La Pravda rimprovera ai polacchi il ricordo dell'eccidio di Katyn di Fabio Galvano

La Pravda rimprovera ai polacchi il ricordo dell'eccidio di Katyn Dopo la commemorazione dei diecimila ufficiali sterminati nel '41 La Pravda rimprovera ai polacchi il ricordo dell'eccidio di Katyn DAL NOSTRO CORRISPONOENTE MOSCA — Anche gli orrendi fantasmi dell'ultima guerra rivivono nel «conflitto psicologico» fra Mosca e i dissidenti di Varsavia. Mentre si chiude il congresso dei comunisti tedesco-orientali, dove Michail Suslov ha ribadito in forma ancora più sfumata le tesi espresse la settimana scorsa da Breznev al congresso del pc cecoslovacco, la Pravda attacca duramente -gli elementi antisocialisti e controrivoluzionari che hanno partecipato a una manifestazione antisovietica nel cimitero di Varsavia». Lo fa accusandoli di 'ripetere la propaganda antisovietica dei nazisti». Al centro di tutto le tragiche fosse di Katyn. 'Nel tentativo di diffondere calunnie sull'amicizia sovieto-polacca — scrive il giornale del Comitato Centrale — gli organizzatori della manifestazione si sono serviti, nei loro discorsi, della versione hitleriana di ciò che avvenne a Katyn». In quella cittadina, poco distante da Smolensk, nel 1941 furono fucilati oltre diecimila ufficiali polacchi. I sovietici affermano che si trattò di uno dei tanti stermini compiuti dai nazisti, ed è la tesi generalmente riconosciuta dai libri di storia. Ma qualcuno sostiene (e il dibattito si riapre ormai periodicamente da oltre trent'anni) che il massacro di Katyn risale all'aprile del 1941, due mesi prima che arrivassero le truppe di Hitler. Celebrando al cimitero di Varsavia il 40° anniversario dell'eccidio, una parte dei polacchi ha voluto dare credito a questa versione, che implicitamente fa cadere la responsabilità sui sovietici. 'Il mostruoso crimine commesso dagli invasori fascisti — scrive la Pravda nel suo brevissimo ma vibrante attacco — è stato esaminato da una speciale commissione istituita subito dopo la liberazione di Smolensk e i risultati furono resi di dominio pubblico». Mosca non ammette che si tocchi la »grande guerra patriottica», né tantomeno che si attribuiscano all'Armata Rossa crimini della barbarie nazista: questa freccia all'arco della sua pressante campagna contro gli 'antisocialisti» polacchi è stata un inatteso regalo dei dimostranti di Varsavia. Non è stata l'unica freccia della giornata: la pressione dei mass media, che si era interrotta poco prima del discorso di Breznev a Praga, è ripresa con insistenza dopo quello di Suslov a Berlino Est. E sono gli attacchi di sempre, semmai caratterizzati da una maggiore incisività, dall'apparente desiderio di distinguere nettamente fra 'buoni» e 'Cattivi» nel tormentato quadro della crisi polacca. Martedì era toccato ai militari apparire come garanti del socialismo e della sicurezza del Paese, ieri è stato il turno di operai e contadini assurti ai vertici della piramide di partito. Essi — sottolinea la Tass — hanno sostenuto durante una riunione con Kania che »serve oggi più che mai che in pcssato un'autorità forte, saggia e compatta», perché soltanto cosi sarà possibile 'risolvere i problemi in sospeso in collaborazione con il sindacato (quello ufficiale. non "Solidarietà", n.d.r.), le organizzazioni giovanili e d'altro genere». Guarda caso, è proprio quello che Mosca sostiene da sempre. E mentre Varsavia riprende la sua attività diplomatica in seno alla comunità socialista (ieri il ministro degli Esteri Czyrek ha avuto a Budapest un lungo colloquio con Radar), la campagna della stampa sovietica contro le interferenze dell'Occidente si riaccende sulle colonne di Sozialisticheskaja Industrija, che accusa le emittenti Liberty e Free Europe di avere tratto nuovo impulso, nella loro -attività sovversiva», dalla •rinuncia Usa alla distensione», dalla «escalation militare dell'Occidente», da -altri tentativi di far rivivere la guerra fredda: Il giornale le incolpa di -aggressione radiofonica», di un tentativo di -provocare sentimenti antisocialisti fra gli ascoltatori». Fabio Galvano

Persone citate: Breznev, Free Europe, Hitler