Artigiani e commercianti verseranno i contributi direttamente all'Inps

Artigiani e commercianti verseranno i contributi direttamente all'Inps Con la miniriforma 100 miliardi di risparmio l'anno Artigiani e commercianti verseranno i contributi direttamente all'Inps La legge sulla mini-riforma delle pensioni dispone, fra l'altro, che i contributi assicurativi degli artigiani e dei commercianti dovranno essere versati direttamente all'Inps. Finora tali contributi venivano riscossi dalle esattorie delle imposte dirette e quindi gravati, come queste, da un aggio del 7 per cento circa. Il contributo annuo per l'assicurazione degli artigiani è attualmente di 635.220 lire e quello dei commercianti di 632.724 lire. Gli artigiani iscritti nella speciale gestione assicurativa amministrata dall'Inps sono 1.584.103 e i commercianti 1.561.979: in complesso 3.146.000 lavoratori che pagano — in aggiunta alla contribuzione d'obbligo — un aggio esattoriale che ammonta a circa 100 miliardi all'anno, che d'ora in poi le categorie interessate potranno risparmiare. Il versamento dei contributi dovrà essere effettuato trimestralmente, con bollettino di conto corrente postale intestato all'Inps. entro il giorno 25 del mese successivo alla scadenza del trimestre a cui i contributi si riferiscono. E' un sistema analogo perciò a quello in vigore da parecchi anni per l'assicurazione degli addetti ai servizi domestici e per i versamenti volontari. La contribuzione degli artigiani e dei commercianti sta diventando più onerosa anche perché le categorie interessate hanno accettato di eliminare progressivamente — con una quota aggiuntiva — il disavanzo patrimoniale accumulato dalle rispettive gestioni nei precedenti esercizi finanziari. Ma le loro pensioni continueranno ad essere corrisposte nel trattamento minimo di legge (attualmente 167.400 lire mensili) perché queste assicurazioni sono recenti e gli assicurati — anche se iscritti dalla data di istituzione di queste speciali forme di previdenza — hanno anzianità contributive modeste. Inoltre il contributo assicurativo di questi lavoratori è lo stesso, cioè di eguale importo per lutti, qualunque sia il reddito dei singoli. In altre parole, il costo dell'assicurazione del più umile degli artigiani è identico a quello che versa l'artigiano specializzato e più richiesto, cosi come il titolare della più squallida bottega è soggetto alla medesima contribuzione del titolare di una -boutique- odi un gioielliere. Ne viene ovviamente un appiattimento delle pensioni. Per evitarlo bisognerebbe concedere a questi assicurati la facoltà di effettuare dei versamenti integrativi che consentirebbero a chi ne abbia voglia e possibilità di costituirsi una pensione più adeguata nel caso di invalidità odi vecchiaia. Lo prevede, del resto, anche il contestato disegno di legge per la riforma del sistema previdenziale da cui si è stralciato qualche proposta ormai indifferibile, come il pagamento diretto dei contributi dei lavoratori autonomi qui riassunto; l'elevazione del tetto pensionistico da 12 e 600 mila lire annue a 18 milioni e 500 mila lire annue: il pensionamento anticipato per i lavoratori dipendenti da aziende in gravi difficoltà e altre proposte di minore, ma non ultimo conto. Fa parte dello stesso pacchetto — cioè della mini-riforma — anche l'assunzione da parte dell'Inps di 9000 impiegati senza i quali l'istituto non sarebbe più in grado di svolgere i suoi compiti. E' vero e bisogna perciò che l'assunzione di questo personale avvenga al più presto se non si vuole che allo sconquasso finanziario dell'Inps si aggiunga quello funzionale, con gravissime ripercussioni in tutti gli strati della popolazione. Osvaldo Paita

Persone citate: Osvaldo Paita