Qual è la tendenza sull'aborto? La maggioranza è per conservarlo

Qual è la tendenza sull'aborto? La maggioranza è per conservarlo Secondo i risultati di recenti sondaggi condotti «per campione» Qual è la tendenza sull'aborto? La maggioranza è per conservarlo «La minoranza contraria, non superiore al 35 per cento, appartiene all'area del religioso» ROMA — Come si orienteranno nei due referendum sulla legge dell'aborto i 43 milioni e mezzo di italiani, domenica 17 maggio? Non sono ancora noti i sondaggi degli istituti specializzati, ma le tendenze generali dei votanti si possono ricavare da alcune ricerche per campione condotte da équipes di sociologi, su scala nazionale o in zone rappresentative del Nord (Ivrea. Fossano. Vicenza la «cattolica»), del Centro (Roma), del Sud (Puglie e Crotone in Calabria). La base di partenza è un'inchiesta della Doxa nel 1976 e ripetuta nel 1978: i dati sono per la prima volta pubblicati nel trattato Uno spiraglio sul futuro, del prof. Silvano Burgalassi. ordinario di sociologia nell'Università di Pisa, editore Giardini, Pisa. Nel 1976 il sondaggio stabili che il 56 per cento degli uomini e il 53 per cento delle donne erano favorevoli a depenalizzare l'aborto, con percentuali molto più alte fra i giovani, fra le persone più colte, e nel Nord. Nel 1978 i favorevoli erano aumentati di quattro punti, mentre i contrari rimanevano attestati sul 36-37 percento. Fra le giovani favorevoli all'aborto venivano citate queste gravi ragioni56.4 per le minacce alla salute della madre: 63.9 per rischio di malformazioni del feto; 73,8 per il rischio di vita della madre. Un gruppo di medici e altri operatori sociali ha accertato nel 1976 che nel Veneto i giovani favorevoli all'aborto era¬ no 60 maschi su cento e 63 femmine. Questi totali sono scomponibili in: 39 per cento entro il secondo mese di vita, 15 percento oltre i tre mesi di vita; 6 per cento «sempre». Un atteggiamento contro l'aborto fu riscontrato in 33 maschi su cento e in 27 ragazze su cento, mentre gli incerti raggiunsero quote fra il 7 e il 10 per cento. Una ricerca a Vicenza è stata condotta da La Voce dei Berici, settimanale cattolico (18 maggio 1980). Risulta che i vicentini pensano di regolarsi nel referendum secondo queste modalità: 33 su cento -tenendo conto esclusivamente del proprio parere personale»; 37 su cento -riferendosi alle proprie idee illuminate dalla fede cattolica»; 16 su cento -seguendo le indicazioni della Chiesa»; 11 su cento -accettando la legge 194»; 3 per cento non risposero. Sono indicazioni di massima molto rilevanti in un ambiente cattolico come quello veneto e vicentino in particolare. Esse trovano conferma, in misura sorprendente, nell'inchiesta per campione fra i cattolici praticanti promossa dalla Commissione Famiglia del Vicariato di Roma e resa nota nel settembre scorso, sotto la guida del sociologo salesiano prof. Renato Mion. Alla domanda -Si può ritenere ammissibile l'aborto?», 58,85 ogni cento cattolici romani hanno risposto «si», pur con gravi motivazioni; soltanto 49.48 hanno risposto « no». Fra i favorevoli la suddivisione è questa: 40,21 -in caso di pericolo di vita della donna»; 11,87 -in caso di pericolo per la salute della donna»; 2,92 -se la coppia avesse deciso di non avere più figli»; 3,85 -in caso di grave povertà o di minorenne». Un'equipe dell'Università Cattolica, diretta dal prof. Silvano Burgalassi. ha interpellato -a caso», nel 1979. un migliaio di persone in Puglia, scegliendo tre zone rurali (Tuglie, Oria e Noicattaro) e tre quartieri urbani: due a Taranto (uno a prevalenza operaia, uno residenziale borghese), l'altro a Lecce, piccolo-borghese. La maggioranza si è dichiarata favorevole all'aborto per salvare la vita della madre (46,5); un buon terzo favorevole in ogni caso (35.8) e poco meno di un quinto assolutamente contrario (17.7) (Giuseppe Capraro in Vita e Pensiero. aprile '81). Tracciato il quadro, la conclusione viene dal prof. Burgalassi che scrive nel trattato citato: -Possiamo affermare, con un notevole grado di certezza, che un referendum vedrebbe quasi sicuramente una maggioranza abortista ed una minoranza contraria, non superiore al 35 per cento, racchiusa nell'area del "religioso". A meno che le decisioni al vertice dei partiti di sinistra non ingiungessero (cosa ben difficile) una diversa votazione. In questo caso — conclude il sociologo — risulterebbe isolata l'area della permissività». Lamberto Fumo

Persone citate: Giuseppe Capraro, Lamberto Fumo, Renato Mion, Silvano Burgalassi