Fodi bianchi Italcasse: per tutti il p.m. ha chiesto l'assoluzione

Fodi bianchi Italcasse: per tutti il p.m. ha chiesto l'assoluzione La decisione finale spetterà però al giudice istruttore Alibrandi ondi biachi Italcasse: per tutti il p.m. ha chiesto l'assoluzioneondi biachi Italcasse:ondi bianchi Italcasse: per tutti il p.m. ha chiesto l'assoluzione Fodi bianchi Italcasse: per tutti il p.m. ha chiesto l'assoluzione DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Se l'Italcasse ha sperperato centinaia di miliardi la colpa è esclusivamente dell'ex direttore generale Giuseppe Arcaini. Ma poiché questi è morto, l'inquietante vicenda, che ha portato in galera personaggi come Edoardo Calieri di Sala. Mario Einaudi e il defunto Giordano Dell'Amore, è destinata a finire in una bolla di sapone. Sul filo di questo convincimento, il pubblico ministero Orazio Savia ha chiesto il proscioglimento con formula ampia di tutti gli ex dirigenti e consiglieri di amministrazione dell'Italcasse e dei beneficiari dei finanziamenti, tra cui i fratelli Gaetano. Francesco e Camillo Caltagirone. i petrolieri Nino Rovelli e Raffaele Ursini, il finanziere torinese Corrado Sofia, lo stesso Einaudi, l'ex presidente dell'Egam soprannominato il «pensionato d'oro» per essere stato liquidato con un miliardo. A giudizio dovrebbero andarci soltanto i sindaci dell'istituto di credito per non avere svolto opera di controllo. Ma su tutta la vicenda, dopo la requisitoria del pubblico ministero, dovrà dire l'ultima parola il giudice istruttore Antonio Alibrandi. che potrebbe anche non condividere le conclusioni cui è giunto il collega della pubblica accusa. L'inchiesta sui «fondi bianchi» dell'Italcasse cominciò nel 1977 e certamente non è stata avara di colpi di scena. Basti ricordare la raffica di mandati di cattura che nel marzo del 1980 colpi quarantanove tra consiglieri di amministrazione dell'Istituto ed esponenti dell'alta finanza. L'iniziativa, presa dal giudice Alibrandi, scosse il mondo finanziario e imprenditoriale italiano come un terremoto. I carabinieri misero le manette a Calieri di Sala all'aeroporto di Torino mentre stava per lasciare il Paese, a Giordano Dell'Amore, già presidente della Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, al costruttore romano Alfio Marchini, al finanziere Sofia, all'imprenditore Arcangelo Belli, della «Immobiliare Roma». Sfuggirono alla cattura i Caltagirone, Rovelli, Einaudi. Ursini e Carlo Aloisi. In seguito tutti riacquistarono la libertà o ottennero la revoca dei mandati di cattura. Ma. nel dicembre scorso, nuovo colpo di scena: dieci nuovi mandati vennero firmati da Alibrandi; stavolta Einaudi fini in carcere mentre Rovelli e Ursini non si fecero sorprendere, riparando nuovamente all'estero. Insomma lo scandalo aveva assunto proporzioni clamorose, coinvolgendo altri personaggi come Mario Sarcinelli. vice direttore della Banca d'Italia. Ferdinando Ven triglia, nella sua veste di ex diretto generale al Tesoro. Tommaso Addario, già vice direttore generale dell'Italcasse. tutti e tre prosciolti in corso d'istruttoria. Il pubblico ministero, Savia, in seguito agli sviluppi che la storia ha avuto negli ultimi tempi, ha ora ribaltato completamente l'impostazione data al processo dal collega che aveva svolto la prima parte dell'inchiesta. Ha infatti ritenuto Arcaini l'unico responsabile di quanto è accaduto. «Fu lui a nascondere ai consiglieri di amministrazione l'inconsistenza delle garanzie offerte da chi chiedeva finanziamenti», scrive il magistrato nella requisitoria. D'altra parte, aggiunge Savia, fino al 1974 le operazioni di finanziamento si erano risolte positivamente per l'Italcasse.

Luoghi citati: Caltagirone, Roma, Sofia, Torino