Trovata in un covo «nero» l'arma che ucciso Amato ?
Trovata in un covo «nero» l'arma che ucciso Amato ? Terrorismo di destra: altri quattro arresti a Roma Trovata in un covo «nero» l'arma che ucciso Amato ? È una «38 Special» - Sarebbe appartenuta a un ricercato per l'assassinio del giudice - Un'agenzia pubblicitaria copriva l'attività eversiva DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — La Digos romana continua a infliggere colpi all'ormai decimato terrorismo neofascista (55 ordini di cattura emessi nei giorni scorsi, molti dei quali già eseguiti), e non passa giorno senza che si allunghi la lista di estremisti di destra finiti in prigione. I quattro arresti di ieri non avrebbero suscitato forse scalpore se. nel corso delle perquisizioni che li hanno immediatamente seguiti, non fosse stata fatta una scoperta che potrebbe rivelarsi fondamentale nella lotta all'eversione nera. Nella casa di campagna di uno degli estremisti arrestati, gli agenti hanno trovato una pistola «38 Special» che gli investigatori sospettano essere l'arma usata il 23 giugno dello scorso anno per assassinare il giudice romano Mario Amato. Il ritrovamento dell'arma, già consegnata ad un esperto per l'esame balistico, ed i nuovi arresti sono dovuti in gran parte alla vasta doc mentazione trovata dalla Digos la scorsa settimana in un garage in via Prenestina. Tra le carte sequestrate nel «covo» c'erano piani e disposizioni per compiere attentati, nominativi di magistrati, funzionari di polizia e giornalisti, e la piantina di una caserma. Partendo da questo materiale, i cinque magistrati dell^ Procura di Roma che da mesi indagano sul terrorismo nero sono riusciti a focalizzare un altro gruppo di estremisti Sono cosi finiti in carcere Armando Colantoni. di 25 anni. Egidio Giuliani, di 26. Silvio Palermo, di 22. e Francesco Caracciolo Torchiarolo. di 19 anni. I primi due sono ac- cusati di partecipazione a banda armata, di associazione sovversiva e di detenzione di armi comuni e da guerra: il terzo deve rispondere di concorso in associazione sovversiva e di falsificazione di documenti: l'ultimo è accusato di favoreggiamento e di detenzione della pistola calibro 38 Special. I quattro arrestati non sono compresi nell'elenco delle 55 persone colpite dal maxi-ordine di cattura emesso dalla magistratura romana contro l'eversione di estrema destra. Il nuovo «covo» del terrorismo neofascista — il sesto in pochi mesi scoperto a Roma — era abilmente camuffato dietro la rappresentanza di una agenzia pubblicitaria, in via Muzio Attendolo. Egidio Giuliani ed Armando Colantoni avevano attrezzato i locali, installandovi una camera oscura per riprodurre e poi falsificare documenti e macchinari per fabbricare targhe automobilistiche. Amministratore dell'agenzia era stato nominato Silvio Palermo, un tipografo incensurato. La scoperta più interessante è stata fatta ad Anguillara. un paese a circa 40 chilometri da Roma, nella casa di Francesco Torchiarolo Caracciolo, fino a ieri conosciuto soltanto come un semplice simpatizzante di destra. Secondo gli ultimi accertamenti fatti dalla polizia. Torchiarolo avreb» be favorito la fuga di un neofascista compreso nel «listone dei 55» ed attualmente latitante. Si tratterebbe di uno dei capi dell'eversione nera, accusato, tra l'altro, di aver avuto un ruolo importantissimo nell'agguato teso in viale Libia nell'estate scorsa al giudice Amato. Il terrorista, secondo la polizia, sarebbe riuscito a lasciare l'Italia grazie a un passaporto, ottenuto dal Torchiarolo e falsificato, e a una grossa somma di danaro che l'amico gli consegnò. In cambio e come simbolica eredità ideologica, il killer avrebbe affidato a Torchiarolo la «38 Special» dalla quale partirono i colpi che uccisero Mario Amato. Una circostanza, questa, che solo la perizia balistica potrà convalidare definitivamente.
Persone citate: Armando Colantoni, Caracciolo, Egidio Giuliani, Francesco Caracciolo, Mario Amato
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