Il pm chiede due ergastoli per Carlo Alè già condannato 2 volte al carcere a vita

Il pm chiede due ergastoli per Carlo Alè già condannato 2 volte al carcere a vita Omicidio del commissario Rosano e del boss Gasano: requisitoria in Assise Il pm chiede due ergastoli per Carlo Alè già condannato 2 volte al carcere a vita L'imputato ha ascoltato sorrìdendo le parole della pubblica accusa - Per Rosario Condorellì, presunto complice in entrambi i delitti, chiesta la condanna all'ergastolo solo per il secondo - Martedì la sentenza Due ergastoli per Carlo Ale, carcere a vita anche per Rosario Condorelli: queste le richieste del p.m. Notarbartolo al processo in assise per gli omicidi del commissario Vincenzo Rosano (2 febbraio '77 al «Marechiaro») e del presunto boss della mala, Giovanni Casano (Natale '76). Per l'accusa, Carlo Ale è responsabile di entrambi gli assassini. Condorelli solo del delitto Casano. mentre dev'essere assolto per insufficienza di prove dall'omicidio del commissario. Con una requisitoria, durata circa due ore, il p.m. ha ricostruito i due tragici fatti cosi diversi tra loro: premeditata l'esecuzione di Casano, non prevista l'uccisione di Rosano. Pizzeria «Marechiaro». 2 febbraio '77 ore 21. Il funzionario entra nel locale, siede ad un tavolo. Nota tra i clienti cinque facce conosciute in questura, ricercati pericolosi. Il gruppo si accorge di essere stato notato e cerca di uscire. Rosano non ha esitazioni, estrae la pistola: «Non muovetevi*. Sulla porta si affacia il collega Callotti: Rosano gira Io squardo, una distrazione che gli è fatale. In 4 aprono il fuoco: pochi minuti di infernale sparatoria e Rosano è a terra morente, Gallotti ferito. Chi erano i ricercati? Il p.m. Notarbartolo: «Su tre non ci sono dubbi: Ale, che ha confessato, Angelo Santonocito, Giovanni De Luca. I nomi degli altri due vengono fuori da altre deposizioni: sono Domenico Di Renzo e Agatino Bonaccorsi». Dei cinque l'unico in vita è Ale (gli altri rimasero uccisi nel conflitto a fuoco coi carabinieri a Civitanova Marche).C'era anche Condorelli? Per il p.m. non esistono prove certe sulla presenza dell'imputato al «Marechiaro». Delitto Casano. Sera del 24 dicembre '76 in via Farina. Tre killer aspettano sotto casa il presunto boss, un quarto controlla da un'auto la situazione. Casano viene crivellato di colpi. Due passanti vedono gli assassini fuggire, ma non sono in grado di riconoscerli. L'inchiesta si arena; poi c'è la testimonianza determinante di un detenuto. Agostino Marino. Racconta al magistrato: «Giovanni De Luca mi ha detto che lui, Santonocito, Ale, Condorelli hanno ucciso Casano. Questi era diventato protettore del clan dei Miano, nemici dei «catanesi» di Condorelli: i due gruppi si contendevano il controllo del racket delle bische e della prostituzione. Casano aveva fatto una scelta di campo sbagliata». E' attendibile il Marino? Per il p.m. c'è un argomento decisivo. Ale ha raccontato che la pistola di De Luca fu consegnata ad una persona che non volle nominare, ma era certamente il Marino. Quest'ultimo ha ammesso che De Luca nel dargli l'arma. un'Astra cai. 38, gli disse che era servita per uccidere Rosano e Casano. Le versioni dei due. Ale e Marino, combaciano: sono entrambe attendibili. Provocatorio e sfottente l'atteggiamento dei due imputati per tutta l'udienza: sorridenti, si sono messi a parlottare ad alta voce. Un intervento duro e deciso dell'avv. Geo Dal Fiume, difensore con Pettiti, di Condorelli, li ha calmati per un po'. Poi l'arringa dell'avv. Perla per Ale (che ha già due ergastoli sulle spalle per omicidi compiuti in Abruzzo e nelle Marche): «Al Marechiaro Ale, che era evaso pochi mesi prima con Condorelli dalle Nuove, ha sparato per difendere la sua libertà, non per malvagità. Non ha ucciso Casano: Marino racconta frottole». Il presidente Cucchiara ha rinviato il processo a martedì. A Daniela Marini, 27 anni, corso Re Umberto 68, è stata bloccata, sotto l'androne di casa, da un giovane che le ha strappato di mano, la borsetta e, dal polso, un orologio Rolex d'oro. A In via Valeggio angolo corso Re Umberto, Adriana Dermanetti, 63 anni, via Paolo Braccini 99, è stata avvicinata da un giovane biondo, in motocicletta, che l'ha scippata della borsetta. i- Un giovane militare in servizio alla stazione ferroviaria di Montalto Dora, Stefano Gamia, 22 anni, è ricoverato all'ospedale di Ivrea con una prognosi di venticinque giorni per trauma cranico. Su una bici da corsa, era andato a fare un'escursione a Chiaverano. Tornando verso Moltalto, in un tratto in discesa, è uscito di strada. Rosario Condorelli e Carlo Ale in attesa della sentenza

Luoghi citati: Abruzzo, Chiaverano, Civitanova Marche, Marche, Montalto Dora