Una «nobile» decaduta e senza belletto

Una «nobile» decaduta e senza belletto Torino-Inter (povera di stimoli) stavolta non richiamerà il grande pubblico Una «nobile» decaduta e senza belletto Così la Serie A Juventus, Roma e Napoli p. 35 Inter 29 Bologna e Fiorentina 25 Torino, Cagliari e Catanzaro 24 Avellino 22 Como, Udinese, Ascoli 20 Brescia 18 Pistoiese 16 Perugia 13 TORINO — Dicono i due allenatori che Torino-Inter sarà una partita vera, perché tradizione e cartello non possono essere spazzati via di colpo dalla grama situazione in classifica. E su questo postulato semplice quanto vuoto costruiscono a discorsi la loro pallila. Cazzaniga: «L'Inter è sempre l'Inter, dobbiamo affrontare l'impegno con la giusta concentrasione». Bersellini: «Occorre giocare alla grande, per il quarto posto in classifica e per la nostra credibi¬ lità». C'è qualcosa che non quadra, stavolta è difficile dare una parvenza di beltà alla nobile decaduta, manca persino il belletto. Non ci sono stimoli, da qualunque ottica si osservi l'avvenimento, ed il particolare, se non dalla qualità della gara, sempre difficile da prevedere, sarà sicuramente confermalo dalla scarsa affluenza di pubblico. Un segno importante e anche amaro per il Torino, che ad una stagione fallimentare dal punto di vi¬ sta tecnico deve aggiungere la sfortuna del calendario. Negli ultimi cinque anni, in occasione dell'arrivo dell'Inter, hanno assistito in media quasi 50 mila spettatori a partila, ma adesso anche i nerazzurri hanno poco da offrire in quanto a classifica e la gara rischia veramente di essere disputata davanti a pochi intimi, con ovvie conseguenze negative sull'incasso. E' una situazione un po' triste, che del resto gli stessi allenatori confermano appena il discorso scivola su temi reali e le parole «orgoglio., e «riscallo» lasciano il posto a valutazioni concrete. «In verità è difficile preparare una partita del genere — osserva Cazzaniga — mancano gli stimoli, anche quelli che possono derivare dalla posizione in classifica degli avversari, come accadde ad esempio col Napoli. Ovviamente il discorso è più ampio, riguarda il concetto di professionalità di tutti i calciatori italiani. Che partita sarà? Beh. speriamo di vedere gol e spettacolo». Dal punto di vista degli incentivi, il Torino sta certo peggio dell'Inter. Qualcuno possiede spinte individuali perché, si sa. spesso un buon finale di campionato può salvare una stagione, però la più parte dei granata ha la mente occupata dalle voci di mercato. L'unico obiettivo che rimane alla squadra è la Coppa Italia, ma non si vede come il traguardo possa offrire stimoli particolari per affrontare l'Inter in campionato. La quale Inter, almeno, può contare su due obiettivi diciamo cosi più immediati: il quarto posto in classifica (pensando alle coppe europee) e la volontà di dimenticare in fretta la bruciante eliminazione ad opera del Real. La differenza fra le due formazioni, se passa l'esempio, e che la prima giocherà mossa esclusivamente da spinte individuali e la seconda sarà animata anche da un minimo di spirito di squadra: povere premesse davvero per una -classica». Sulle formazioni, quasi lutto e deciso. Il Torino ha Cutlone infortunalo (contusione al polpaccio) e D'Amico in non perfetie condizioni fisiche, al pari di Francini che lutlavia andrà in panchina. Giocherà dunque Salvadori terzino sinistro, il resto e immutalo con i rientri dopo la squalifica di Sala e Canova. Cazzaniga parla di D'Amico: «Nessuna incomprensione fra di noi. Se fosse stato a posto avrebbe avuto la maglia numero sette, glielo avevo promesso già in inizio di settimana». Bersellini. sull'altro fronte, ha ancora un dubbio da risolvere: Caso o Ambu all'ala sinistra. E' comunque probabile l'impiego del primo, in modo da non sbilanciare troppo la squadra in avanti. Sarà invece in panchina Oriali. fermo da due mesi e pronto a rientrare nella mischia all'occorrenza. Da segnalare, infine, un colloquio Mozzini-Mazzola. Il difensore ha chiesto conferma di cene voci che lo dicono al Bologna per la prossima stagione, mostrandosi favorevole ad un eventuale trasferimento. Carlo Coscia