Ancora liberi i nuovi capi della colonna br di Genova

Ancora liberi i nuovi capi della colonna br di Genova Silenzio sulla requisitoria, le indagini proseguono Ancora liberi i nuovi capi della colonna br di Genova I loro nomi compaiono nella richiesta di rinvio a giudizio di quaranta terroristi - Dal nucleo storico all'arrivo dei killers, all'intervento di Moretti: storia degli attentati compiuti nel capoluogo ligure - Timori di altri agguati DAL N08TRO CORRISPONDENTE GENOVA — Una cortina di riserbo è calata da ieri mattina sulla requisitoria (oltre cento cartelle) contro la «colonna» genovese delle Br depositata due giorni or sono nella cancelleria penale dell'ufficio istruzione di Genova. Al documento ha lavorato un «pool» di sostituti procuratori, gli stessi magistrati che hanno interrogato e. in alcuni casi «determinanti», convinto a confessare o a «pentirsi» un buon numero di terroristi. Il riserbo è legato, spiegano ufficiosamente i portavoce della Procura, alla necessità di coprire l'azione giudiziaria non ancora completata (ha collegamenti in tutta Italia) e di evitare «fughe» di notizie che potrebbero favorire interventi di brigatisti ancora a piede libero, di cui si temono disperati e sanguinari «colpi di coda» : è il caso di Livio Biastrocchi, Francesco Lo Bianco, Lorenzo Carpi e Fulvia Miglietta. tutti latitanti e ai quali si fa riferimento come «capi storici», nella complessa e dettagliata requisitoria contro la «colonna» genovese. In sintesi, da quanto s'è potuto apprendere, è stato chiesto il rinvio a giudizio per «costitusione e partecipazione a banda armata» di una quarantina di imputati su 64 casi esaminati nel corso degli ultimi mesi. Per poter accelerare i tempi di conclusione dell'istruttoria (e soprattutto per evitare che molti degli imputati siano scarcerati per decorrenza dei termini della detenzione preventiva) è stato deciso di procedere solo per il reato maggiore e generalizzato di «partecipazione a banda armata» (ne dovrebbe cosi uscire un «processo» alle br genovesi) stralciando i casi dei latitanti, degli altri imputati arrestati in altre città. In seguito verranno poi riferiti i dati e gli elementi emersi «caso per caso» agli inquirenti che già si occupano di singoli e specifici episodi. La «colonna» genovese delle br, nella quale agirono anche elementi non «locali» come Rocco Micaletto, Luca Nicolotti e Mario Moretti, attualmente detenuti in altre città, ha realizzato nel biennio 1978-79 numerose azioni sanguinarie per le quali già esiste un'istruttoria autonoma. E' il caso — ad esempio — dell'omicidio dell'ex capo della squadra politica Antonio Esposito (i cui presunti assassini sarebbero Luca Nicolotti. Riccardo Dura. Adriano Duglio e Francesco Lo Bianco), dell'assassinio del sindacalista dell'Italsider Guido Rossa (presunti omicidi: Riccardo Dura. Lorenzo Carpi e Vincenzo Guagliardo). dell'uccisione dei carabinieri di Sampierdarena Vittorio Battaglini e Mario Tosa (presunti responsabili: Riccardo Dura. Piero Panciarelli. Luca Nicolotti). e di altri delitti. S'è appreso ieri mattina che la Procura (al termine della requisitoria ha chiesto anche alcune assoluzioni per insufficienza di prove) ha chiesto lo stralcio dei fascicoli di Lorenzo La Paglia e di Giuliano Marzocchi. Il primo è stato assolto l'anno scorso dalla corte d'assise di Genova assieme agli altri imputati (tra cui il prof. Enrico Fenzi) arrestati nel famoso «bliz» del maggio 1979 dai carabinieri del generale Dalla Chiesa, ma dev'essere giudicato in secondo grado per il medesimo reato di cui adesso potrebbe essere accusato (partecipazione a banda armata). Marzocchi a sua volta nell'estate del 1979 avrebbe fatto fuoco contro una pattuglia di carabinieri nella zona delle alture di Genova per evitare l'arresto, mentre si trovava assieme a Luca Nicolotti. Di questo fatto deve rispondere in un processo separato. Dalle richieste della requisitoria emergono anche le diverse posizioni dei «capi storici» della colonna genovese. Sembra certo che i fondatori siano stati il dottor Sergio Adamoli. figlio dell'ex sindaco di Genova, attualmente latitante (forse in Africa, forse in Libano) e il prof. Gianfranco Faina, recentemente deceduto. I due, però, sarebbero stati esautorati dai successivi «capi», più duri, decisamente sanguinari, come Riccardo Dura e poi Lo Bianco. Baistrocchi. Micaletto e Moretti. A questi ultimi si sarebbe unito il prof. Fenzi. p. 1.

Luoghi citati: Africa, Genova, Italia, Libano