Uffici pubblici, la chiusura ha creato qualche difficoltà

Uffici pubblici, la chiusura ha creato qualche difficoltà Lo sciopero contro il taglio della spesa pubblica Uffici pubblici, la chiusura ha creato qualche difficoltà Secondo i sindacati, la partecipazione è stata «massiccia» (ma in Regione e Provincia molti hanno lavorato) - Scuola: 30% di adesioni «Massiccia adesione» allo sciopero nazionale del pubblico impiego, proclamato per ieri da Cgil-Cisl-Uil «contro la decisione del governo di bloccare i contratti del settore e il taglio indiscriminato della spesa pubblica». La percentuale di consenso è stata «superiore a quella registrata nell'agitazione del 25 marzo» affermano i sindacali. Il disagio dei cittadini è stato grave in tutti i settori. Ecco il quadro. Chiusi gli uffici di Comune, Provincia e Regione (anche se per questi lavoratori il sindacato ha rilevato una partecipazione del 70 per cento). I postini non hanno consegnato la corrispondenza (assenze dell'85 per cento), chiuso l'Inps per adesione quasi totale. Lo sciopero è stato meno condiviso dagli statali in genere (50 per cento). Alcuni uffici finanziari hanno lavorato regolarmente, altri a ritmi ridotti. L'Intendenza rassicura chi non ha potuto «effettuare adempimenti a scadenza improrogabile» causa la chiusura degli uffici: «/ termini verranno di sicuro prorogati con decreto ministeriale». Quasi nulli gli effetti della protesta in prefettura e in tribunale dove i lavoratori sono rappresentati soprattutto da organizzazioni autonome. Per le scuole non esistono statistiche attendibili, i dati sono indicativi. Su un campione effettuato in città e provincia, le autorità scolastiche hanno rilevato un'adesione del 25 per cento fra i docenti e del 10 fra i non docenti. Secondo il sindacato l'astensione media sarebbe slata del 30 percento. Servizi ridotti negli ospedali, ma i medici hanno assistito re¬ I IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIMIMIIIIIIIIIIIIi:illlllllIllll golarmente i pazienti. Disagi nei laboratori di analisi e radiologia, aperti soltanto per le urgenze. Alle Molinette sulle cliniche universitarie si è riversata una maggiore mole di lavoro. Nei reparti, in media era presente un infermiere ogni 40 letti. Scarsa adesione allo sciopero tra il personale dell'Infantile Regina Margherita {.Tutto ha funzionato quasi regolarmente» dice il direttore sanitario, dott. Tapparo) e al Centro Traumatologico. GIMAC — Ieri assemblea aperta nello stabilimento di Settimo. Hanno partecipato gli onorevoli Fiandrotti (psi) e Manfredini (pei), il presidente della Commisione lavoro alla Regione, Montefalchesi (pdup). e il sindaco di Settimo, Cravero. Si è tracciata brevemente la storia di questa sfortunata azienda, entrata in amministrazione controllata nel marzo del '78 e ora acquistata all'asta del tribunale fallimentare di Roma dalla Sid. «Si rischia — ha osservato Agnolon (Firn) — di gettare al vento i miliardi della cassa integrazione». «I posti di lavoro — ha aggiunto Montefalchesi — non sono all'asta. O la Sid garantisce l'occupazione, o se ne deve andare». Ma la «partita» si gioca oggi, nell'incontro in Regione al quale partecipa anche la Prefettura. Si chiederanno garanzie, se possibile di finanziare il Consorzio di aziende torinesi perché rilanci l'offerta, in modo da riaprire l'asta. «Noi vogliamo una soluzione sana, non un intervento assistenziale». FERROVIE — La Fisafs (sindacato autonomo) ha proclamato 4 giorni di sciopero a partire da stanotte alle 24. Spiega il segretario provinciale Resio: «Il personale di macchina e viaggiante ritarda di mezz'ora ogni partenza. Gli addetti dei turni rotanti si fermeranno ogni pomeriggio per 8 ore. negli impianti fissi astensione dal lavoro venerdì 17». Stamani alle 10 vi sarà un incontro con il ministro Formica. «Vogliamo — conclude Resio — risposte precise su problemi che si trascinano insoluti da oltre 10 anni: trasferimenti, alloggi, assunzioni». FLM — La segreteria regionale, riunitasi ieri mattina, si è dichiarata favorevole ad uno sciopero nazionale contro interventi del governo sulla scala mobile. L'esecutivo locale «riconferma le linee della Firn nazionale» e si apre sulla ^politica rivendicativa salariale» ove è disponibile ad adottare una «linea di coerenza, tesa a consolidare la lotta all'inflazione, rafforzandola e attestandola a partire dai risultati concreti ottenuti».

Persone citate: Cravero, Fiandrotti, Formica, Manfredini, Montefalchesi, Resio, Tapparo

Luoghi citati: Roma