Terremoto dimenticato di Manlio Rossi Doria
Terremoto dimenticato I miliardi da spendere Terremoto dimenticato Quanto è lontana quella sera del 23 novembre quando, come scrive Manlio Rossi Doria nel rapporto presentato dal Centro di ricerca di Portici. «venne colpito il cuore e la parte più bella dell'Appennino meridionale»'.' Questi quattro mesi e mezzo hanno, infatti, una scansione temporale diversa per gli uni e per gli altri. Una fatta di attese lunghissime, di rabbia e di angoscia per chi vive abbandonato nella promiscuità delle scuole-dormitorio, nelle roulottes interrate nel fango, nelle baracche, nelle case diroccate. Mentre tutt'altra è la misura del tempo per chi ne concepisce l'uso, al riparo delle stanze del Potere, attraverso la lente deformante della litigiosità politica e della speculazione clientelare. E. non nascondiamocelo, questi mesi hanno avuto, infine, una ambigua dimensione anche per l'opinione pubblica del Nord e delle altre regioni che. dopo lo slancio iniziale di generosità, si è in non piccola parte abbandonata a un sentimento di diffidenza anlimeridionale e di rimozione di fronte alla più grande catastrofe che si sia abbattuta sull'Italia dalla fine della guerra. Nel frattempo, tranne che per gli aiuti immediati coordinati dal valoroso Zamberletti e per le iniziative dirette di solidarietà popolare e di gemellaggio, nulla si è fatto. La destinazione degli 8000 miliardi che la legge stanzia in tre anni è'diventata oggetto di un braccio di ferro parlamentare e non di scelte rapide ed efficienti. Il governo, invece di pianificare gli sforzi straordinari concentrandoli nell'area omogenea del cosiddetto «cratere» con circa 500.000 abitanti e un centinaio di Comuni, ha seguito un atteggimelito oscillante e contraddittorio. Prima si è impegnalo a emanare un decreto con una suddivisione su tre fasce di Comuni, a seconda della percentuale di danno. Poi. di fronte allò scatenarsi della contesa per l'accesso all'una o all'altra fascia, ha abdicalo ai suoi compili. Ristretta l'area d'intervento diretto a soli 36 Comuni, quasi totalmente distrutti, ha varalo una seconda fascia comprendente tutta la Campania e tutta la Lucania, dove le sovvenzioni dovrebbero essere direttamente distribuite ai danneggiati che ne facciano richiesta su certificazione del sindaco. Una dilatazione immotivata che allarga la zona terremotata a paesi che ne sono stati appena sfiorati e a ben 5 milioni di abitanti. E' questo il frutto di un'assurda scelta politica, voluta per ragioni elettorali dalla de e dal pei. che dà spazio a ogni possibile speculazione e manovra camorristica. Nel contempo gli emendamenti alla legge, sotto esame al Senato, si sono accavallati gonfiandone a dismisura il contenulo. Chi la reputa l'occasione buona per impiantare la facoltà d'ingegneria a Salerno, chi per la creazione di una università a Potenza, chi — notizia delle ultime ore — si appresta a proporre iniziativa analoga per Benevento. I sindacati, da parte loro, rivendicano l'assunzione nella legge di progetti particolari delle Partecipazioni statali, e cosi via. II risultato è che. invece di distribuire oculatamente e presto le sovvenzioni per la ricostruzione delle abitazioni, delle infrastrutture agricole e degli opifici colpiti dal sismo e di avviare un piano di sviluppo per la zona omogenea dell'Appennino interno, si sta dando vita a una ennesima mostruosità giuridica la cui applicazione. Mario Pirani (Continua a pagina 2 in quinta colonna)
Persone citate: Mario Pirani, Zamberletti
Luoghi citati: Benevento, Campania, Italia, Lucania, Portici, Potenza, Salerno
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