Tace la repubblica dei professori di Bernardo Valli

Tace la repubblica dei professori Tace la repubblica dei professori Incerti gli intellettuali a tre giorni dalle elezioni presidenziali in Francia DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE PARIGI — A tre giorni da un'elezione presidenziale che si annuncia incerta (Giscard e Mitterrand incalzati da uno Chirac in ascesa, stando agli ultimi sondaggi), è difficile trovare nomi di intellettuali noti — anche oltre i confini francesi — nelle sottoscrizioni in favore di questo o quel candidato. I grandi «maltres» della cultura parigina, immodesti e tormentati, che ad ogni appuntamento politico si gettavano nella mischia, non ci sono più: sono morti o si sono ritirati nelle unh'ersità. I sopravvissuti formano una rispettabile «repubblica dei professori» ridotta al silenzio o alla discrezione dalle numerose delusioni, ed anche dalla consapevolezza che le loro dichiarazioni avrebbero scarso peso. Soltanto l'uno per cento dei francesi danno oggi -molta importanza» alle opinioni degli intellettuali di prestigio. I romanzieri celebri sono scomparsi. Sono lontani i tempi in cui la rottura tra Camus e Sartre vernila annunciata in prima pagina dai quo¬ cessiva, «la morte del socialismo», hanno lanciato «un addio al proletariato», hanno descritto «il dopo socialismo». E' sorta invece una «nuova destra», che mimetizza il suo velato razzismo con discorsi culturali e scientifici, ma che non esce allo scoperto alla vigilia dei grandi appuntamenti elettorali, per non imbarazzare i candidati prediletti o meno disprezzati. Tra i grandi intellettuali, ascoltati non soltanto in Francia. Raymond Aron costituisce un'eccezione. Ma si è pronunciato soprattutto nella sua i-estedi politologo. La sva scelta era scontata: Giscard. L'ha fatto tuttavia con riserva. Il rispettoso avversario di Sartre ha infatti scritto: «La sua gestione tn.d.r.. di Giscard) non è stala priva di errori. Ma cosa ci offrono Jacques Chirac e Francois Mitterrand?-. Difensore di una tidiani popolari. Non c'è più un Malraux che scenda i Campi Elisi tra i tricolori (gollisti) mentre Sartre è nel Quartiere Latino tra le bandiere rosse. Non ci sono gli intellettuali impegnati ma neppure le situazioni politiche e gli uomini che potrebbero mobilitarli. Giscard ha deluso come presidente liberal-riformista. Chirac si rivolge alla Francia profonda, Mitterrand è una recchia conoscenza che non entusiasma. Nessuno minaccia seriamente la società esistente o ne propone una realmente nuova. / «maltres à penser» incontestati, come Lévi-Strauss e Braudel. sono sconosciuti al francese medio, insegnano e scrivono, sfuggono ai riflettori e da tempo firmano soltanto i loro libri. ! grandi intellettuali francesi sono sempre più anglosassoni, sempre meno impegnati. Il loro ritiro spirituale lo di studio) dura da tempo. A sinistra i mea culpa sono stati numerosi negli ultimi anni. Dopo il fallimento dell Union de la gauche, nel 1977, molti hanno annunciato. | probabilmente con fretta ec¬ società liberale. Aron scorge nel capo neogollista un personaggio retorico, che lusinga alcune categorie sociali /agricoltori, artigiani, piccoli imprenditori), e in Mitterrand un uomo senza il prestigio e l'esperienza del suo rivale Giscard. e incapace di proporre un programma economico valido per superare la crisi. La dichiarazione di voto di Raymond Aron rivela la mancanza di entusiasmo ma anche l'assenza di timori laceranti. Eppure non si può dire che i maggiori candidati alla Presidenza della Repubblica francese siano dei mediocri. I giudizi irriverenti espressi durante la campagna presidenziale americana non sarebbero pertinenti in questa primavera elettorale parigina. Ma come accade per la grande massa dei francesi, gli intellettuali non si sentono attratti, ispirati da nessuno dei candidati. Lo storico Emmanuel Leroy Ladurie. il più letto tra i continuatori della grande tradizione degli «Annales». era un giscardiano senza entusiasmo nel '78 ed è un mitterrandiano senza entusiasmo nell'81. Forse è stato deluso dall'autoritarismo del presidente uscente e in questa occasione preferisce il candidato socialista, sganciato dall'alleanza con i comunisti. Il sociologo Alain Touraine avrebbe preferito Michel Rocard. il socialista tecnocrate che annunciava l'avvento di una sinistra più moderna, ma si è dovuto rassegnare a Mitterrand, di cui non apprezza né lo stile né le idee, ma che promette di sbarazzare la Francia di Giscard. Le rare prese di posizione degli intellettuali francesi (Michel Foucault tace, e come lui Felix Guattari, che si era pronunciato per il pagliaccio Coluche. quando presentò per beffa la sua candidatura poi ritirata) sono per lo più contro qualcuno e non in favore di qualcuno. Pochi si riconoscono in un candidato. Lo stesso direttore di «Le Monde-, il quotidiano letto dagli intellettuali, parla di «imbarazzo nella scelta», anche se dal suo editoriale si capisce che la sua non sarà comunque Valéry Giscard d'Estaing. Bernardo Valli

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