Una corsa in taxi verso Damasco per fuggire dal dramma libanese
Una corsa in taxi verso Damasco per fuggire dal dramma libanese Chiuso l'aeroporto di Beirut, ieri nuovamente bombardato Una corsa in taxi verso Damasco per fuggire dal dramma libanese A Beirut si teme che gli scontri si «assestino» e si arrivi a una situazione di stallo - Nella città cattolica di Zahle sarebbero trincerati settecento miliziani, circondati dalle truppe siriane della Forza di dissuasione araba - Mura di protezione intorno al palazzo presidenziale, in mezzo al fuoco incrociato NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE BEIRUT — Centinaia di stranieri, intrappolati nella capitale libanese dopo la chiusura dell'aeroporto, prendono d'assalto i taxi nel tentativo di raggiungere Damasco, centoquaranta chilometri da qui. dove sperano di trovare un volo per l'Europa. Il viaggio costa normalmente centomila lire, ma ora viene il doppio: i tassisti approfittano della disperazione dei passeggeri. I principali collegamenti aerei tra Beirut e il resto del mondo sono saltati, dopo i violenti combattimenti degli ultimi giorni tra i soldati siriani della Forza di dissuasione araba e le milizie cristiane lungo la «linea verde» che divide la capitale in due settori, quello musulmano e quello cristiano. Nonostante il bombardamento delle piste, ieri notte sei aerei passeggeri sono riusciti a partire, quasi tutti per il Golfo Persico. Funzionari governativi ieri insistevano che l'aeroporto è aperto, ma che «il traffico di■$pnde dalla sicurezza della situazione-. Una ventina di proiettili hanno colpito ieri gli hangar e le piste, allontanando le speranze di una effettiva riapertura dello scalo. Un segno, questo, che i combattimenti nella capitale libanese si stanno assestando e si sta arrivando a una situazione di stallo. Un altro segno in proposito è venuto dal polazzo presidenziale: per costruire mura di protezione, ieri sono state scaricate dieci tonnellate di blocchi di cemento. Il palazzo, alla periferia orientale di Beirut, si trova in mezzo al fuoco incrociato delle due fazioni: numerosi proiettili sono caduti nelle sue vicinanze, nelle ultime due settimane. I civili che vivevano lungo la «linea verde», che corre nel centro devastato di Beirut, sono stati trasferiti qualche settimana fa. lasciando la zona in mano ai combattenti. impegnati nella lotta più aspra dalla guerra civile del 1975-76. Nella città cattolica di Zahle. dove secondo le ultime notizie sono trincerati quasi settecento miliziani, ieri un proiettile d'artiglieria ha ucciso sei persone. I miliziani hanno aperto il fuoco contro le truppe siriane che tengono le colline intorno alla città assediata, dove all'inizio del me¬ se si sono svolti durissimi combattimenti: il fragile «cessate il fuoco- ha subito continue violazioni. La situazione di stallo a Beirut ha fatto crescere l'ansia tra i civili, che temono il peggio a meno che le potenze straniere non intervengano per arrestare le ostilità. Ma una forte corrente di sinistra e filosiriana respinge l'ipotesi di interventi stranieri nella crisi libanese. Il giornale siriano Al Baath. organo del partito baathista al potere a Damasco, ha invitato il presidente Sarkis a servirsi completamente dei 23 mila soldati siriani della Forza di dissuasione araba per «dare il co/.jo di grazia alle bande falangiste«. Tewfik Mishlavvi (opiriuhl Times Ni-«spa[H'r>. v |ht rii.ih.i I a M.mip.i Beirut. Un bombardamento di artiglierìa sul centro scatena il panico fra i passanti
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