Il ritorno dell'esule Baluka nuova mina vagante in Polonia di Bernard Guetta

Il ritorno dell'esule Baluka nuova mina vagante in Polonia E' uno degli animatori della rivolta a Stettino, nel '70 Il ritorno dell'esule Baluka nuova mina vagante in Polonia L'apertura di un procedimento giudiziario a suo carico potrebbe provocare una nuova rottura della tregua in atto nel Paese tra governo e sindacati - Solidarietà chiede la sua immediata riassunzione NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE VARSAVIA — Il ritorno clandestino in Polonia di uno degli esiliati più prestigiosi. Edmund Baluka. pone le autorità di frontiera alla delicata scella tra la rigorosa applicazione della legge e l'opportunità politica. Baluka diresse nel dicembre del '70 il comitato di sciopero di Stettino, dove lavorava ai cantieri Warski: nel '72. dopo due anni di persecuzioni, riusci a imbarcarsi come marinaio e si rifugiò in Spagna. Quindi passò in Francia. Poiché è ancora cittadino polacco (nessun provvedimento lo ha privato della nazionalità) Baluka dovrebbe perciò rispondere, ora. di due reati. Prima di tutto di aver lasciato illegalmente la Polonia: in secondo luogo, di esservi rientrato con documenti falsi, lunedì scorso. Ma l'apertura di un procedimento giudiziario nei suoi confronti rischierebbe di suscitare vivaci reazioni perché ancora una volta si tratta dell'applicazione degli accordi di Danzica. Al quarto punto, essi prevedono «/a restituzione dei diritti' e l'immediata riassunzione delle persone licenziate «ingiustamente- dopo i fatti del '70 e del '76. E' il caso di Baluka. appunto, licenziato dai cantieri Warski a causa del ruolo da lui ricoperto durante gli avvenimenti del dicembre '70. e costretto a emigrare perchè la situazione, per lui. era diventata precaria. Il suo caso è stato sollevato più volte da Solidarietà, in particolare dai suoi compagni di Stellino, durante gli incontri con il governo. Baluka — che a gennaio è stato a Rema insieme alla delegazione di Solidarietà invitata dai sindacati italiani — aveva discretamente chiesto di poter rientrare legalmente in Polonia, invano. Le •autorità si trovano ora di fronte al fatto compiuto. Appena arrivato a Stettino. Baluka si è messo sotto la protezione degli operai del cantiere e sembra intenzionato a restarci finché la situazione si sarà risolta. Il presidium della sezione sindacale del cantiere ha adottato una risoluzione, trasmessa a tutte le direzioni regionali del sindacato, in cui si dice che Baluka «non può essere vittima di alcuna repressione- e deve essere riassunto, e che «la violazione della sua sicurezzaprovocherebbe il ricorso a «ogni forma di protesta prevista dallo statuto di Solidarietà». Non siamo ancora alla minaccia di uno sciopero, e va notato ormai che la parola «sciopero- non è stata nemmeno fatta. Ma certo il caso Baluka potrebbe provocare grosse tensioni se non fosse risolto alla svelta e con intelligenza. Al di là della sua sorte, del resto, rimane il problema della responsabilità della repressione durante i moti di quel dicembre (49 morti e oltre mille feriti) che presto potrebbe ritornare in primo piano. Interrogato in proposito dagli operai dei cantieri, il procuratore di Stettino.ha detto che il problema riguarda il procuratore generale polacco. In altre parole, la decisione politica deve ancora essere presa. La magistratura di Varsavia ha deciso ieri di rinviare il processo nei confronti di quattro dissidenti accusati di aver congiurato contro il governo. Il processo sarebbe dovuto iniziare il 27 aprile. Il rinvio è stato motivato con «ragioni tecniche-. I quattro imputati, tutti esponenti della «Confederazione per una Polonia Indipendente» (Kpn) sono Leszek Moczulski. di 51 anni; Romuald Szeremitiewow di 36: Tadeusz Stanki di 33 e Tadeusz Jandziszak di 38. Sono in carcere dal novembre scorso. Soffermandosi sulla situazione interna polacca, l'ambasciatore sovietico a Varsavia Aristov si è detto convinto che i polacchi saranno in grado di risolvere da soli i loro problemi. «Il popolo sovietico è convinto che il popolo e i comunisti polacchi, riusciranno, sotto la guida del partito comunista, a risolvere i loro complessi problemi e a far uscire il Paese dalla crisi-, ha detto Aristov. Bernard Guetta ( op\ righi I .<■ Monde e per l'Italia lat Stampa

Persone citate: Edmund Baluka, Leszek Moczulski, Romuald Szeremitiewow, Stellino, Tadeusz Jandziszak, Tadeusz Stanki