Perde la borsa e la polizia scopre un covo di terroristi

Perde la borsa e la polizia scopre un covo di terroristi Studentessa, datasi ora alla clandestinità, a Napoli Perde la borsa e la polizia scopre un covo di terroristi NAPOLI — La disattenzione di una presunta terrorista. Chiara Vozza, ventunenne, che nel febbraio scorso abbandonò sul portabagagli dell'espresso Milano-Salerno una borsa-sacco rivelatasi una preziosa fonte di informazioni per i documenti contenuti, ha consentito alla Digos di individuare altri appartenenti a un gruppo di fuoco di «Prima linea» e di scoprire un covo alla periferia della città. L'alloggio dei terroristi era a Chiaiano. in via Chiesa di Polvica. composto da due stanzette. Nel rifugio avrebbe soggiornato per un breve periodo Marco Fagiano, la sua compagna Federica Meroni e altri due presunti terroristi: Lucio Di Giacomo. 23 anni, nativo di Enna. ma residente con la famiglia a Rivalta Torinese, e Raffaella Esposito. 19 anni, di un Comune alle porte di Napoli. Questi ultimi avrebbero preso parte alla sparatoria di piazza divella nel dicembre dello scorso anno, quando fu catturato Marco Fagiano, il presunto capo storico di «Piuma linea» torinese, e venne gravemente ferito il brigadiere di pubblica sicurezza. Antonio Sessa. Sono quindi accusati di concorso in tentato omicidio, rapina, detenzione di armi da guerra e altri reati. Le indagini hanno stabilito die il covo era stato preso in affitto da Chiara Vozza, studentessa universitaria di giurisprudenza al¬ l'ateneo di Napoli, un nome nuovo nel mondo dell'eversione. La giovane, residente a Taranto con la famiglia, si era trasferita nel '79 per motivi di studio nella nostra città. Aveva preso alloggio rielle adiacenze dell'Università, in via Mezzocannone, poi evidentemente, dopo essere stata contattata da elementi del partito armato, aveva preso regolarmente in affitto l'abitazione di Chiaiano. dove avrebbe offerto ospitalità, per l'elaborazione di piani criminosi, ai componenti di gruppi di fuoco di «Prima linea» in transito per Napoli. Gli inquirenti sono risaliti a Chiara Vozza dopo il rinvenimento della borsa nello scompartimento ferroviario. Si venne cosi in possesso del libretto universitario con la fotografia della giovane, ma anche di numerosi proiettili per armi da guerra, un milione di lire in contanti, una sessantina di carte d'identità rubate al Comune di Brescia, di cui una falsificata a nome di Claudia Capece e con la foto della studentessa. Dalla documentazione emerse soprattutto che i terroristi avevano progettato di compiere un attentato (è stato trovato un piano planimetrico dello scalo ferroviario di Cancello Arnone e una serie di informazioni su un funzionario della Polfer dello stesso scalo). Chiara Vozza si è data alla clandestinità. a. I.