Pertini a passeggio per Nizza «Di Zilletti non voglio parlare» di Remo Lugli

Pertini a passeggio per Nizza «Di Zilletti non voglio parlare» Pertini a passeggio per Nizza «Di Zilletti non voglio parlare» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE NIZZA — Vacanza amara di Sandro Pertini a Nizza. Al quinto piano-attico di rue Pastorelli 49. nel suo appartamento, lo raggiungono per telefono le notizie relative al Consiglio superiore della ìnagistratura, di cui egli è presidente. La comunicazione giudiziaria inviata dai magistrati bresciani a Ugo Zilletti. il vicepresidente, getta un'ombra su un organismo che è un cardine nel nostro Paese. Ad accennare a questa questione con il Capo dello Stato si ricevono risposte secche, con una smorfia di disappunto: «Non chiedetemi queste cose, non voglio parlarne, non rispondo». Di altro, sì, Pertini parla. Parla della sua fede nei giovani, della fiducia che ha, nonostante tutto, nel nostro Paese. Dai suoi viàggi all'estero ha ricevuto una più intensa consapevolezza della validità delle nostre forze. Gl'italiani all'etero. un'immagine dell'Italia, sono molto apprezzati. Pertini lo ripete con soddisfazione. Ricorda anche con piacere l'apprezzamento che fece a lui personalmente il presidente messicano: «Hombre verticale», uomo tutto d'un pezzo. Cita episodi: «Quando vennero a farmi visita trenta rappresentanti del Congresso americano, mi chiesero che cosa pensassi di Reagan e io risposi: "Non mi interessa da dove vengono le persone, ma dove vanno"». / giovani, i! discorso ritorna sui giovani. Pertini è fiero di questo suo contatto quotidiano con i ragazzi d'Italia. Ogni giorno, a Roma, riceve decine, a volte centinaia di ragazzi delle scuole in visita al Quirinale. «Alla fine dell'anno, ne avrò già ricevuti trentatremila. Sono la nostra forza di domani». Climaticamente, la vacanza non è delle più fortunate. Pertini è qui da martedì: nei primi giorni il tempo era discreto, venerdì è cambiato, nuvole pesanti sulla collina, aria fredda. Ieri il termometro è sceso decisamente a livelli in- vernali per la Costa Azzurra, sui quindici gradi. Rue Pastorelli è in centro, perpendicolare alla centralissima Avenue Jean Médecin. Auto in sosta sui due lati, senso unico, le vetture che marciano quasi a passo d'uomo, una dietro l'altra. Strada comtnercialissima: negozi, bar. alberghi, déhors. ' La casa del numero 49 fa angolo, ha un fronte su rue Pastorelli di sette finestre. Finestre alte, con persiane verdi. L'alloggio di Pertini è all'ultimo piano. Il portone è a vetri, orlato di bianco, con parecchie targhe d'ottone: un meublé, studi medici e dentistici. Immediatamente a destra, una stretta porta a vetri quadrettati immette in un piccolo bar. il «Frou frou». E ai due lati del portone e del bar. le ampie vetrine di un negozio di jeans. l'«Eldorado». C'è sempre qualcuno, per lo più giovani e coppie, che sosta ad ammirare pantaloni, stivaletti, magliette reclamizzati anche con fotografie e busti di indiani pellirosse. Tra chi guarda la merce esposta ci sono anche giovanotti con baffi e zazzere lunghe. Fanno due passi da una parte, due passi dall'altra, tornano a guardare le vetrine. Non sono probabili compratori, sono poliziotti francesi. La sicurezza intorno a Pertini è affidata alla polizia francese. Il territorio è suo e sua la responsabilità di proteggerlo. Almeno un paio delle auto in sosta in questi paraggi sono auto-civetta della polizia, con antenna alta. Seduti ai tavolini del bar di fronte, sotto la tenda che ripara dalla pioggerella fine, ci sono due giovani che leggono giornali italiani. Giornali voluminosi, ma poi, a guardarli meglio, si capisce perché: nascondono un piccolo apparato radiotrasmittente. Si, qui intorno c'è anche la polizia italiana, del Quirinale. Dicono che Pertini non lo sa, che crede di essere solo protetto dai francesi: per lo meno, lui vorrebbe che dall'Italia non si scomodasse nessuno per la sua vacanza. La giornata di Pertini, in questa Nizza che è anche un po' sua perché qui, ai tempi dell'esilio fece il muratore, comincia verso le 8. quando gli portano i giornali. Pertini è solo nell'appartamento. Esce verso le 11. per una passeggiata, fra la gente. Va a trovare qualche amico, in genere persone anziane che egli conobbe ai tempi duri del fascismo. Poi va a colazione, spesso in compagnia di qualcuno. Nel pomeriggio un breve riposo e verso le 18 o le 19, una nuova passeggiata. Ieri, invece, la pioggia e la bassa temperatura l'hanno indotto a rimanere in casa. Oggi lo raggiungerà donna Carla, poi, martedì mattina, il ritorno a Roma, di nuovo alle prese con la realtà dei suoi problemi di Presidente, talvolta non disgiunti da amare sorprese. Remo Lugli

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