Molte donne e personalità usavano i «telefoni blu»

Molte donne e personalità usavano i «telefoni blu» Per ora 170 gli utenti che non pagavano bollette Molte donne e personalità usavano i «telefoni blu» ROMA — Ecco, finalmente, l'elenco dei «telefoni blu». Per il momento comprende poco più di centosettanta nomi, corredati di indirizzi e naturalmente di numeri. Secondo le organizzazioni degli utenti, corrispondono a quegli apparecchi il cui uso completamente gratuito, da parte di personaggi più o meno importanti, da anni si riversa illegalmente sulle nostre bollette. Accanto ai nomi che circolavano già da qualche giorno (l'alto magistrato amministrativo, l'ex avvocato generale dello Stato, il sindacalista Uil. perfino l'autista di un consigliere delle Poste) nella lista appare una lunga serie di Brambilla. Portoghesi. Re- ginaldi. Tirabasso. Tutti nomi dietro cui il giudice cercherà di veder chiaro: non è detto, certo, che per molti il telefono non abbia ragione di dimostrarsi particolarmente amico. Piuttosto, e curioso che in quell'elenco, per più di due terzi, le utenze «in franchigia» risultino intestate a nomi femminili. La denuncia che la scorsa settimana aveva messo in moto la Procura della Repubblica, finora è sfociata in quattro comunicazioni giudiziarie nei confronti del presidente, del direttore generale e dei due amministratori delegati della Sip (ipotesi di reato: truffa continuata, interesse privato e abuso in atti d'ufficio, false comunicazioni Ieri però le associazioni degli utenti hanno preso anche un'altra iniziativa: quella di diffidare il collegio dei sindaci della società telefonica e la Commissione centrale prezzi dall'avallare queste irregolarità. A parte ogni dubbio sui criteri di assegnazione e sulla legittimità delle utenze particolari, secondo le associazioni degli utenti c'è già un fatto sul quale non si può discutere. Il costo dei «telefoni blu» (decine di miliardi, sostengono gli autori della denuncia) avrebbe dovuto essere incluso nei bilanci della società e addebitato agli organi, ministero delle Poste in testa, da cui le proposte di assegnazione provengono. Finora, si legge nell'atto di diffida notificato ieri, questi miliardi sono stati invece distribuiti fra tutti gli altri utenti, quelli ■normali». Il collegio dei sindaci della Sip viene diffidato dunque dall'approvare un eventuale, nuovo bilancio che non contenga, in chiaro, un consuntivo di queste spese: il Cip. dal far passare i nuovi aumenti tariffari chiesti dall'azienda prima di aver accertato quanti miliardi sono stati sperperati in questi anni. Scoprire, fra questi ultimi, quanti davvero rivestono ruoli cosi importanti per le sorti del Paese dal richiedere una continua, immediata reperibilità (è questa la condizione, che. in base a un decreto del '57, legittima l'esenzione dalle spese d'impianto e trasloco dell'apparecchio telefonico), sarà, quando il magistrato avrà concluso la sua indagine, particolarmente istruttivo. Con i limitati mezzi d'indagine di cui dispongono, le associazioni degli utenti hanno già potuto individuare casi piuttosto curiosi. Il componente di una non meglio individuata «commissione» ha ottenuto in casa ben due linee in franchigia (dagli utenti, più seccamente definite «a sbafo-). Man mano che gli accertamenti proseguono, sempre più numerosi appaiono fra i privilegiati quelli che in epoche e ruoli diversi, hanno esercitato poteri di controllo sui bilanci Sip. g. z.

Persone citate: Brambilla

Luoghi citati: Roma