«Il rilancio Redaelli va approvato subito»
«Il rilancio Redaelli va approvato subito» La Firn parla di boicottaggio «Il rilancio Redaelli va approvato subito» MILANO — «Qualcuno, all'interno del governo, si appresta a boicottare il piano di risanamento del gruppo Redaelli per motivi che non ci sono stati detti, ma che sono facilmente intuibili». Questa la denuncia che la Firn regionale ha fatto ieri nel corso di una conferenza stampa durante la quale ha anche presentato una relazione del primo anno di attività di gestione commissariale. Nonostante i risultati che «provano le capacità di ripresa del gruppo», i motivi che potrebbero suggerire la liquidazione dell'attività, secondo la Firn, potrebbero essere: o l'offerta del sacrifico della Redaelli al tavolo delle trattative tra l'Italia e la Cee nel comparto della siderurgia (la cui produzione dovrebbe essere diminuita del trenta per cento), o la possibilità di altre aziende del settore di inserirsi nel mercato, oppure l'offerta di un'azienda fondamentalmente sana ai privati a un prezzo di liquidazione. «Per questo — hanno affermato Gianni Fedo e i componenti il coordinamento dei consigli di fabbrica — mercoledì andremo dal commissario e gli chiederemo chi e perché ha bloccato il piano di risanamento e se ci sono programmi di cessione di alcune società del gruppo (Tecna, Dervio e Ceretti) a privati». «Il piano deve essere subito approvato» hanno sottolineato i rappresentanti sindacali — e nel giro di un mese devono arrivare i quattrini. Altrimenti le società che hanno fornito gli impianti verranno a riprenderseli e le commesse sfumeranno definitivamente». Per dimostrare che il gruppo ha capacità di ripresa sono stati diffusi i dati forniti dal commissario governativo Luigi Guatri (dimissionario) dai quali risultano dopo un anno di attività: «La ripresa graduale isi base alle risorse esistenti che consentono di prevedere utili a partire dal 1974; l'aumento delle importazioni di acciai speciali dalla Francia e dalla Germania da quando la società è entrata in crisi; il ruolo leader coperto dal gruppo che, a livello di efficienza, trova paragoni solo con la "Falk" di Bolzano». Le conseguenze della mancata approvazione del piano da parte del Cipi (è stato presentato nell'ottobre scorso) porterebbe a due gravi conseguenze: la riduzione dell'occupazione per migliaia di unità in zone già particolarmente depresse e la perdita di un patrimonio produttivo unico in Italia, «che già oggi è nei limiti imposti dalla Cee al nostro Paese».
Persone citate: Ceretti, Falk, Gianni Fedo, Luigi Guatri, Redaelli
Luoghi citati: Bolzano, Dervio, Francia, Germania, Italia, Milano
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