Antichi adoratori del toro

Antichi adoratori del toro Antichi adoratori del toro PARIGI — Non sono certo molto numerosi quelli che. in Italia come in Francia, conoscono da vicino la «Valle delle meraviglie», un'ottantina di chilometri sopra Nizza, a cavallo del confine tra Tenda e il Monte Bego. Qui, in un arco di montagne di oltre duemila metri, nella stretta vallata incisa da laghetti alpini si sono scoperte negli ultimi anni le tracce della vita dei nostri progenitori, degli uomini dell'età del bronzo che hanno lasciato sui massi levigati dal tempo centomila incisioni rupestri. Per gli specialisti è un'affascinante palestra di scoperte che s'aggiunge alle stupende e più conosciute tracce della Val Camonica. Ora anche questo eccezionale museo all'aria aperta è stato messo alla portata del pubblico grazie a un'interessante esposizione inaugurata nei giorni scorsi al «Museo dell'uomo» di Parigi e dedicata appunto all'-Arte preistorica nelle Alpi occidentali». Certo non si sono potuti trasportare nel museo parigino i massi su cui sono stati incisi i graffiti degli antichi abitanti delle vallate alpine. Ma i curatori della mostra, attraverso un sapiente montaggio di pannelli fotografici, calchi, tabelloni integrati da qualche oggetto preistorico (pugnali e vasellame) sono riusciti egualmente ad offrire un quadro esauriente delle scoperte e a sollecitare cosi la curiosità dei visitatori. C'è tutta una sala dell'esposizione riservata all'illustrazione delle incisioni rupestri della Val Camonica. Allestita grazie all'apporto del prof. Emanuele Anati, questa sezione illustra abbastanza dif- fusamente il patrimonio di graffiti scoperti a Nord di Brescia, con la riproduzione delle incisioni di armi, animali (cervi e buoi), figure umane e simboli divini. In tutte queste incisioni sembra sussistere infatti, a giudizio degli studiosi e degli osservatori più attenti, una comune base ideologico-concettuale. E non è azzardato parlare perciò di una religione o cosmologia che si diffuse su una vasta zona dell'Europa nel terzo millennio prima dell'era cristiana. In particolare nella zona alpina si ritrovano simboli che diventeranno tipici delle divinità indo-europee, come il carro trainato dal bue (simbolo d'autorità), il pugnale a lama triangolare (simbolo di forza e virilità), i dischi solari (la luce e il calore). Gli stessi segni, le stesse figurine stilizzate si ritrovano appunto nella «Valle delle meraviglie». Sempre presente in queste incisioni è la rappresentazione del toro, il cui culto, dimostrato dai graffiti sul Monte Bego. deriva da una concezione religiosa che forse ha avuto origine sull'altra sponda del Mediterraneo. Paolo Patruno MOSTRA A PARIGI DELLE INCISIONI RUPESTRI

Persone citate: Bego, Emanuele Anati, Paolo Patruno

Luoghi citati: Brescia, Europa, Francia, Italia, Nizza, Parigi