Aborto: la legge difesa da gruppi di cattolici

Aborto: la legge difesa da gruppi di cattolici Diranno «no» ai due referendum di maggio Aborto: la legge difesa da gruppi di cattolici All'iniziativa, organizzata tra l'altro dall'abate Franzoni, hanno aderito parlamentari comunisti, socialisti e intellettuali ROMA — Novantasei cattolici ed evangelici hanno lanciato ieri a Roma un appello per il doppio «No» nei due referendum abrogativi della legge sull'aborto, quello radicale e quello del «Movimento per la Vita». Il documento è stato presentato ai giornalisti, nella sede dei «Cattolici democratici», dall'on. Giancarla Codrignani (cattolica nel pei), dall'ex abate Giovanni Franzoni. dalla professoressa Anna Maria Marenco. Ventiquattr'ore prima, nella vicina piazza S. Pietro, papa Wojtyla aveva tuonato contro l'aborto nel consueto «Angelus» domenicale. I promotori si richiamano al pluralismo politico ammesso dalla Chiesa Cattolica, dopo il Concilio, sostenendo che «non intacca minimamente la comunione della fede-. Affermano che nel caso dei referendum -non si tratta né di dogmi di fede né di riaffermasioni di principio, dal momento che evidentemente il problema non concerne una scelta a favore o contro la vita, ma i modi più efficaci per salvaguardarla sotto tutti gli aspetti-. Si deve decidere, in sostanza, se conservare o abrogare nelle parti principali una legge dello Stato che, come ogni legge, -rappresenta sempre una mediazione tra principii e realtà, tra valori e possibilità sociali-. Prosegue l'appello: -Perciò non ci sembrano corrette le pressioni ecclesiastiche che vengono esercitate per imporre un'unica soluzione come lecita, tanto più che essa rappresenta un compromesso fra il rigore del principio tradizionale e la realtà concreta-. Questo passo si spiega con l'appoggio dell'Episcopato al «referendum minimale» del Movimento per la Vita che ammette l'aborto terepautico. anziché escluderlo radicalmente in ogni caso. «Ci sembra che ciascun elettore in quanto cittadino dovrà decidere liberamente se¬ condo coscienza e ragione. Per parte nostra siamo convinti che l'attuale legge 194. nonostante la necessità di correggerne le imperfezioni e di appianare le difficoltà riscontrate agli inizi della sua attuazione, risponda meglio delle altre proposte a quell'obiettivo di difesa e protezione della vita che tutti ci proponiamo, perché prevede interventi sociali a sostegno della responsabilità personale della donna contro la violenza dell'aborto-. Di qui l'appello al duplice «no», cioè per conservare la legge che all'art. 1 «tutela la vita umana dal suo inizio-. Franzoni ha messo in evidenza che. rispetto ad analogo appello dei cattolici per il «no» nel referendum sul divorzio, -vi sono assenze giustificate soprattutto di teologi e sacerdoti che abbiamo pregato di non esporsi-: assenze -che mi sconcertano- e. infine, assenze per convinzione. Fra questi ultimi è la «Lega Democratica», guidata dal prof. Pietro Scoppola che. nel '74, promosse l'appello per il «no» sul divorzio. Franzoni ha negato che vi sia rispetto ad allora «minor tensione- nella battaglia sull'aborto, mentre l'on. Codrignani ha criticato sia la Chièsa sia la sinistra italiana per il ritardo dimostrato nei campi della sessualità, della coppia, dell'educazione sessuale nelle scuole e della contraccezione. Tra i firmatari sono i parlamentari Allegra (pei), Bassanini e Covatta (psi) Marisa Galli. Manfredi. Onorato. Ramellae Vinay (indipendenti di sinistra): docenti universitari fra i quali Giulio Girardi. Gerardo Lutte. Antonio Parisella: i teologi Ambrogio Valsecela, Adriana Zarri. Mario Cuminetti. il valdese Sergio Rostagno. José Ramos Regidor; i pastori Giorgio Girardet, Paolo Sbaffi, Sergio Ribet, l'ex parroco dell'isolotto Enzo Mazzi: i giornalisti Piero Pratesi ed Ettore Masina. 1. f.

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