemma di Leopard in cambio di greggio saudita
Persone citate: Helmut Schmid, Helmut Schmidt, Leopard, Schmid, Schmidt
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