Muore durante un convegno e l'amica non riesce più a muoversi per lo choc di Luigi Cavallero

Muore durante un convegno e l'amica non riesce più a muoversi per lo choc Sensazione ad Alba per la tragica vicenda di un noto personaggio Muore durante un convegno e l'amica non riesce più a muoversi per lo choc Lui (sposato e padre di due figli) aveva 51 anni - Lei, ventiseienne, nubile, è segretaria del distretto scolastico - Per due notti e un giorno la ragazza, sconvolta, ha tenuto l'uomo per mano DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE ALBA — Si erano appartati per un incontro segreto: lui 51 anni, lei 29. La morte, improvvisa, ha colto l'uomo; e la sua giovane amica, in preda allo choc, non è stata capace di reagire, è rimasta due notti e un giorno al suo fianco, senza mangiare, senza muoveisi. la mano nella mano. Una tragedia che. scoperta ieri mattina, ha suscitato grande clamore in città, generando una serie di ipotesi fantastiche, anche perché la donna non ha spiegato nulla, è ricoverata all'ospedale e continua a non parlare. Due personaggi noti, soprattutto l'uomo. Luigi Cavaliere impiegato dell'Enel, organizzatore di manifestazioni sportive e folcloristiche. Lei. Rosalba Vivaldo, maestra, segretaria del distretto scolastico, quindi particolarmente conosciuta negli ambienti della scuola (il distretto comprende 65 paesi del circondario). La Vivaldo è nubile: Cavallero aveva famiglia, moglie e due figli. Diego. 26 anni, giocatore del Basket Alba, e Marcella. 18 anni, studentessa. I due protagonisti avevano da tempo una relazione, la cosa a qualcuno era nota e pesava in modo particolare sui rapporti tra marito e moglie. E tuttavia i coniugi non erano mai giunti al passo della separazione. L'incontro è di sabato pomeriggio o sabato sera. Luigi Cavallero e Rosalba Vivaldo vanno in un edificio in via Pierino Belli 6 che il Comune ha concesso al Centro di coordinamento del Palio delle Cento Torri, di cui lo stesso Cavallero era uno dei soci più attivi. E' una casa antica del centro storico, a due piani. I locali sono ingombri di tendaggi, legname, costumi. I due salgono in una stanza del primo piano, pure occupata da molti materiali, dove c'è anche una brandina. E' qui che accade l'incidente, non si sa a quale ora e come avvenga precisamente, perché, come si è detto, la Vivaldo non parla e d'altra parte l'esito dell'autopsia non è noto. Presumibilmente colpito da emorragia cerebrale (ma altre ipotesi sono aperte), il Cavallero incomincia a perdere sangue dal naso, tanto sangue che imbratta i vestiti suoi e quelli della donna e poi s'allarga per terra. La morte, con ogni probabilità, è rapida. Rosalba Vivaldo non ha il tempo di prendere una decisione per un tentativo di soccorso. E quando si rende conto che ogni aiuto sarebbe impossibile, rimane come paralizzata. Non sa uscire da quel guscio al di fuori del quale c'è un mondo ostile a lei. al suo comportamento. Sopraggiunge la notte, dal n l corpo dell'uomo che le è a fianco si disperde anche l'ultimo tepore: la vita è già lontana, ora c'è. sempre più incombente, la glaciale presenza della morte. Ma la ragazza resta attaccata a questo ricordo di vita, s'aggrappa alla mano che diventa di pietra. Non sente i morsi della fame, l'arsura della sete, le necessità corporali. Resta al suo posto. Passano le ore. la giornata di domenica, la nuova notte e lei sempre 11. in quella squallida camera che era parsa, all'arrivo, un ricovero tanto accogliente. Fuori, intanto, due famiglie sono nell'agitazione: i congiunti dell'uno e dell'altra si affannano nelle ricerche presso parenti, amici. Lunedi mattina Diego Cavallero. accompagnato da due compagni, va ad ispezionare la casa del centro di coordinamento del Palio. Ed a lui si presenta l'immagine allucinante del padre morto, sporco di san¬ gue, affiancato dalla giovane, anche lei insanguinata, con gli occhi vuoti, fissi davanti a sé. Allarme. Arrivano i carabinieri e un'ambulanza. La donna viene accompagnata all'ospedale San Lazzaro e. per ogni evenienza, piantonata. E' come fuori di sé. La salma è portata nella camera mortuaria del cimitero. S'iniziano le indagini dirette dal Procuratore della Repubblica dottor Vittorio Venezia. In città incominciano a circolare le voci più strane, alimentate dalla vista del molto sangue: è stato sgozzato, è stato pugnalato, gli ha sparato, lei ha tentato il suicidio, lei è ustionata... Non si sa come, ma anche quest'ultima voce è circolata, sebbene non ci fossero tracce di incendio. Già il primo riscontro diagnostico, compiuto nella mattinata, permette di constatare che la ragazza è indenne e l'uomo non presenta alcun segno di morte violenta. Nel pomeriggio giunge da Torino il perito settore dottor Torre e. alla presenza del magistrato e del capitano dei carabinieri Giuseppe Esposito, s'inizia la necroscopia. Il perito ha tempo sessanta giorni per presentare le sue risposte, tra l'altro dovrà anche compiere degli esami istologici e chimici. Pare comunque che il primo sommario responso sia quello della morte naturale, presumibilmente per emorragia cerebrale. Ma. si sottolinea, solo quando si avranno lutti i responsi si potrà dire quale è stata la causa del decesso. Sembra, ad esempio, che il defunto avesse cuore e reni non in buone condizioni: per di più. nella giornata di sabato aveva avuto un attacco di colica. La morte risalirebbe alla mezzanotte di sabato. Remo Lugli Alba. Luigi Cavallero, morto in circostanze mistenose

Luoghi citati: Alba, Torino, Venezia