Come si potrebbe salvare l'umanità che sta scivolando verso il disastro

Come si potrebbe salvare l'umanità che sta scivolando verso il disastro Un'intervista con lo scienziato professor Aurelio Peccei Come si potrebbe salvare l'umanità che sta scivolando verso il disastro ROMA — Scienziato e futurologo di fama internazionale. Aurelio Peccei punta le speranze per il futuro dell'umanità quasi esclusivamente sui giovani. E auspica che essi riescano a creare dei «nuovi scenari», allontanandosi dalle «attuali demenze nel condurre gli affari umani». L'obiettivo è ambiziosissimo, centrarlo sarà un'impresa improba. Ma Peccei è fiducioso. Ha trasmesso il suo entusiasmo ad una équipe di economisti, sociologi e studiosi di tutto il mondo e. con gli aiuti dei governi, del capitale privato e degli istituti di ricerca, punta all'elaborazione di un nuovo progetto. L'iniziativa. «Forum humanum». ha preso l'avvio nei giorni scorsi all'Università Gregoriana di Roma (i prossimi incontri si svolgeranno a Caracas in maggio, a Salisburgo in giugno e in Spagna a settembre), ed è stata illustrata ieri dal presidente del «Club di Roma» nella sede della «Stampa estera» Parte eia una triplice premessa. La società moderna è spinta alla deriva da una crisi crescente e complessa — economica, politica, sociale, ecologica e demografica che è anche una crisi spirituale, morale e culturale —. dalla quale non è capace di uscire. Per contro, possiede un patrimonio di conoscenze scientifiche, capacità tecnologiche, dati ed informazioni, attrezzature industriali e mezzi finanziari, che dovrebbero consentirle di rovesciare a suo favore la situazione, ma che sono impiegati male e spesso per fini sbagliati. I giovani. tarsi ai nostri tempi e non essere nata, coinè quelle che oggi vanno per la maggiore, nel secolo scorso, in un quadro così diverso dall'attuale che nessun paragone è possibile. Giuseppe Fedi che saranno i veri utenti dell'avvenire, sono in genere, sottolinea Peccei. «più disponibili e meglio preparati degli adulti per concepire i cambiamenti di rotta necessari-. — Professor Peccei. dove sta andando il mondo? — Verso il disastro, per un insieme di problemi che non affronta e non riesce a comprendere. — Quali sono? — Due esempi: avere la pace rinunciando alla corsa agli armamenti sempre più letali, ridurre il divario spaventoso fra il Nord del pianeta, sempre più ricco, e il Sud. sempre più povero. — Il suo è un quadro apocalittico: quale avvenire prefigura? — Se l'umanità non rinsavisce, almeno al cinquanta per cento, il futuro sarà certamente molto oscuro e tempestoso. E la tempesta non significherà l'impiego di frecce, ma di missili e armi laser. Potrà invece rinsavire comprendendo alcune esigenze di fondo, come quella di estendere l'area della solidarietà dai limiti meschini di un Paese a dei limiti quanto meno continentali e la necessità, anziché saccheggiare selvaggiamente la natura, di conservarla con intelligenza e amore. Se capisce queste e altre verità di fondo, allora l'umanità può essere ancora padrona del proprio avvenire. — Perché ha tanta sfiducia nelle generazioni attualmente al comando? — Basta dare un'occhiata alla situazione mondiale. Ho scritto un libro appena pubblicato in Francia (in Italia uscirà fra un mese, ndri dal titolo «Cento pagine per il futuro-, il quale, con dati conosciutissimi, dimostra che l'umanità è impegnata in una corsa al disastro. Vorrei essere smentito, ma ciò non è mai avvenuto. Il progetto -Forum humanum- avrà durata pluriennale. I lavori dei centri di studio dovrebbero essere completati entro il 1985. dichiarato dalle Nazioni Unite -Anno internazionale della gioventù-. — Non teme che i suoi ricercatori, validi, quanto per forza di cose inesperti, possano produrre una utopia, un «piano di nobili intenti», una serie di innovazioni geniali, ma inattuabili? — Vorrei rivalorizzare l'utopia. Si parla oggi con molto sussiego di -real politile-, di politica fatta su considerazioni dai fatti e vediamo quali sono le conseguenze, col mondo allo sbando in tanti sensi. E' venuto il momento di rivalutare le idee invece dei fatti. E la -real utopia-, cioè la visione di un obiettilo che allo stato delle cose non è possibile, sarà una visione realistica se cominceremo a cambiare qualcosa nella nostra testa e cioè a comprendere quello che dobbiamo fare, direi proprio letteralmente, per salvare l'umanità. — Presentando il nuovo progetto ha affermato: «Non siamo chiusi in una scatola ideologica-. E' una critica che vi é stata rivolta? — Non vogliamo essere niente di tutto ciò. Le ideologie esistenti vengono da un passato remoto. Se un'ideologia vi ha da essere deve adat¬

Persone citate: Aurelio Peccei, Giuseppe Fedi, Peccei, Professor Peccei

Luoghi citati: Caracas, Francia, Italia, Roma, Salisburgo, Spagna