Le tute della domenica

Le tute della domenica Le tute della domenica r Persone di Lietta Tornabuont Tutti sportivi? «Credo che rientri in un fenomeno più generale», dice il professor Gillo Dorfles, studioso di stili e saggista del costume. «Si tende ad adottare nella vita d'ogni giorno gli abiti specializzati, a portare al concerto o al Comitato Centrale la giacca a vento dello sci». La domenica mattina passeggiano nei parchi romani le piccole famiglie (una madre, un padre, un figlio; una madre, un padre, due figli) impeccabilmente vestite con gli abiti della festa contemporanei: tuta da sport o da riposo, verde, grigia o blu, quasi sempre uguale nel colore e nel modello per tutti i componenti la famiglia: scarpe da tennis e se fa fresco il giubbetto, che se il capofamiglia è commerciante può essere di camoscio. Gli atleti della domenica, intorno, si sfiancano nel jogging. s'allungano sulle tavole di legno del «parco attrezzato» e si tirano su nei piegamenti scacciapancia, tentano evoluzioni alla sbarra, filano sui pattini a rotelle. Le piccole famiglie, per lo più, non fanno niente di simile: camminano svogliate, piano piano, scambiandosi parole rade o battute irritate, tirando l'ora. Composte, serie, un poco malinconiche, come nell'epopea piccoloborghese dei vecchi, classici disegni di Novello: le nuovissime tute senza una piega sembrano soltanto un omaggio alla moda, e vengono indossate con la cauta fierezza un po' goffa riservata agli abiti della domenica d'un tempo. «Dallo stile casual, che caratterizzava le domeniche dei ricchi mentre gli altri vestivano a festa, eche venne poi imitato da tutti per arrivismo sociale, si è passali allo stile sportivo», dice Gillo Dorfles. Perché, secondo lui? « Voglia di portare un segno di libertà, più che desiderio di comodità. Voglia di imitare la sportività di massa tanto pubblicizzata dai film americani. Voglia di sembrare gli atleti che non si è. Ma l'abito comanda, si fa obbedire: il contagio che comincia con la tuta si trasforma in funzione, gli indossatori sono poi portati a correre o far ginnastica davvero, e va benissimo». I ricchi naturalmente s'ispirano già allo stile oppo- sto. riadottando la scomoda cerimoniosità della tradizionale eleganza formale: «Quest'inverno a St. Moritz era di rigore l'abito da sera, ho dovuto farmelo prestare: non mi succedeva da vent anni». Voci Pronto, dove va a finire tutta la droga che sequestrano, mica se la venderanno sottobanco? Non potrebbero ogni volta bruciarla in diretta Tv, che serve pure come educazione? Pronto, le voglio dire quanto prende un dottore giovane per il lavoro di Guardia Medica: 3.800 lire l'ora al netto e pagate con mesi di ritardo, mente ferie, niente mutua, niente scala mobile, 12 ore di lavoro senza interruzione, le pare giusto? Pronto, secondo lei i presunti evasori fiscali non andrebbero sospesi dai loro bei lavori di gente famosa?, per esempio, Mike Bongiorno, perché la Rai-Tv non lo mette in mora moralmente? Pronto, se bisogna procurare questi miliardi per l'economia, non li potrebbero tirare fuori dai loro bilanci i signori partiti, invece di mettere i ticket ai malati?, che poi quand'è stato il terremoto tutti hanno dato, tutti, tranne partiti e deputati che non danno mai una lira? Pronto, espongo un problema: nelle graduatorie della scuola il coniugato ha 6 punti in più rispetto al non coniugato, poi 3 o 4 punti per ciascun figlio, insomma uno sposato con due figli accumula ben 14 punti, equivalenti a svariati anni di lavoro dello scapolo o della nubile: ' ora che c'è la denatalità e le classi scolastiche si riducono, io che non ho ottemperato al dovere di coniugarmi e d'avere figli mi trovo punita e , discriminata. Allora non è vero che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali di fronte alla legge, come dice la Costituzione? eppure io vorrei sperare in un futuro migliore, come dice sempre il nostro Sandro. Pronto, io vorrei dire al Papa... Pronto, se vede il ministro Reviglio gli dica da parte mia. anzi, no, niente, guardi, basta un suono, questo, stia a sentire... Sono voci che arrivano per telefono alle otto del mattino, se sei alla Radio Tre a illustrare cosa scrivono oggi i giornali sul congresso socialista, sul caso Zilletti. sulla crisi del sindacato o sulla riforma costituzionale: tutti argomenti su cui gli ascoltatori non sembrano avere molte curiosità, e infatti le loro voci parlano d'altro. Dicono di sé e dei fatti concreti della vita, denunciano e discutono, sconclusionate o sagge, vendicative, curiose, esibizioniste o propagandiste, irate, addolorate, educate o gridanti, in' un'onda di parole che dice soprattutto: sto male. Insieme Il trio di Roma, città aperta è di nuovo insieme: lo sceneggiatore Sergio Amidei è stato sepolto accanto ad Anna Magnani e a Roberto Rossellini nella tomba della famiglia Rossellini, costruita tanto tempo fa dall'architetto padre del regista. Spiega Renzo Rossellini, il figlio di Roberto: «Anna lo aveva chiesto lei a papà, prima di morire: chissà dove mi sbattono, fammi stare da voi. Sergio Amidei lo aveva chiesto a me. Stavamo lavorando insieme, lui scriveva la sceneggiatura del prossimo film di Scola, Il mondo nuovo, una storia di personaggi ambientala nel tempo della Rivoluzione Francese. Amidei era molto sconfortato per l'asma allergica fortissima di cui soffriva, m'ha detto: Se muoio, dove vado a finire? magari mi riportano a Trieste, città che non vedo da quarant'anni... non avresti un posticino? Poi è morto, e adesso sta con Anna e con papà».

Luoghi citati: Novello, Roma, Trieste