Morto Omar Bradley che guidò un milione di soldati alleati
Morto Omar Bradley che guidò un milione di soldati alleati La scomparsa a 88 anni dell'ultimo generale Usa a 5 stelle Morto Omar Bradley che guidò un milione di soldati alleati Fu a capo dell'operazione più celebre della storia, Io sbarco in Normandia NEW YORK — Il generale Omar N. Bradley è morto ieri, all'età di 88 anni, in un ospedale di New York. La sua ultima apparizione in pubblico fu in occasione della cerimonia per l'inaugurazione del presidente Ronald Reagan. Il vecchio ufficiale, costretto a muoversi su una carrozzella, fu spinto davanti a Reagan dall'attore Jimmy Stewart. A fianco di Patton l'impetuoso, e sotto il comando superiore di Eisenhower il diplomatico. Omar Nelson Bradley è forse il generale a cinque stelle dell'esercito americano che ebbe l'influenza maggiore sugli avvenimenti decisivi della seconda guerra mondiale: l'irruzione su Tunisi e Biserta nella primavera del 1943. dove si misurò con Rommel (che de- finì «un geniaccio.J e con il suo successore von Arnìm. lo sbarco in Sicilia e infine l'avanzata dalle spiagge della Normandia (sua la prima idea dei porti mobili, i mulberries, che Churchill abbracciò subito con entusiasmo! fino a Parigi al Reno al cuore della Germania. Ma fu sempre altresì il generale silenzioso e nemico della pubblicità (che lasciava tutta al suo amico e rivale Patton il cowboy;, il gentiluomo per antonomasia che amava nascondersi dietro le spalle del suo grande amico e capo di Stato Maggior Generale, Marshall — quello stesso che tanto contribuì alla ripresa economica dell'Europa occidentale con il suo piano —, l'uomo d'arme e di affari che Ike destinava di preferenza a trattare con gli inglesi, e soprattutto con quello spigoloso di Montgomery, perché sapeva «infinocchiarli dolcemente». Era un uomo, dissero di lui gli amici, che sembrava privo di sangue. «Non discute — affermò una i>olta il vice di Eisenhower. Bedell Smith — ma elenca cifre su cifre. E alla fine ha ragione per forza». Nato il 12 febbraio 1893 in una cittadina del Missouri da una fainiglia più che modesta. Bradley si laureò sottotenente a West Point. ma senza particolari meriti, tanto che si classificò quarantesimo del suo corso. Era invece bravissimo nel lancio della palla, cosi da superare in distanza i più noti professionisti del baseball. Era anche abile alla pistola. Durante la prima guerra mondiale, non ottenne (nonostante lo chiedesse più volte) alcun comando di truppe oltre-oceano. Restò a West Point, con il malinconico incarico di istruttore delle reclute. La grande ora di Bradley venne nel febbraio .'943, quando — a sbarco alleato in Africa settentrionale già compiuto — gli fu affidato il comando del Secondo Corpo d'armata americano: sembra sia stato Marshall, personalmente, a volerlo, superando le diffidenze di Eisenhower. Sta di fatto che in Tunisia affermò subito le sue capacità, mettendo in atto una nuova tattica di coordinamento continuo tra fanteria, carri armati e aviazione, che in ultima analisi si rivelò più redditizia del semplicistico sistema deiT-attacco a va langa finche c'è un mezzo di sponibile». Vennero poi lo sbarco in Sicilia, come comandante della V Armata americana, e infine l'operazione Overlord in Normandia. Qui Bradley ebbe alle sue dipendenze il 12" Gruppo di armate Usa, per un totale di un milione e duecentomila uomini, la maggiore unità operante che sia mai stata aaffidata alla direzione di un solo generale, in tutte le guerre, in tutti gli eserciti. Non ultimo suo merito, nella campagna di Francia, fu di essersi opposto, sia pur vanamente, alla spericolata incursione aero-terrestre voluta da Montgomery su Arnheim, e finita in un disastro. Ebbe anche il coraggio morale di porre la sua armata a disposizione di Montgomery, se questi avesse tentato subito un attacco a fondo contro la Ruhr, ma Eisenhower si oppose. Ma a questo punto la soluzione l'offri lo stesso Hitler, con il suo attacco nelle Ardenne. Con il fallimento di tale offensiva «si aprirono le chiuse» e il crollo del Terzo Reich divenne inevitabile. Dopo la guerra, e in particolare durante il conflitto di Corea, sostenne con coerenza la • linea dura-, capi le intenzioni dei sovietici e si oppose a una troppo rapida smobilitazione. Poi, si chiuse nel silenzio. Umberto Oddone 7f.\ .-;■:->£«£ ;■■<■.'■:■■■■ Washington. Il gen. Eisenhower conversa al Pentagono con il gen. Omar Bradley (Ap)
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