La Uil dice: «Da ottobre a oggi 5800 persone di meno in Fiat»

La Uil dice: «Da ottobre a oggi 5800 persone di meno in Fiat» Una dichiarazione al congresso provinciale del sindacato La Uil dice: «Da ottobre a oggi 5800 persone di meno in Fiat» «Si tratta di coloro che sono stati licenziati o indotti a dimettersi» - Slitta a fine aprile il varo della piattaforma per il rinnovo del contratto aziendale - La relazione di Ferro ad oltre 350 delegati TORINO — «Ai rappresentanti sindacali che fanno parte della Commissione torinese di collocamento risulta che la Fiat, dal 1" ottobre dell'anno scorso al 26 marzo di quest'anno, ha licenziato o indotto a dimettersi 5800 persone delle quali 3600 nel settore auto-. Questa affermazione è stata fatta ieri, nell'ambito del congresso provinciale della UH, dal segretario della Quinta Lega della Firn, Luciano Gambardella. Il sindacalista ha aggiunto altre cifre: «Ai nostri rappresentanti — ha proseguito Gambardella — risulta inoltre che dal 1" febbraio dell'anno scorso al 26 marzo di quest'anno i lavoratori usciti dalla Fiat sono 10.700. In pratica la Fiat alleggerisce i suoi problemi aziendali di esuberanza di manodopera, ma appesantisce il mercato del lavoro esterno-. La sottolineatura di queste cifre da parte di Gambardella è in funzione della prossima verifica dell'accordo di ottobre (scaturito dalla vertenza dei 35 giorni) che la Fiat e il sindacato dovranno fare per definire il numero delle persone da collocare in «mobilità esterna» nel settore auto. Oggi i lavoratori in Cassa integrazione sono 23 mila ed entro la fine di giugno si dovrà stabilire quanti dipendenti Fiat saranno iscritti nelle liste della mobilità esterna per due anni. Il ragionamento dei sindacalisti è esplicito: «Se la Fiat ha già ridotto il personale da ottobre ad oggi, il numero delle persone da mettere in mobilità esterna sarà inferiore'.. Tra l'altro sembra ormai inevitabile che la verifica di giugno sull'eccedenza di personale si intrecci con la trattativa per il contratto aziendale. In una riunione svoltasi ieri nella sede della Firn i sindacalisti del settore auto hanno deciso di far slittare all'ultima settimana di aprile la convocazione del Coordinamento Fiat per il varo definitivo della «piattaforma aziendale» che i lavoratori stanno discutendo in questi giorni nelle assemblee di reparto. Inizialmente il Coordinamen¬ to doveva riunirsi nella prima decade di aprile. A causa dello slittamento, le trattative con l'azienda, nella migliore delle ipotesi, non potranno cominciare che all'inizio di maggio, cioè tre o quattro settimane prima dell'inizio della verifica dell'accordo di ottobre. Il segretario provinciale della Uil, Corrado Ferro, nella relazione fatta ieri al congresso della sua organizzazione, ha trattato i temi generali e quelli specifici della Fiat. Ai lavori, che si concluderanno domani, partecipano 365 delegati di tutte le categorie, in rappresentanza di 72.532 iscritti (rispetto ai 65.775 di quattro anni prima). L'80 per cento dei delegati è di tendenza socialista e il 20 per cento d'ispirazione repubblicana. Nella nuova struttura organizzativa della Uil. Corrado Ferro dovrebbe assumere la segreteria regionale piemontese. Parlando della vertenza Fiat. Ferro ha affermato: «Come segreteria provinciale siamo d'accordo con i metalmeccanici della Uil e della Cgil per discutere in sede nazionale ( non aziendale con la Fiati il problema della riduzione dell'orario (le 40 ore annue in meno che dovrebbero scattare dal 1" luglio prossimo)-. Il segretario della Uil ha anche spiegato perché il tema dell'orario deve essere discusso in sede nazionale: «I lavoratori Fiat — ha detto — sono stufi di essere tenuti sempre a lottare per le grandi cause, mentre quelli delle medie e piccole aziende risolvono, spesso anche fuori dalle linee del sindacato, i loro problemi. Alla Fiat dobbiamo ritornare a parlare di ambiente, di organizzazione del lavoro, di salario, se vogliamo riaprire un dialogo con i lavoratori-. Sul problema degli impiegati e dei capi intermedi Ferro ha sostenuto l'esigenza per il sindacato «di superare le incertezze per elaborare una nuova strategia rivendicativa che sia comprensiva degli interessi di questi lavoratori-. Poi ha aggiunto: «Guardiamo con interesse allo sforzo che Arisio (il protagonista della «marcia dei quarantamila») fa per impedire la nascita di un ennesimo sindacato autonomo, però resterà uno sforzo vano se noi non opereremo rapidamente un aggiustamento della nostra politica rivendicativa complessiva-. La politica generale del sindacato, a giudizio di Ferro (che condivide le tesi esposte da Benvenuto per il congresso confederale) deve uscire dalla pura contrapposizione per entrare sul terreno propositivo: «Cioè bisogna abbandonare il conflitto come unico strumento di politica sindacale per inoltrarsi sempre più sul terreno della proposta e del confronto, senza escludere confronti triangolari che vedano allo stesso tavolo il governo, il sindacato e gli imprenditori-. In pratica si delinea un sindacato che partecipa alla gestione dei fatti economici nel Paese e nelle aziende e che vuole considerare i giovani, le donne, i disoccupati e gli emarginati non più come «semplici alleati della classe operaia collocata in posizione centrale- ma come partecipanti alle scelte sindacali «a pieno diritto-. Sergio Devecchi

Persone citate: Arisio, Corrado Ferro, Gambardella, Luciano Gambardella, Sergio Devecchi

Luoghi citati: Torino