Sangue sull'auto dei rapitori dell'ottantenne «re del caffè»

Sangue sull'auto dei rapitori dell'ottantenne «re del caffè» Roma: è stata ritrovata la vettura usata per il sequestro Sangue sull'auto dei rapitori dell'ottantenne «re del caffè» Giovanni Palombini, un uomo che ha fatto fortuna gestendo bar nella capitale, era sempre armato Un'inquietante ipotesi: forse ha tentato di sparare ai banditi, ma qualcuno lo ha preceduto DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — «Forse lo hanno rapito perché è più conosciuto di altri. Ma se credono di avere trovato una gallina dalle uova d'oro, si sono sbagliati-, dicono gli amici di Giovanni Palombini. Il patrimonio dell'anziano imprenditore del caffè, sequestrato l'altra sera davanti al portone di casa, non sarebbe infatti particolarmente consistente. L'Anonima sequestri, dopo aver fallito due colpi, questa volta ci è riuscita. Dopo le débàcles dei giorni scorsi con Luca Anzalone e Gianmarco Corsetti, ha scelto una vittima «facile», un uomo di 80 anni che rientrava a casa assieme alla moglie. In attesa di mettere a fuoco la situazione e di un segnale dai rapitori. Aldo Palombini. uno dei quattro figli della vittima, ha chiesto il silenzio stampa. Pare che il sequestro dell'imprenditore fosse nell'aria, almeno a giudicare da alcune segnalazioni fatte dai familiari e dallo stesso rapito al commissariato Borgo: da qualche giorno, infatti. Giovanni Palombini aveva notato strani movimenti di persone intorno alla sua abitazione nei pressi di piazza Cavour e temeva di essere nella lista. Le indagini. Ieri mattina una pattuglia della polizia ha rintracciato, in una stradina sotto il Gianicolo. una delle due auto usate dai banditi. Si tratta di un'.. Alfasud» ; oltre a vistose tracce di sangue sui sedili, sono stati rinvenuti un passamontagna e il bossolo di un proiettile esploso l'altra sera mentre la vettura si allontanava da via Dionigi. C'è un'ipotesi inquietante che gli investigatori hanno preso in considerazione: Palombini. che girava sempre con una «6.35». nonostante fosse «stretto» tra due malviventi sul sedile posteriore, avrebbe estratto la pistola e fatto fuoco contro uno di loro. Oppure, uno dei rapitori, accortosi della manovra, gli avrebbe bloccato la mano: nella colluttazione potrebbe essere partito un colpo che avrebbe rag- giunto lo stesso rapito. Chi è Palombini? Un vecchio uomo «tutto casa, caffè e sindacato di categoria-, assicura chi lo conosce. Nato a Crornillo Nuovo, una frazione di Amatrice. nel Reatino, fa parte della vecchia guardia degli imprenditori romani che si sono fatti da soli. Arrivato a Roma a 15 anni, ha lavorato come barista, trovando presto molte altre occupazioni di supporto, tra le quali quella di presentatore di feste e spettacoli. L'inizio della sua fortuna arrivò nel '46. quando rilevò la gestione del «Bar Professionisti», di via Marcantonio Colonna, un locale che era il punto di ritrovo di avvocati, giudici e cancellieri che lavoravano al vicino «palazzaccio». Quel bar ha costituito il vero trampolino di lancio per Palombini che. oltre a vari esercizi pubblici, ha rilevato la fallita torrefazione Camilloni. Due volte consigliere comunale democristiano, ancora in buona salute nonostante l'età, si interessava ancora della conduzione del bar-torrefazione di Borgo Pio. Negli ultimi tempi, raccontano i colleghi, era apparso un po' preoccupato. Una cosa pare certa: il sequestro dell'altra sera è opera della stessa gang che ha tentato invano, pochi giorni fa. di rapire i figli dell'ex presidente della Roma Anzalone e Gian Marco Corsetti, ventenne figlio del proprietario di una catena di ristoranti. L'Anonima è tornata a colpire e questa volta ci è riuscita, cosi come ce l'aveva fatta con le due sorelline Silvia e Micol Incardona. Un'industria che ha ripreso a marciare a pieno ritmo da un anno e mezzo a questa parte. Fino al '79. l'Anonima ha avuto la vita dura. Due magistrati della procura romana. Domenico Sica e Ferdinando Imposimato. avevano elaborato una strategia che era riuscita a scardinare, nella capitale, le diverse organizzazioni impegnate a tempo pieno nei rapimenti e poi. con i riscatti, nell'acquisto di grosse partite dì droga. Si era venuti a capo del fenomeno. Ora ci risiamo, l'industria dei sequestri sembra essersi ricostituita. Oltre a Palombini. nelle mani dei rapitori sono ancora l'industriale del calcestruzzo Ercole Bianchi, di Monterotondo. e le due bambine di Formello. per le quali è stato chiesto un riscatto di oltre un miliardo.

Luoghi citati: Amatrice, Bar Professionisti, Borgo Pio, Formello, Monterotondo, Roma