Scimmie nate in prigionia allattate da mamme robot

Scimmie nate in prigionia allattate da mamme robot L'esperimento d'uno scienziato tedesco Scimmie nate in prigionia allattate da mamme robot I piccoli, come tutti i neonati, si considerano figli di chi li nutre -1 pupazzi di scimmia usati nel centro ricerche di Bielefeld sono mobili e così perfetti da sembrare vivi Un esperimento unico nel suo genere è in corso nel centro di ricerche di Bielefeld. in Germania, dove lo zoologo tedesco Hans-JUrgens Wolters tiene in allenamento una novantina di scimmiette baby, con una tecnica rivoluzionaria mai usata prima d'ora che si sta rivelando un autentico successo. Si tratta di quelle piccole scimmie americane che vengono prelevate in gran numero dal loro habitat originario per far fronte alle richieste che giungono dai vari istituti di ricerca del mondo. Bisogna dire che purtroppo quasi l'ottanta per cento dei soggetti, strappati al loro clan e al loro ambiente nativo, la foresta vergine sudamericana, muoiono durante la prigionia e non è difficile prevedere che, andando avanti di questo passo, con prelievi così massicci e una mortalità tanto elevata, la specie sia destinata a scomparire nel giro di pochi anni. Per giunta, in cattività, il comportamento materno è ben diverso da quello naturale e molto spesso la madre si rifiuta di allattare i suoi piccoli. Solo l'intervento dell'uomo li può salvare. Però se lo sperimentatore si sostituisce alla madre dando il biberon al neonato minuscolo che pesa dai 35 ai 45 grammi, può succedere un altro inconveniente. Che il piccolo identifichi l'essere umano con il rappresentante della propria specie. E' il fenomeno deH'«imprinting» per cui si imprime indelebilmente nella memoria dell'animale il ricordo dell'essere che ha visto per primo venendo al mondo, che lo ha nutrito e allevato. Questo essere diventa per lui «la madre» e il piccolo ritiene di appartenere alla sua stessa specie. Cosa che gli creerà non pochi problemi di comportamento sessuale all'epoca riproduttiva. Per questo motivo l'ochetta Martina seguiva passo passo «mamma Lorenz» e lo scienziato non riusciva a togliersela di dosso. Nell'intento di salvare la specie in pericolo e per ovviare all'inconveniente dell'.imprinting», Hans-JUrgens Wolters ha escogitato un ingegnoso sistema di allevamento. I piccoli rifiutati dalle madri vere vengono alimen- tati da madri artificiali che sono dei veri e propri robot. Lo studioso tedesco ed i suoi collaboratori, dopo anni di studio, sono riusciti a fabbricare dei pupazzi-scimmia che assomigliano come gocce d'acqua agli animali adulti Sono ricoperti da una pelliccia sintetica simile per colore e spessore a quella autentica. Ma non basta. Per riprodurre il calore del corpo, contengono al loro interno un apparecchio termico dalla temperatura regolabile. E sono in grado di alimentare i piccoli con due biberon di latte fissati nell'incavo delle ascelle che lo sperimentatore provvede a riempire non appena si svuotano. Per dare una parvenza di vita ai pupazzi, questi vengono sospesi a fili di nailon agganciati alle sbarre della gabbia e siccome i piccoli hanno l'abitudine di saltare in groppa ai genitori, sono loro che involontariamente imprimono ai robot continui movimenti. I pupazzi hanno uno scheletro di plastica e una colonna vertebrale metallica articolata all'interno della quale corrono tubicini pieni di acqua. Con opportune manovre degli sperimentatori, possono così alzarsi e sedersi secondo la pressione dell'acqua e con questi bruschi cambiamenti di posizione disarcionano i «figli» che avevano in groppa, proprio come avviene in natura. Verso i quattro mesi di età, i piccoli incominciano ad ingerire alimenti solidi ed è allora che al petto del robot viene assicurata una ciotolina contenete il nutrimento. E quando giunge l'epoca in cui i figli debbono incominciare a badare a se stessi, ecco che la temperatura del genitore gradatamente diminuisce. Viene a mancare cosi quel «calore materno» che tiene il figlioletto legato fisicamente alla madre. Tutto è stato studiato con tanta precisione che a Bielefeld sono già state allevate con le mamme artificiali tre generazioni di scimmiette e gli sperimentatori sperano vivamente di riuscire ad allevarne una quarta. Isabella Lattes Coifmann

Persone citate: Hans-jurgens Wolters, Isabella Lattes Coifmann, Jurgens

Luoghi citati: Germania