Immigrati e lavoratori stagionali sperano solo nel governo di Berna di Alfredo Venturi

Immigrati e lavoratori stagionali sperano solo nel governo di Berna Dopo la dura sconfitta del referendum prò stranieri Immigrati e lavoratori stagionali sperano solo nel governo di Berna Quasi l'84 per cento degli svizzeri ha detto no all'iniziativa «Essere solidali» La sconfitta, così netta, lascia poche speranze sulla volontà politica di varare la legge che dovrebbe migliorare le condizioni di lavoro per chi viene dall'estero DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE ZURIGO — Prudente, pragmatica, la Svizzera ufficiale canta vittoria, ma senza dar troppo fiato alle trombe. L'iniziativa -Essere solidali-. che si riprometteva di migliorare sostanzialmente lo status giuridico e le condizioni dei lavoratori immigrati, in particolare togliendo di mezzo le norme che limitano i diritti degli stagionali, è stata bocciata con una maggioranza che ha rari precedenti nella storia referendaria di questo Paese. Ma il consigliere federale Kurt Furgler, presidente di turno della Confederazione, osserva che non è, questo voto, una dimostrazione di ostilità verso gli stranieri: semmai una dimostrazione di fiducia verso il governo, e la nuova legge federale sugli immigrati, da tempo in corso di elaborazione a Berna. Certo nessuno si aspettava che soltanto un votante su sei avrebbe detto sì all'iniziativa, proposta e faticosamente portata avanti (ci volevano 50 mila firme per far scattare la consultazione) da gruppi di tendenza cristiano-sociale, e appoggiata dalla sinistra e dai sindacati. Non che i promotori si illudessero sulla possibilità di un successo: ma si contava su un 25, magari su un 30 per cento di voti favorevoli. Una messe di si. insomma, che per quanto lontana dalla maggioranza avrebbe almeno potuto funzionare come una robusta pressione in senso liberale sul contenuto della nuova legge. La sconfitta dell'iniziativa pro-stranieri è grave non soltanto per la sua misura nazionale (quasi l'84 per cento i no, poco più del 16 i si), ma anche per la sua articolazione territoriale, o forse sarebbe meglio dire per la sua non-articolazione. Si contava su una magioranza di si nella Svizzera Romanda, tradizionalmente più avanzata rispetto ai Cantoni tedeschi in termini di sensibilità sociale: invece il no ha prevalso in tutti i ventisei Cantoni. E' vero che tra gli svizzeri francofoni la sconfitta è stata relativamente meno schiacciante: ma pur sempre di una sconfitta si è trattato. Perfino il Giura, il Cantone di più recente costituzione, sede storica di tendenze progressiste, ha votato a maggioranza no: sia pure con «appena» il 55,7 per cento. Il Canton Ticino è stato di appena un punto al di sotto della media confederale, con oltre l'82 per cento di no; mentre nei Grigioni si è avuto uno dei risultati più schiaccianti: solo il nove per cento di favorevoli all'iniziativa. Il tutto, poi. sullo sfondo di una partecipazione al voto piuttosto bassa: meno del quaranta per cento, chiaro indice di come l'esito della consultazione fosse scontalo. Adesso si teme, ovviamente, che questi risultati finiscano con l'incoraggiare chi, a Berna, opera per dare il minimo di contenuti alla nuova legge sugli stranieri. Per questo è importante che. almeno, il governo federale insista nel considerare la valanga di no a -Essere solidali- come una implicita approvazione delle caute aperture contenute nel suo progetto, almeno per quel tanto che finora ne è trapelato. Il fatto centrale, per quanto riguarda gli stagionali (sono 110 mila, su un totale di quasi 900 mila lavoratori stranieri), è che la loro condizione è destinata a non mutare. L'iniziativa popolare respinta col voto di sabato e domenica prevedeva espressamente l'abolizione dello statuto degli stagionali, e il progetto di legge in corso di procedura a Berna ne prevede invece la conservazione, sia pure con qualche miglioramento di facciata. Gli stagionali hanno permessi di lavoro fino a un massimo di nove mesi all'anno. Non possono essere raggiunti dalle famiglie. Non possono cambiare liberamente occupazione, o passare da un Cantone all'altro. Soltanto dopo aver lavorato 36 mesi in quattro anni consecutivi ottengono il passaggio alla categoria dei lavoratori con permesso annuale. E a questo punto devono passare altri dodici mesi prima del sospirato ricongiungimento familiare. La nuova legge propone la semplificazione e l'alleggerimento di queste procedure: ma non muta la sostanza, quella sostanza che ha fatto parlare di discriminazione, di diritti umani calpestati, di subordinazione della persona ai duri imperativi dell'economia. E' stata questa la sesta volta che i cittadini svizzeri hanno affrontato con referendum la problematica dei lavoratori stranieri. Le prime cinque iniziative, famose quelle proposte dal deputato xenofobo Schwarzenbach. furono tutte di segno opposto. E furono tutte respinte, sia pure mai con una maggioranza cosi massiccia come quella che ha seppellito l'iniziativa -Essere solidali-. Ora si dice, nella Confederazione, che proprio il ricordo di quelle battaglie passate, e del clima avvelenato in cui si sono svolte, è uno degli elementi che hanno deciso il voto di sabato e domenica. L'opinione svizzera, in altre parole, avrebbe bocciato l'iniziativa pro-stranieri anche per evitare il possibile risveglio di pericolose insofferenze xenofobe. Può darsi, ma oggi la delusione è grande nel mondo multinazionale dell'immigrazione elvetica. Alfredo Venturi

Persone citate: Schwarzenbach

Luoghi citati: Berna, Canton, Svizzera