«Perché molti vogliono prorogare la legge Cee sul pollo eviscerato» di Emilio Pucci

«Perché molti vogliono prorogare la legge Cee sul pollo eviscerato» Nostra intervista con il direttore dei Servizi Veterinari «Perché molti vogliono prorogare la legge Cee sul pollo eviscerato» Pareri contrastanti - Malgrado la norma tuteli il consumatore, si preme per un rinvio ROMA — A fine agosto dovrebbe scattare la normativa della Cee che prevede la vendita nelle macellerie del pollo «sfilato», cioè completamente eviscerato. Diciamo dovrebbe perché — e ce lo conferma anche il dottor Luigi Bellani. direttore del servizio veterinario del ministero della Sanità — è probabile che da Bruxelles arrivi una nuova proroga. «La richiesta di deroghe, in attesa di una maggiore razionalizzazione del settore produttivo e di quello distributivo — dice Bellani — non viene soltanto da parte italiana, ma è condivisa da francesi e inglesi». — Ma allora, dottor Bellani, è una legge giusta o no? «Da un punto di vista igienico, il pollo totalmente eviscerato che parte dal macello cosi preparato (dall'addome dell'animale si porta via tutto il pacco intestinale, con le ghiandole sessuali, fegato, milza, reni, eccetera) e sotto regime di freddo arriva al consumatore, è la disposizione più avanzata. Le perplessità sulle norme comunitarie partono da altre considerazioni». — Quali? «La prima è che non tutti i consumatori, non tutte le massaie gradiscono comprare un pollo senza fegatello o senza Io stomaco muscolare, che poi sono le parti che vengono lavorate gastronomicamente. Si potrebbe asportare il solo intestino, ma c'è il pericolo che questa operazione comporti una rottura dell'intestino stesso, con conseguente imbrattatura dell'animale. Voglio far presente che il freddo, poi, non distrugge i germi, ma blocca soltanto la loro moltiplicazione». — E l'altra considerazione? «La rete distributiva del nostro Paese non è caratterizzata totalmente da una produzione di massa (cioè grandi macelli industriali che immettono tutti i giorni sul mercato almeno centomila polli). Esiste, invece, una vasta rete di piccoli macelli, che poi costituiscono ancora la rete primaria e che non sono ancora attrezzati. C'è il rischio quindi di penalizzare questo settore». — E' un problema che si può risolvere? ■Certo, dando ai piccoli imprenditori il tempo necessario e sufficiente per adeguarsi con le loro strutture alla direttiva della Cee che — ripeto — resta sempre il sistema migliore. Comunque il problema non va assolutamente drammatizzato. Adesso staremo a vedere come si profila la questione a Bruxelles, tenendo anche conto della situazione economica e sociale del nostro Paese. Per il momento non ho elementi necessari e sufficienti per avere una opinione contraria o favorevole a una eventuale proroga». — Nel caso dovesse scattare la direttiva, ci sono in Italia le strutture per efficaci controlli sanitari? «Senz'altro. La nostra industria della macellazione avicola ha fatto un grosso salto qualitativo. Noi abbiamo sottoposto, modificando le leggi già del 1971, a ispezione veterinaria il pollame che prima era sottoposto soltanto a vigilanza. Il pollo oggi viene visitato e ispezionato come un bovino. Quindi, in ogni stabilimento di macellazione di polli esiste un servizio veterinario. Tutto quello che è umanamente possibile fare è stato fatto, mentre in altri Paesi, per un lavoro del genere, non si usano neanche dei laureati». Emilio Pucci

Persone citate: Bellani, Luigi Bellani

Luoghi citati: Bruxelles, Italia, Roma