In Arabia Saudita l'aeroporto dei record Può accogliere 10 milioni di passeggeri

In Arabia Saudita l'aeroporto dei record Può accogliere 10 milioni di passeggeri Presso La Mecca il nuovo scalo vasto come mezza Roma In Arabia Saudita l'aeroporto dei record Può accogliere 10 milioni di passeggeri GEDDA — Disse Maometto: «Va/e più una preghiera qui alla Mecca che centomila altrove*. Con un occhio a questa sentenza e uno agli affari. l'Arabia Saudita ha costruito l'aeroporto più grande del mondo. Sorto in quel deserto arabico che nasconde un oceano di petrolio, l'aeroporto «Re Abdul Aziz as-Saud*. inaugurato dal monarca saudita Khaled, è vasto quanto mezza città di Roma ed ha già un'etichetta: «// primo aeroporto del ventunesimo secolo*. Tutto è possibile, anche al di là di ogni immaginazione in questo colosso oggi bruciato dal sole del deserto ma che. secondo i progetti, tra pochi mesi sarà circondato da un'immensa oasi artificiale formata da settantamila al beri e due milioni di cespugli che saranno irrigati con le acque di scarico dell'aeroporto stesso. In un Paese dove l'Islam più rigido e il capitalismo più convinto sono cosi strettamente legati, si assicura che l'aeroporto del deserto, che si trova a metà strada tra Gedda e Medina, è più grande dei tre aeroporti di New York, di quello di Chicago e di quello di Los Angeles messi insieme. La sua estensione, nel complesso, misura 105 chilometri quadrati: duecentodieci volte la superficie dello Stato della Città del Vaticano. Nell'aeroporto intitolato al sovrano che cinquantanni fa unificò questa penisola di nomadi analfabeti si potrebbe vivere un'intera vita senza muoversi mai. Costruendo questo faraonico complesso da cinque miliardi di dollari, il Paese che da poverissimo è diventato uno dei più ricchi del mondo grazie al petrolio non ha pensato però tanto agli affari, quanto allo spirito. I musulmani che sono tenuti a visitare, almeno una volta nella vita, i luoghi santi dove Maometto visse e mori convergevano sul vecchio aeroporto di Gedda, diretti alla Mecca, a centinaia di migliaia tutti insieme e tutti insieme ripartivano creando situazioni insostenibili. E' stato quindi necessario dotare il nuovo aeroporto — che dispone anche dei più perfezionati mezzi tecnici — di caratteristiche particolari che nessun'altra aerostazione avrà mai. Il «Re Abdul Aziz» è stato concepito per sopportare un urto di masse di passeggeri senza precedenti al mondo. Quest'anno in dieci giorni riceverà, ospiterà e rispedirà a casa 800 mila pellegrini, vale a dire un traffico di una quarantina di aerei jumbo quotidiani oltre a quelli normali: sono previsti in tutto 10 milioni di passeggeri. I fedeli che giungono da tutto il mondo per visitare la Mecca e gli altri luoghi sacri verranno sistemati dopo l'atterraggio in una fantascientifica tendopoli di cemento e materiali sintetici. Sotto le •tende*, che sono poi colossi la cui sofisticazione architettonica è senza pari per un aeroporto, si può fare tutto, ma in comune. Come tutte le tende beduine queste costruzioni, alte alla sommità come un edificio di otto piani, sono aperte ai lati. Uno strato di 'teflon*, che è quella sostanza che ricopre il fondo di alcune padelle e impedisce che i cibi si attacchino, blocca i raggi del sole che arroventerebbero la volta di plastica rigida. Ognuna di queste «tende» — sono quattro in tutto — può ospitare migliaia di pellegrini ed è grande circa quanto piazza San Marco a Venezia. Un'apertura sulla sommità di ognuno di questi elementi è orientata in maniera da lasciare entrare il vento del deserto. Ma se esso non basta si accende, come nel cinema, la •macchina del vento* e si creano correnti d'aria artificiali per il sollievo dei fedeli. In questo complesso, che si chiama « terminal dei pellegrini*, ci si lava, si preparano cibi, si prega e ci si riposa in attesa che alla Mecca cessino gli ingorghi. Nelle notti in cui manca la luna, speciali riflettori posti sotto le volte semitrasparenti creano un effetto di luna artificiale. Mercati, scuole, ospedali, campi sportivi sono a disposizione del personale dell'aeroporto. Il reddito prò capite dei sauditi è una volta e mezzo quello degli italiani. Si esporta petrolio per duecento milioni di dollari al giorno, ma si importa quasi tutto. Mentre l'aerostazione del futuro attende il giorno del «Dia» previsto per maggio, dal vecchio aeroporto di Gedda partono ancora giovani sauditi «spediti» dai genitori negli Stati Uniti o in Europa per studi di perfezionamento. Le strade di Gedda e delle altre città pullulano di tecnici e di esperti di tutto il mondo. Ovunque è un cantiere. La benzina è a cento lire il litro: ma un fustino di detersivo a quindicimila.

Persone citate: Abdul Aziz, Mecca, Mercati