Il bisturi nel cuore di 53 bambini (ma per altri cento non c'è posto)

Il bisturi nel cuore di 53 bambini (ma per altri cento non c'è posto) Cardiochirurgia infantile, un altro problema da affrontare Il bisturi nel cuore di 53 bambini (ma per altri cento non c'è posto) Il reparto dell'ospedale Regina Margherita è in fase di ristrutturazione, ma i tempi sono lunghi - Quando sarà sistemato potrà soddisfare tutte le esigenze del Piemonte Nel 1980 il bisturi del prof. Margaglia, primario di cardiologia all'ospedale infantile Regina Margherita, ha frugato nel cuore di 53 bambini. Nel '79 gli operati furono 91. e 60 nel 1978. 'Il rallentamento è dovuto alla ristrutturazione del reparto» spiega il direttore sanitario dott. Domenico Tapparo; dopo i lavori, la capacità operativa dovrebbe sfiorare i 160 interventi l'anno, sufficienti, secondo le statistiche e i dati epidemiologici, per le esigenze dei 420 mila bambini piemontesi (da 0 a 14 anni). «Per questi mesi — aggiunge Tapparo — dobbiamo limitarci alle emergerne» e non si sa neppure, purtroppo, quanto saranno lunghi questi mesi, visto che la ristrutturazione comporta anche il riordinamento dell'emodinamica, una sezione autonoma di degenza con una trentina di letti, la riorganizzazione dei reparti vicini in linea dipartimentale, dalla cardiologia alla rianimazione. «Emergenza» significa aprire il cuore, in circolazione extracorporea, a un bambino di nemmeno un mese e fa una certa impressione leggere sulle statistiche dell'ospedale l'età degli operati: «daOal mese», «da 1 a 3 mesi» eccetera. E leggere le diagnosi: difetto interatriale, stenosi polmonarevalvolare, dotto di Botallo. stenosi aortica, coartazione aortica e altre ancora. Sono neonati che arrivano d'urgenza dalle sale parto di tutti gli ospedali piemontesi e per i quali non c'è un minuto da perdere. Specie con le attrezzature che hanno oggi le ambulanze, cioè nessuna. Almeno l'Unità sanitaria torinese provvedesse ad attrezzarne adeguatamente una per consentire un viaggio meno disperato e sotto costante controllo di uno specialista. L'argomento cardiochirugia pediatrica è stato sfiorato mercoledì in Consiglio regionale nel dibattito sul futuro immediato del Centro Blalock delle Molinette e soprattutto il liberale Bastianini ha messo in rilievo l'importanza della questione che forse a molti consiglieri era sfuggita. Ogni anno in Piemonte sono da operare da 150 a 200 bambini: dove vanno, visto che ora l'Infantile può fare solo le emergenze? (Ma ieri è stato operato un bambino di 18 mesi con una «comunicazione interventricolare»). La camera operatoria viene usata mediamente due volte la settimana, ma non è problema di équipe o di capacità della sala, è di quel reparto che, come abbiamo visto, è in via di allestimento. E i tempi edilizi, come si sa. sono sempre più lunghi del previsto. Questo discorso riporta al problema del Blalock: i 6 mesi previsti per la ristrutturazione saranno veramente tali? Il presidente dell'ospedale. Poli, aveva parlato di «otto mesi, sei a essere ottimisti», ieri qualcuno diceva già nove mesi. «Ma non darò l'autorizzazione a cominciare i lavori — ci ha detto ieri l'assessore Bajardi — fino a quando non avrò la garanzia che i mesi saranno sei e nemmeno un giorno dipiù». Aggiunge: «Da questi lavori il Blalock deve uscire potenziato, in grado di far fronte ai problemi della cardiochirurgia piemontese. Il Piano sanitario regionale prevede questa sua funzione, affiancato da 9 poli cardiologici diffusi sul territorio secondo le esigenze che emergeranno dalle indagini che stiamo compiendo». Si. ma nel frattempo, come si intende affrontare questi sei mesi durante i quali sarà impossibile fare più di un'operazione al giorno? La domanda richiede da gennaio una risposta urgente che non è ancora venuta. Domenico Garbarino

Persone citate: Bajardi, Bastianini, Blalock, Botallo, Domenico Garbarino, Domenico Tapparo, Margaglia, Tapparo

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