La polizia non ha più le stellette dopo 10 anni la riforma è realtà

La polizia non ha più le stellette dopo 10 anni la riforma è realtà Ieri cerimonie in tutta Italia, messaggio del ministro Rognoni La polizia non ha più le stellette dopo 10 anni la riforma è realtà Si chiama «polizia di Stato», soppresso il corpo militare - Il ruolo del «Movimento democratico» ROMA — Ufficiali e sottufficiali di polizia hanno restituito le sciabole avute in dotazione, la fascia azzurra e. i primi, anche il diritto a fregiarsi del titolo di Nobiluomo (facoltà di cui invece non godevano i funzionari). Con una serie di «incontri simbolici» è avvenuta la «consegna simbolica» delle mostrine che sostituiscono le stellette militari: il ministro Rognoni si è incontrato con il questore di Milano, il capo della polizia Coronas con quello di Roma, il sottosegretario Sanza con quello di Potenza. L'entrata in vigore della riforma con cui il corpo delle guardie di pubblica sicurezza e il corpo di polizia femminile vengono sostituiti dalla «Polizia di Stato», è un evento storico. Il ministro Rognoni ha rivolto alle forze di polizia un messaggio di saluto e di augurio in cui. sottolineando la coincidenza con l'anniversario della Liberazione, si è rifatto ai valori della Resistenza «che ancora oggi devono essere riaffermati e rivissuti per la salvaguardia e lo sviluppo della nostra democrazia». Ha aggiunto: «In questo impegno il Paese sa di poter contare sulla presenza vigile e operante di una polizia rinnovata nelle sue strutture organizzative, certa nei suoi ordinamenti, giustamente ancorata alla t'ita sociale e soprattutto consapevole della peculiarità di un compito essenziale al seriùzio dell'intera comunità». La base reagisce in maniera diversa. Alcuni agenti sanno poco del cambiamento che sta per investire il loro settore. Ancora ieri al ministero sono stati ricevuti questori — sono stati chiamati uno per uno —per le debite comunicazioni. «Un gruppo di circolari è partito per le caserme, i posti fissi di polizìa, i commissariati». dicono al Viminale. Ma una voluminosa illustrazione della riforma — quasi duecento pagine, redatte da vari gruppi di lavoro — è ancora sui tavoli dei direttori generali del ministero, ancora frazionata nei blocchi distintamente elaborati. Dove c'è stata disinformazione, è cresciuta, magari in modo spropositato, l'aspet- tativa per i vantaggi economici. Un appuntato ha chiesto al suo superiore che cosa sarebbe cambiato per lui. Ha appreso che saltava due gradi, diventava brigadiere. «Soltanto questo?», si è lamentato. «Da noi la base è molto euforica», racconta Armando Fontana, già maresciallo di ps. ora sovrintendente, in servizio a Imperia. «1 vertici invece, soprattutto quelli militari, sono amareggiati. Sanno fare solo i militari. E il corpo militarizzato degli agenti di ps non esiste più. Con i funzionari certe barriere sono cadute. Ora che noi del Movimento democratico non siamo più i fuorilegge, i carbonari, i sovversivi, i rapporti sono distesi. Cinque funzionari hanno già firmato la scheda di adesione al Siulp (sindacato unitario). Ma mi rendo conto che noi siamo una punta avanzata. In Italia non si ritrova ovunque la stessa realtà. Noi abbiamo alle spalle dieci anni di lavoro sindacale, quotidiano. Il Sud — e lo dico con molto dolore, come meridionale —. dove le minacce e i soprusi lianno impedito che si creasse un forte movimento dei poliziotti democratici, anche a questo appuntamento storico sarà in ritardo». La riforma viene salutata dai suoi colleghi come una grande vittoria. La smilitarizzazione, il nuovo inquadramento del personale, la migliore retribuzione, i diritti sindacali vengono apprezzati appieno. Ma le aspettative vanno ancora al di là. Sono rapportate ai lunghi anni di attesa, ai 'giorni tristi delle minacce», alle «mortificazioni inflitte dai superiori». all'«umiliazionc dell'ignoranza, che conduce all'impotenza, alla facile subordinazione». In questi dieci anni di attesa della riforma. Fontana («Ho fatto la quinta elementare») e stato un leader del Movimento. Dice: «Io non mi iscriverò mai a nessun partito. Ma non l'aglio più essere un poliziotto fascista. L'ho fatto per tanti anni. E allora nessuno ci ha criticato per questo. Quando abbiamo detto "no", hanno detto che la politica era entrata nella polizia. Non è vero. Abbiamo capito che esiste un altro modo di vivere e di avere dei rapporti. Vogliamo essere al servizio dei cittadini e non solo dei potenti». Liliana Madri.

Persone citate: Armando Fontana, Coronas, Fontana, Rognoni, Sanza

Luoghi citati: Imperia, Italia, Milano, Potenza, Roma