Libero Bordoni, ex amico di Sindona diventato poi suo grande accusatore

Libero Bordoni, ex amico di Sindona diventato poi suo grande accusatore Dopo 36 interrogatori durati complessivamente più di 150 ore Libero Bordoni, ex amico di Sindona diventato poi suo grande accusatore È partito per destinazione sconosciuta - Dovrà presentarsi alla polizia una volta la settimana - Non potrà lasciare l'Italia - Arrestato a New York, ha sempre espresso timori per la sua incolumità - Avrebbe fatto numerose rivelazioni, ma sono vere o inventate? MILANO — I magistrati che indagano sul crack di Michele Sindona e delle sue società ritengono di non aver più nulla da sapere da Carlo Bordoni, ex braccio destro dell'avvocato di Patti, e dopo 23 interrogatori durati complessivamente più di 150 ore hanno deciso di consentirgli di lasciare, in libertà provvisoria, il carcere di Lodi in cui veniva custodito da quando, nell'ottobre scorso, era giunto in Italia. Ieri stesso Bordoni è stato rilasciato ed è partito per destinazione ignota. Arrestato in Venezuela nel '76 su richiesta dell'autorità giudiziaria Usa che indagava sullo scandalo della sindoniana «Franklin Bank-, rimase a Caracas (dove subì anche l'asportazione di un polmone) per due anni, fino a quando fu trasferito a New York. Solo sei mesi fa è stato estradato nel nostro Paese e da allora. pur esprimendo in continuazione paure per la propria incolumità, ha collaborato con gli inquirenti milanesi. Proprio questa collaborazione, assieme a motivi di salute, sono alla base della concessione della libertà provvisoria anche se «il gran ragioniere., di Sindona non potrà lasciare l'Italia e una volta la settimana dovrà presentarsi alla polizia. Dopo essere stato sentito dai giudici, recentemente Carlo Bordoni ha testimoniato anche davanti alla Commissione parlamentare d'inchiesta sul caso Sindona, alla quale ha svelato quanto sapeva sui rapporti tra il suo ex principale e gli ambienti politici. Ila anche fatto i nomi di 31 persone che. secondo quanto afferma, sarebbero tra i 500 esportatori di capitali che furono rimborsati dei loro depositi presso la *Finabank» di Zurigo, mentre gli altri risparmiatori che avevano affidato il loro denaro a Sindona perdevano tutto. Bordoni deve molto alla sua memoria: chi ha lavorato con lui sostiene che sia notevole, anche se non sempre cosi precisa come mostrano le numerose incongruenze contenute nei suoi altrettanti numerosi memoriali. E' la memoria di un cambista, il mestiere che Bordoni ha sempre esercitato, facendosi fin dagli inizi la fama di «uno stravagante". A metà degli Anni Sessanta, cambista in una delle banche americane di Milano, viene buttato fuori dagli ispettori che scoprono una gigantesca speculazione contro il fiorino olandese messa in piedi in sei mesi con i fondi praticamente illimitati di cui dispone il gruppo bancario nel mondo. Nel giro sono in molti a saperlo, ma la notizia non esce dall'ambito ristretto dei cambisti. L'occasione di ritornare in grande stile sul mercato monetario gliela dà Michele Sindona che gli affida la Moneyrex. società di intermediazione nei cambi, le speculazioni sulle materie prime attraverso la Edilcentro. le speculazioni sui cambi con i depositi delle banche sindoniane. L'ambiente è tra i più favorevoli all'attività speculativa. Svalutazione della sterlina, doppio mercato dell'oro, prima e seconda svalutazione del dollaro, clamoroso rialzo delle materie prime, nei cinque anni tra il 1968 e il 1973 gli equilibri finanziari saltano in tutto il mondo e chi è lesto a cogliere la tendenza fa utili spaventosi. E Bordoni si inserisce sempre di più nel gioco. Quando, nel 1973. Sindona cominciò a rendersi conto che il grande balzo dell'operazione Finambro gli era precluso affidò a Bordoni il compito di giocare l'ultima carta: una serie di speculazioni sui cambi da cui trarre gli utili necessari a mettere a posto i buchi del gruppo Sindona. Due furono le operazioni impostate, una puntando al rialzo del dollaro, dopo la crisi energetica, e al ribasso della lira e delle altre valute europee, fra cui soprattutto il franco francese che andava verso le elezioni presidenziali della primavera 1974 con una sinistra forte e unita. Il rialzo del dollaro ci fu. ma in ritardo di sei mesi rispetto ai tempi e alle necessità sindoniane: il ribasso del franco francese non ci fu perchè vinse Giscard d'Estaing. La partita era persa e Bordoni, con qualche milione di dollari raccolto qua e là (-Me li ha rubati Sindona- sostenne' in seguito), riparò all'estero.