De Martino: «Chi dice che farei parte dei '500' fece rapire mio figlio nel '77» di Sandra Bonsanti

De Martino: «Chi dice che farei parte dei '500' fece rapire mio figlio nel '77» Il mondo politico turbato dalle rivelazioni sulla vicenda Sindona De Martino: «Chi dice che farei parte dei '500' fece rapire mio figlio nel '77» ROMA — -La persona che oggi si nasconde dietro la ridicola affermazione che io farei parte della lista dei 500 è la stessa che nel '77 organizzò il sequestro di mio figlio», sospetta Francesco De Martino all'indomani di una seduta che ha fatto scalpore, per l'atmosfera «torbida» — come l'ha definita un commissario — nella quale sono stati fatti nomi, lanciate accuse su banche dell'Urss, mormorate allusioni. De Martino si spiega: -I delinquenti che sequestrarono mio figlio erano stati coninnti dal mandante che io at'ero 15 miliardi in Svizzera. Adesso salta fuori un pezzo di carta in cui il mio nome è fatto come esportare di valuta. Dietro ci deve essere una mente sola...» Ipotesi? -Nessuna». Ma sulla commissione d'inchiesta sul caso Sindona. incombe un senso di oppressione che va al di là delle salette di Palazzo San Macuto. dove si svolgono i riti scomodi delle audizioni e coinvolge le sedi dei partiti, i corridoi e l'aula di Montecitorio e del Senato, ha un'eco sempre più sgradevole fra la gente comune. Se De Martino si sfoga dichiarando apertamente i suoi sospetti, avvertendo che -la commissione affronterà la questione delle banche dell'Est» e che la -fetta di storia italiana che risulta dai lavori non è bella e mi lascia un po' impressionato», in casa de si ostenta un certo distacco. Per Gerardo Bianco, capogruppo alla Camera, «ii partito è tranquillo, abbiamo preso quei due miliardi per il divorzio e basta, tutto il resto sono fatti personali che i diretti interessati hanno già smentito». Ormai, nel gran calderone delle accuse, la de non si sente più sola. -E se Bordoni è un teste veritiero quando parla di noi» aggiunge Bianco -deve esserlo anche quando chiama in cau¬ sa i comunisti». Ma il pei è indignato. Il genero di Sindona parla di banche dell'Est? -Ne parli pure» risponde Giuseppe D'Alema -le banche sovietiche funzionano come tutte le banche del mondo, hanno sedi in America come in Europa, commerciano in oro a Londra, fanno affari con chi gli pare e certo non chiedono il parere del partito comunista italiano». Aggiunge: -Dove è scritto che queste banche hanno a che fare coti noi? Il pei non ha mai preso soldi da nessuno». Il pei ha però un dubbio: forse, proprio ora che la commissione sta per arrivare ad occuparsi della drammatica vicenda dell'uccisione di Ambrosi, qualcuno cerca di «risatire la china» facendo leva su Magnoni. portandolo a dire cose che saranno utili domani? Dice Luca Cafiero. membro della commissione per il pdup che i «sospetti di De Martino possono avere fondamento. L'organizzatore del sequestro di suo figlio era convinto non solo che lui avesse di che pagare, ma anche che lo avrebbe fatto senza fiatare, e senza denunciare perché i soldi in Svizzera erano illegali». Per Cafiero l'atmosfera della commissione -è avvelenata. Non resta che insistere con la Svizzera perché tolga il segreto alla Finabank, dove sono le prove dei depositi dei 500» Ma quali manovre stanno contribuendo a intorbidire i lavori? Anche in casa radicale non c'è pace: Bordoni ha accusato Lino Jannuzzi di essere stato una specie di -consulente politico» del gruppo di Sindona. E Gianluigi Melega afferma che anche dietro le rivelazioni oscure e calcolate di questi giorni c'è il -genio» di Sindona -che ha fatto degli uomini e dei partiti tante barchette di carta.». In queste condizioni, con un -senso di marcio ignoto che circola in tutto il sistema e che può venir fuori in qualsiasi momento, per oscure decisioni», i lavori possono continuare? -Lo devono» dice De Martino. Jannuzzi invece sostiene che -la commissione ha fallito, l'inchiesta può durare altri sette anni, la lista dei 500 non esiste, finirà come piazza Fontana». Quanto a lui andrà a raccontare a Palazzo San Macuto dell'un.co incontro che organizzò fra Bordoni e Andreotti. Come andò? -Bordoni disse: presidente, Sindona è bravo ma un po' megalomane, le sue speculazioni internazionali potrebbero danneggiare la lira, stia attento, corra ai ripari. Venti minuti e fini li». Ma i radicali, per -perdonare» al senatore Jannuzzi quei contatti con gente del clan di Sindona, vogliono sapere se prese soldi. Sandra Bonsanti

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