Gli omosessuali dichiarano «guerra» all'emarginazione
Gli omosessuali dichiarano «guerra» all'emarginazione Gli omosessuali dichiarano «guerra» all'emarginazione ROMA — Per «rompere il muro del rifiuto, della discriminazione e della vergogna». come ha detto il sindaco di Roma Petroselli. uomini di cultura, studiosi ed omosessuali si sono incontrati ieri mattina nella sala della protomoteca, in Campidoglio, dove si é iniziato il primo convegno promosso da un ente pubblico sui problemi dell'omosessualità. Non si è trattato di un convegno ideologico — come il sindaco ha precisato — non di una «concessione alla moda e tantomeno alla volgarità», ma di un «servizio culturale, di una battaglia per un nuovo umanesimo». Sono state presentate testimonianze e richieste: l'abolizione del certificato di buona condotta per le cariche pubbliche e l'insegnamento: delle norme che prevedono la destituzione di impiegati dello Stato per «affi che rivelino mancanza di senso dell'onore e di senso morale» e di altre leggi che colpiscono gli omosessuali nel presupposto che il loro comportamento «sia contrario alla morale corrente — ha rilevato Bruno Di Donato, del Fuori — o comunque immorale». Vere e proprie leggi discriminatorie nei confronti degli omosessuali — come ha fatto presente Rodotà — nella legislazione italiana non esistono. Fatta eccezione per l'articolo 28 del codice militare che discrimina gli «invertiti sessuali». A questa tolleranza legislativa corrisponde però un atteggiamento discriminatorio che si avvale di strumenti giuridici indiretti, legati ai concetti di buon costume e moralità pubblica. Infine il problema degli omosessuali nelle caserme. Accame ha messo il dito sulla piaga: il fenomeno della prostituzione maschile ai margi- ni degli alloggiamenti militari e gli atteggiamenti discriminatori e repressivi nelle «strutture chiuse».
Persone citate: Accame, Bruno Di Donato, Petroselli, Rodotà
Luoghi citati: Roma
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