Si sposterà a Berlino con Suslov l'attacco ai controrivoluzionari di Fabio Galvano
Si sposterà a Berlino con Suslov l'attacco ai controrivoluzionari Breznev rientrato ieri dopo il congresso di Praga Si sposterà a Berlino con Suslov l'attacco ai controrivoluzionari DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Cambio delle consegne sulla scena dell'attività diplomatica sovietica: mentre Breznev rientrava ieri da Praga, al termine del 16" congresso del pc cecoslovacco, e il primo ministro Tichonov dalla sua visita a Vienna. l'«ideologo» del partito Michail Suslov è partito per Berlino Est, dove si svolgerà da lunedi il decimo congresso del pc tedesco orientale (la dizione ufficiale è partito socialista unitario). Entra così in una seconda fase l'azione politica sovietica collegata, dietro il tradizionale omaggio ai -partiti fratelli-, alla crisi polacca; ciò accade proprio mentre Varsavia tenta di far tesoro delle pressioni di Mosca spingendo, per iniziativa del primo ministro generale Jaruzelski, l'introduzione di una legge anti-sciopero. La richiesta di Mosca di respingere le forze ostili al poup, che è quanto sostanzialmente Breznev ha detto al congresso cecoslovacco, ha lasciato un segno. Ridotta la tensione militare, si è accentuata la pressione politica del Cremlino su Varsavia, e sicuramente Suslov accentuerà a Berlino Est l'atteggiamento ormai chiaramente intransigente di Mosca di fronte alla -controrivoluzione- polacca. Lo stesso Breznev, prima di lasciare Praga, ha fatto un altro indiretto riferimento alla questione di Varsavia durante un breve discorso nel quale, rivolgendosi al comitato centrale del pc cecoslovacco, ha elogiato il partito di Praga che -guida il popolo sulla strada del progresso, cerca soluzioni ai più complicati problemi del Paese affrontandoli da posizioni di marxismo creativo-: ricalcando quanto egli aveva già detto al Congresso, ha sottinteso il paragone con il «caos» di Varsavia. Ma se da Breznev ci si attendeva, martedì scorso, un discorso concreto sulla questione polacca, da Suslov ci si aspetta ora un intervento in chiave ideologica. E un accenno è già venuto ieri dal quotidiano dei sindacati sovietici Trud, nel quale le difficoltà e i problemi di Varsavia vengono affrontati in chiave più sottile che in passato. Criticando il volantinaggio che ha ormai assunto preoccupanti dimensioni a Varsavia. Trud sottolinea gli attacchi di Solidarietà ai quadri del governo, del partito e del sindacato ufficiale, -la diffusione di voci false e provocatorie-, in breve un'attività-ostile al socialismo-. Nel suo discorso di ieri Breznev non ha soltanto rivolto lo sguardo alla Polonia, ma anche all'Occidente, con specifici riferimenti all'eurocomunismo (ha parlato di -lealtà all'internazionalismo proletario-) e soprattutto alla sua -offensiva di pace- sovietica verso l'Europa e il mondo. Di temi economici aveva parlato invece giovedì sera al Castello di Praga, durante un incontro della delegazione sovietica con quella cecoslovacca guidata da Husak. Breznev aveva sostenuto che «t Paesi socialisti sono entrati negli Anni Ottanta più forti che mai-, ma aveva anche ammesso che il principale fronte è quello economico. In questo quadro ha sottolineato la necessità di migliorare produttività e management, di intensificare la collaborazione fra -Paesi fratelli- per un migliore sfruttamento delle risorse produttive, scientifiche e tecnologiche. A Mosca si continua a voler interpretare quest'insistenza di Breznev come un avvertimento a tenersi pronti in caso di contromisure occidentali in seguito a un eventuale intervento diretto dell'Urss in Polonia. Sarebbe anche questa, secondo gli osservatori occidentali, una sorta di pressione su Varsavia. In quel caso le parole del leader sovietico non sono cadute nel vuoto, e la stessa Tass riporta alcuni passi del discorso fatto giovedì ai cantieri Lenin di Danzica dal segretario del poup, Kania. L'agenzia sovietica sottolinea i riferimenti alla crisi dovuta -alla negligenza nell'attuare i principi basilari dell'attività del partito-, alla necessità di evitare -ogni forma di anarchia-, al fatto che -le difficoltà politiche hanno seriamente indebolito la Polonia come anello della comunità socialista-. Fabio Galvano
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