Col Fréjus s'avvicinano la Manica e la Liguria di Francesco Fornari

Col Fréjus s'avvicinano la Manica e la Liguria Viaggio dai Nord della Francia alla Versilia Col Fréjus s'avvicinano la Manica e la Liguria DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE LIONE — Ultimo nato — è stato aperto al traffico la scorsa estate — il traforo del Fréjus ha «avvicinato» il centro della Francia alla Riviera ligure. Sulla carta, il viaggio per chi vuole raggiungere Genova partendo da Lione è più corto di circa cento, centocinquanta chilometri rispetto agli itinerari consueti, attraverso il traforo del Monte Bianco oppure percorrendo l'autostrada della Costa Azzurra. In teoria si dovrebbe risparmiare almeno un'ora di viaggio. La realtà, invece, è un'altra perché al traforo del Fréjus — splendida opera di ingegneria stradale, dotato di tutti i più sofisticati sistemi in grado di garantire un veloce e sicuro scorrimento dei veicoli — si arriva su entrambi i versanti soltanto per mezzo delle vecchie strade nazionali e statali, strette, tortuose, insufficienti a sopportare un grande volume di traffico. Dalla parte francese si sta lavorando per completare uno svincolo, lungo circa cinque chilometri, che dovrebbe evitare la strozzatura di Modane; si provvede — dove è possibile — ad allargare la vecchia strada; è in costruzione una «voie rapide» per l'attraversamento di Chambéry e il collegamento diretto con le autostrade Lione-Parigi. Annecy-Ginevra, Grenoble-Marsiglia. Sul versante italiano, le note sono più dolenti. Si lavora un po' dappertutto per allargare la vecchia, tortuosa statale dell'alta valle (è in costruzione un ardito viadotto che dal traforo porterà direttamente a Savoulx, saltando Bardonecchia). si scavano gallerie per eliminare le «scale» di Exilles, si modificano curve. Così il traforo del Fréjus — cattedrale nel deserto — a quasi un anno dalla sua aper- tura non è ancora in grado di adempiere in pieno alla sua funzione. Con grande preoccupazione dei dirigenti della società franco-italiana che l'ha costruito, dal 12 luglio 1980 (giorno dell'apertura) al 31 marzo scorso, attraverso il traforo sono transitate soltanto 287 mila vetture mentre dal 16 ottobre 1980 (apertura al traffico pesante) sono passati soltanto 27 mila autocarri per il trasporto delle merci. Pur con tutte queste limitazioni, il traforo del Fréjus resta, comunque, la via più breve per arrivare dal Nord della Francia sulla Riviera ligure e tirrenica. Lo abbiamo constatato durante un viaggio organizzato dalla Società Autostrade, che fa parte del Gruppo Iri e controlla circa il 50 per cento delle autostrade attualmente in funzione in Italia. Nata vent'anni or sono, il 14 aprile 1956 con la concessione dei lavori per la costruzione del primo tronco dell'autostrada del Sole, la Società Autostrade gestisce oggi 2618 chilometri della rete autostradale italiana (che ammonta ad una lunghezza complessiva di 5901 chilometri). Il fatturato della società nel 1980 è stato di 454,3 miliardi, mentre sulla rete autostradale dell'Iri l'anno scorso sono stati percorsi 19,7 miliardi di chilometri, pari al 31 per cento del traffico nazionale, la media più elevata d'Europa, con un aumento medio del traffico del 5 per cento (contro il 4,2 per cento della media nazionale). Scopo del viaggio organizzato dalla Società Autostrade in collaborazione con l'Area (società francese delle autostrade alpine) era, per l'appunto, sottolineare come, attraverso il traforo del Fréjus e la rete autostradale Rodano-Alpi in Francia e quella italiana da Torino a Genova e Livorno, è possibile raggiungere in breve tempo e con un comodo viaggio (se si escludono i disagi per il collegamento col traforo del Fréjus sui due versanti) il Mar Ligure e il Mare Tirreno partendo dal Nord della Francia. Con un autobus di linea, in cinque ore si arriva da Lione all'inizio della tangenziale di Torino Sud: il viaggio è comodo e scorrevole nella prima parte (da Lione a Chambéry) sull'autostrada francese A3. Diventa faticoso ed estremamente lento da Chambéry al traforo, percorrendo strade nazionali abbastanza buone (in alcuni tratti a tre o quattro corsie). Attraversato il tunnel, sul versante italiano si affronta l'inferno delle statali 335 e 24 da Bardonecchia a Susa, strette e tortuose, e si arriva a Torino dopo un viaggio irto di difficoltà. Da Torino fino ad Alessandria percorrendo l'autostrada dei vini (A 21), poi l'A 26, da Alessandria a Voltri e l'A 10 da Voltri a Genova. Da Genova, poi, passando per Sestri Levante e La Spezia si arriva velocemente fino a Livorno: le spiagge della Riviera di Levante, l'incanto del Golfo Tigullio, la romantica quiete delle Cinque Terre, la mondanità delle spiagge della Versilia sono sensibilmente più vicine alla Tour Eiffel. Francesco Fornari

Persone citate: Area, Eiffel