L'accordo tra Dolorine e U. S. Steel allarga la strategia estera delle «Partecipazioni»

L'accordo tra Dolorine e U. S. Steel allarga la strategia estera delle «Partecipazioni» Firmato ieri il nuovo contratto, dopo quello Alfa-Nissan e Eni-Occidental L'accordo tra Dolorine e U. S. Steel allarga la strategia estera delle «Partecipazioni» DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Tutti soddisfatti: il ministro delle Partecipazioni Statali. De Michelis. giunto apposta da Palermo dove si sta svolgendo il congresso del psi; il presidente dell'Iri. Pietro Sette che. oltre ad usarlo come fiore all'occhiello per un'eventuale rielezione, può contare su un solido sostegno alla disastrata siderurgia pubblica; il presidente della Us Steel. David Roderick. interessato alla tecnologia italiana. Si tratta del contratto stipulato dalla Finsider (i gruppi direttamente impegnati sono la Dalmine e la Innocenti Santeustacchio) con il colosso americano per un valore prossimo ai mille miliardi distribuiti in un quinquennio. La firma è avvenuta in grande stile ieri all'Iri. ma la notizia era già nota. La Dalmine fornirà alla Us Steel circa 20.000 tonnelate l'anno di tubi d'acciaio senza saldatura per cinque anni e l'Innocenti Santeustacchio un laminatoio basato interamente sulla tecnologia italiana. Secondo De Michelis l'intesa si inquadra nel processo di apertura delle imprese statali ai part- ners esteri, finóra caratterizzato dagli accordi Alfa-Nissan e Eni-Occidental. Un punto che sembra stare molto a cuore al ministro delle Partecipazioni statali, proteso da tempo a cancellare dall'industria pubblica l'etichetta di assistenzialismo che finora l'ha contraddistinta. Il ministro. Sette e soprattutto il presidente della Us Steel hanno avuto parole di apprezzamento per la tecno¬ logia italiana: «In fondo — ha detto De Michelis — questo dimostra che all'estero si ra/orizza maggiormente quello che da noi è sottoposto a continue critiche» Insomma, un altro passo nella strategia di risanamento e di rilancio dell'impresa pubblica: sostegni dallo Stato ma anche accordi produttivi. I tubi Dalmine sono destinati al rifornimento del mercato delle perforazioni e delle ricerche petrolifere. clie negli Stati Uniti è entrato in un vero e proprio boom. Gli Stati Uniti rappresentano, insieme con il Canada, oltre 1*80 per cento del mercato mondiale dei tubi per trivellazioni petrolifere: ma un successo sul mercato Usa — osservano alla Dalmine — significa prospettive di successo nell'intero scacchiere petrolifero internazionale. Come è giunta la Dalmine a vendere tubi alla Us Steel? La nuova crisi petrolifera del 1979 ha spinto le autorità americane a togliere le restrizioni che disincentivavano la ricerca e lo sfruttamento dei giacimenti di «idrocarburi. Da allora negli Usa la ricerca petrolifera è diventata uno dei settori in più rapida espansione. I tubifici americani erano impreparati a rispondere alla domanda crescente di tubi e specialmente di tubi di alta qualità e tecnologia moderna. La Us Steel ha cosi deciso di rispondere alle sollecitazioni di mercato realizzando un nuovo impianto e scegliendo la tecnica Innocenti Santeustacchio. L'investimento e forte: circa 600 miliardi, ma e in parte finanziato dalle società petrolifere le quali, però, vogliono un certo ammontare di forniture garantito in attesa che il nuovo laminatoio entri in attività (nel 1984). Di qui la decisione della Us Steel di assicurarsi una fornitura quinquennale di tubi dalla Dalmine che. in gran parte, li produce nel suo nuovo stabilimento, realizzato appunto in collaborazione con la Santeustacchio.

Persone citate: David Roderick, De Michelis

Luoghi citati: Canada, Palermo, Roma, Stati Uniti, Usa