I bulldozer hanno marciato sulle rovine di Persepoli?
I bulldozer hanno marciato sulle rovine di Persepoli? I bulldozer hanno marciato sulle rovine di Persepoli? PERSEPOLI (Iran) — Allontanato il pericolo di una distruzione sistematica dei monumenti archeologici iraniani, ora la minaccia viene dagli scavatori clandestini che proliferano per la mancanza di un adeguato controllo. I furti nelle zone archeologiche dell'Iran non sono una novità: i primi visitatori europei, ed anche gli archeologi, hanno sottratto a questo Paese centinaia di antiche opere d'arte, tanto è vero che non esiste museo al inondo, di una certa levatura, che non possieda la sua piccola collezione di pezzi provenienti da Persepoli o da zone archeologiche persiane. All'indomani della rivoluzione islamica in Iran alcuni fanatici armati di picconi e di martelli si diressero da Shiraz a Persepoli per distruggere gli «empi» resti di questa favolosa città distrutta da Alessandro Magno. La legge coranica infatti prescrive che le sembianze umane non debbano essere scolpite o dipinte. Sembra che addirittura una falange di bulldozer stesse avanzando verso l'antica capitale di quell'impero, che si estese dall'India al Mare Egeo, con l'intenzione di cancellare le tracce di un iniquo passato, quando l'ayatollah Khomeini in persona ordinò che si arrestassero. La storia dei bulldozer è molto probabimente parto della fantasia popolare, ma è sicuro che poliziotti e guardie armate sono state costrette a disperdere i fedeli del Corano diretti alla volta dell'antica città. Ora i militanti islamici, nemici giurati dell'imperialismo sotto qualsiasi forma, hanno imparato a convivere con quei monumenti del passato che rappresentano maestosamente l'edificazione di un impero. Alcuni degli uomini che hanno contribuito alla caduta dello scià Reza Pahlevi erano percorsi da un'avi'ersione cosi profonda verso tutto ciò che poteva ricordare la monarchia che solo l'intervento del leader della rivoluzione islamica ha potuto salvare le testimonianze dell'antica storia persiana. Il caso più vistoso è stato quello di Persepoli. Tuttora la visione delle rovine del palazzo-città sede degli imperatori persiani lascia con il fiato sospeso: sullo sfondo le montagne e in primo piano, in una immensa distesa, campeggia un blocco di pietra di enormi dimensioni, alcune centinaia di metri per lato, con scale e figure di animali che ricoprono le pareti esterne e sopra ancora scalinate, colonne ed enormi sculture di animali e persone che stavano li a rappresentare la vita della corte di re Dario.
Persone citate: Alessandro Magno, Khomeini, Reza Pahlevi
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