È stato Cavallini il killer a uccidere il giudice Amato
È stato Cavallini il killer a uccidere il giudice Amato Quattro giudici indagano sul terrorismo nero a Roma È stato Cavallini il killer a uccidere il giudice Amato ROMA — Fu Gilberto Cavallini il killer che la mattina del 23 giugno di un anno fa segui il giudice Mario Amato per alcuni passi e poi. da distanza ravvicinatissima. gli sparò un unico colpo alla nuca, uccidendolo. Con lui. alla fermata dell'autobus di viale Jonio. c'era anche Giorgio Vale, un altro neo-fascista aderente ai Nar e con un passato di violenze abbastanza cospicuo. A decidere la condanna a morte del magistrato, specializzato nelle inchieste più delicate sul terrorismo «nero», fu il gruppo a cui facevano capo, con «Giusva» Fioravanti, lo stesso Cavallini, Luigi Soderini. Francesca Mambro e Belsito. Tutti, meno Fioravanti, sono latitanti. I quattro sostituti romani che hanno ereditato le inchieste alle quali lavorava Mario Amato sostengono di aver raggiunto ormai la certezza. Contro gli esecutori e i mandanti, oltre alle testimonianze e alle confessioni dei «pentiti», vi sarebbero una serie di altri riscontri concreti che non lascerebbero alcun margine al dubbio. Tutto il materiale raccolto durante la ma¬ xi-indagine contro il terrorismo nero e che si è conclusa nei giorni scorsi con l'emissione di 52 ordini di cattura per associazione e banda armata, è stato inviato ai giudici di Bologna. Per quanto riguarda gli imputati «romani... i quattro sostituti hanno dichiarato che intendono formalizzare l'istruttoria nel corso della prossima settimana. Spetterà ora al consigliere istruttore Ernesto Cudillo designare il giudice al quale affidare l'intera inchiesta. Il nome di Cavallini non è nuovo. Nei suoi confronti : magistrati bolognesi emiserc già tempo fa un mandato d: cattura per l'omicidio di Amato. Solo che ora pare sia stata raggiunta la certezza della sua colpevolezza, il ruolo preciso da lui svolto nell'agguato del 23 giugno 1980. la ricostruzione particolareggiata di come quel mattino si svolsero le cose. Giorgio Vale, dicono i magistrati, è la persona che accompagnò e aiutò a fuggire Cavallini dopo il delitto. Una scheda, la sua. ricca di precedenti, non meno di quella di Gilberto Cavallini e Francesca Mambro. l'introvabile «fidanzata» di Dario Pedretti. uno dei primi neo-fascisti finiti nell'inchiesta sulla strage alla stazione di Bologna. I tre. insieme con Fioravanti. Belsito e Soderini facevano parte di uno dei tanti gruppi organizzati da Pedretti e Fioravanti nell'ambito dell'organizzazione eversiva nera. Questi gruppi avevano l'unico intento, dicono i magistrati, di promuovere «una capillare azione di violenza e intimidazione a fini terroristici e di eversione del sistema democratico-.
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