Consegna a maggio
Consegna a maggio Consegna a maggio I destinatari dovranno impegnarsi a non vendere per almeno tre anni gli animali ricevuti «Specchio dei tempi» ha atteso primavera, stagione della rinascita, per dare l'avvio a questa nuova iniziativa: bestiame per un miliardo da distribuire, secondo le necessità individuate da un'apposita commissione con rappresentanti dell'Associazione allevatori di Potenza, dell'assessorato all'Agricoltura, della prefettura e dell'Ente sviluppo agricolo della Basilicata. Ogni assegnatario riceverà in dono non piii di quattro capi bovini o equini oppure l'equivalente in pecore o capre, per un valore non superiore agli otto milioni. L'impegno sottoscritto dalle due associazioni allevatori coinvolte nell'operazione, quella di Potenza e quella del Piemonte, è chiaro: l'acquisto dei capi sarà fatto soltanto «tra il bestiame di origine nazionale, iscritto al libro genealogico, proveniente da stalle indenni da malattie, muniti di certificato di gravidanza». Privilegiati, per quanto possibile, nelle razze e specie idonee, saranno gli allevatori del Piemonte «in considerazione del fatto che molte offerte che hanno reso possibile l'iniziativa sono state versate anche dai contadini piemontesi». E gli allevatori che riceveranno questo «dono vivo» dovranno firmare, a loro volta, un impegno: per tre anni dalla consegna nessuno potrà rivendere una mucca o un cavallo (due anni per pecore e capre): controlli periodici dell'Associazione allevatori di Potenza garantiranno che il patto sia rispettato. Nel frattempo, le bestie gravide figlieranno. Ogni mucca donata metterà alla luce un vitellino, la stalla sarà rallegrata da una nuova nascita. Sarà il frutto vivo della generosità e della speranza, un aiuto concreto per arricchire il patrimonio zootecnico di un'intera regione che, in gran parte, di allevamento viveva e tornerà a vivere, ma su nuove basi, con razze più selezionate, con animali più sani, con possibilità reali di incremento e anche di miglior reddito per il singolo lavoratore. La legge, già predisposta, favorirà il piccolo allevatore lucano: se vorrà comprare nuovi animali per completare la stalla potrà avere un contributo pari all'85 per cento del costo che dovrà affrontare. E' la prima volta, nella tradizione di «Specchio dei tempi», che l'aiuto in denaro offerto dai lettori de La Stampa si trasforma in qualcosa di vivo come una mucca, un cavallo, una pecora o una capra. Ma la gente della Basilicata, radicata con caparbia volontà alla propria terra, merita questo sforzo, questo impegno. Perché essere contadino su quelle colline, tra quei monti, non significa soltanto sudore e fatica per strappare un frutto al suolo. Laggiù si chiama «contadino» anche chi vive in città; è l'agricoltore che si reca, quando occorre, ai campi. Ma «l'allevatore», al quale è destinato il bestiame, vive e opera in campagna, è legato 1 alla terra assai più di un agricoltore, perché «gli animali richiedono la nostra presenza — dicono attorno a Castelgrande — non possono essere abbandonati. Noi dobbiamo restare qui». Per loro, per tutti gli allevatori che entreranno negli elenchi degli assegnatari nell'iniziativa di «Specchio dei tempi», maggio sarà una sorpresa e una festa. Il 20 maggio l'Associazione regionale allevatori del Piemonte radunerà i capi acquistati a Carmagnola; di qui partiranno per il Sud, dopo un lungo viaggio, il 24 maggio la fiera annuale di Baragiano sarà l'occasione per la loro consegna ufficiale alle singole famiglie. Per questo abbiamo atteso la primavera prima di annunciare ai lettori questa iniziativa. Finché neve e freddo imprigionavano in una morsa le zone del Sud terremotato non era possibile tentare di ridare impulso alla zootecnia. Ma con la Pasqua rinasce la natura, come ogni primavera si ripete il miracolo. Noi vogliamo soltanto che questa sia una stagione di rinnovate speranze. Marco Marcilo
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