Olivetti, 2000 posti in pericolo se il governo trascura gli impegni di Francesco Bullo
Olivetti, 2000 posti in pericolo se il governo trascura gli impegni Domani a Roma azienda e sindacato incontrano il ministro Foschi Olivetti, 2000 posti in pericolo se il governo trascura gli impegni All'origine del problema la mancata approvazione delle leggi sul prepensionamento e sull'introduzione dei registratori di cassa - Incertezze sulle commesse per ammodernare la pubblica amministrazione IVREA — Ben lontano dall'essere risolto, nonostante l'accordo azienda-Plm firmato nel dicembre scorso e nonostante le ripetute assicurazioni del governo, il «caso Olivetti* si ripropone in tutta la sua drammaticità: su un piatto della bilancia duemila posti di lavoro in pericolo, sull'altro impegni finora disattesi da parte dei ministeri, promesse che non hanno trovato pratica realizzazione, «parole e parole* che non bastano più né alla società né ai lavoratori. Chiuso fra l'incudine e il martello, il sindacato stringe i tempi, cerca alleanze per uscire da una stretta soffocante, mentre i margini di manovra si fanno sempre più stretti. Fra una settimana (il 13 aprile) se non subentrano novità, scatta per 500 dei 1600 lavoratori di Pozzuoli la cassa integrazione, ma i tagli potrebbero essere di dimensioni maggiori e toccare anche gli stabilimenti del Canavese. Oltre ai 420 (dei 450 iniziali) già in cassa integrazione in base all'intesa del 21 dicembre 1979, e alla minaccia immediata per i 500 di Pozzuoli, infatti, resta sempre aperto il problema dei 407 che non avevano potuto usufruire del prepensionamento (mancava la legge) e dei 730 dipendenti negli stabilimenti canavesani considerati esuberanti. Con queste premesse si è aperto ieri il dibattito ad Ivrea: due ore di assemblea retribuita nell'area di Scarmagno con circa duemila partecipanti su un totale di 6 mila addetti. Erano presenti gli on. Gandolfi (pri), Fiandrotti (psi), Pugno (pei) e il segretario provinciale di democrazia proletaria. Stagliando. Mancavano i rappresentanti degli altri partiti e della Firn nazionale. Si è trattato soprattutto di una messa a punto del problema Olivetti in vista dell'incontro fissato domani a Roma, con il ministro del Lavoro Foschi (incerta fino ad ora la presenza degli altri ministeri: Bilancio, Finanze, Industria). E proprio il governo, più che l'azienda, si è trovato sul banco degli imputati, come hanno sottolineato i responsabili sindacali Magistri e Patalani. Ai rappresentanti dei partiti una domanda: qual è la linea dei vostri gruppi politici? Gandolfi: sui registratori di cassa (il disegno legge c'è dal settembre scorso e condiziona i 500 posti di lavoro a Pozzuoli) esistono resistenze, non certo da parte dei repubblicani, perché si toccano interessi precisi e diffusi. Ma il problema va risolto senza aspettare scadenze elettorali: è importante non solo per operai e impiegati Olivetti, ma per garantire maggior giustizia sociale attraverso più adeguati accertamenti fiscali. Prepensionamento (la scappatoia per sciogliere il nodo di circa 1100 eccedenti nel gruppo): è bloccato alla Camera per dissensi che non toccano il tema specifico. In tema di spesa pubblica aggiuntiva (è la condizione per far rientrare in fabbrica i 420 al momento in «cassa*) ha confermato l'impegno del partito e del ministro La Malfa per una linea di politica economica che contenga l'inflazione senza bloccare lo sviluppo. In altre parole, taglio delle spese improduttive e parassitarie per puntare sugli investimenti produttivi. «Solo in questa logica — ha concluso — si possono risolvere i vostri problemi*. Contro il governo si è anche scagliato Pugno («pur sensa fare sconti alla Olivetti*): «Il pei vuole costringerlo a mantenere gli impegni, non gli daremo tregua. Occorrono iniziative comuni della sinistra e dei sindacati. Non è accettabile che oggi il onsiglio dei ministri discuta prima quanti finanziamenti e a chi darli, e solo dopo affronti i piani di settore. Cgil, Cisl, UH avevano firmato una carta di credito a Forlani, ora l'hanno ritirata: noi pensiamo la stessa cosa*. Più duro Fiandrotti (membro della commissione finanze) che ha parlato di intimidazione ricattatoria dell'Olivetti verso il governo, e Stagliano che ha criticato l'accordo del dicembre '80: «Non possiamo continuare a firmare cambiali in bianco al governo e ai padroni. L'obiettivo di De Benedetti è chiaro: socializzare le perdite e privatizzare gli utili*. Francesco Bullo
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