A Caserta il museo della civiltà rurale

A Caserta il museo della civiltà rurale Nella palazzina borbonica di caccia A Caserta il museo della civiltà rurale Antiche e preziose testimonianze tramandate dalle popolazioni mediterranee: sono strumenti di lavoro e oggetti di artigianato CASERTA —- E' destinato ad arricchirsi il patrimonio dei beni culturali. A Carditelo — nell'ex residenza di caccia dei Borboni, nella palazzina del «Real sito» — è in allestimento un museo dell'agricoltura meridionale, una testimonianza della realtà rurale mediterranea. Una cospicua raccolta di attrezzi, suppellettili, carri, aratri, antiche tecniche di costruzione e lavorazione di una civiltà. Un museo, una volta completato e catalogato, di indiscusso valore storico, una documentazione unica al mondo in quanto legata alle molteplici dominazioni succedutesi nel Mezzogiorno e nelle isole e che l'ambiente rurale ha fino ad oggi tenacemente custodito. L'iniziativa è di un gruppo di studiosi e di appassionati. Con tenacia hanno raccolto nelle campagne delle varie regioni del Sud. in Sardegna e in Sicilia quanto ancora esisteva del passato, in modo da non cancellare pagine di storia valide per scopi didattici, «C'è un potenziale intellettuale, vi sono tecniche rurali che possono essere valorizzate — afferma il prof. Giuliano Cesarmi. dell'Università di Roma —: con investimenti modesti si possono recuperare capacità in senso moderno, realizzare prodotti di altissima qualità, ri sono attrezzi, criteri di lavorazione che non necessitano né dell'energia elettrica né del petrolio e che fanno uso di proprie energie. Su ciò si deve meditare*. Al momento l'imponente raccolta é sistemata in due grossi locali della palazzina «Real sito, recentemente restaurata. Vi si trovano carri ed aratri delle varie regioni, di foggia romana ed etrusca e anche con caratteri ancora sconosciuti. Ruote per la raccolta e il sollevamento delle acque, torchi per pigiare uva e olive con vari sistemi azionanti attrezzi che risalgono al V secolo a.C. e tuttora in uso nelle Eolie e in Sicilia, ma anche in Oriente, in Egitto, nel Guatemala, a testimonianza delle influenze italiche, greche e latine, etrusche. bizantine, arabe, normanne, aragonesi, angioine e spagnole nel nostro Paese. Un campionario vastissimo in cui figura, tra l'altro, una pressa per vini interamente in legno e che risale ad un'epoca anteriore ad Archimede. E ancora ogni sorta di suppellettili per la casa, culle, telai, una dotazione di lavori artigianali varia e ricca che denuncia i diversi strati culturali del Sud. La raccolta é iniziata nel '68-69 in occasione di corsi professionali per tecnici da adibire all'assistenza agli agricoltori. Fu raccomandato loro soprattutto di conservare accuratamente il materiale custodito nelle campagne, che denunciava tradizioni e costumi di lavoro del mondo contadino. Si determinò cosi un rapporto diretto con le popolazioni del Sud che hanno tutte cooperato al buon fine dell'iniziativa, con una spesa complessiva di soli 400 mi¬ lioni. 1.

Persone citate: Borboni, Giuliano Cesarmi

Luoghi citati: Caserta, Egitto, Guatemala, Sardegna, Sicilia